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6 Ottobre 2020
Cuba, nuove sanzioni Usa a turismo ed economia
In vista del voto di novembre, poco prima dell’annuncio di essere positivo al Covid, Donald Trump aveva promulgato misure rivolte ai cittadini americani che si recano sull’isola
Valeria Guardo
Divieto di soggiornare in strutture statali, di importare liquori e sigari (anche per semplice uso personale) e di partecipare a eventi, workshop e seminari, inclusi quelli medico-scientifici. Sono le nuove disposizioni entrate in vigore il 24 settembre per cittadini e residenti Usa in viaggio a Cuba, facenti parte di una campagna che l’attuale presidenza degli Stati Uniti porta avanti fin dall’inizio del mandato, con una o più sanzioni a settimana (sito in spagnolo).
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha criticato aspramente tali iniziative e in un tweet del 23 settembre ha commentato: “L’impero annuncia nuove misure che violano i diritti dei cubani e anche dei nordamericani. La sua crudele e criminale politica sarà sconfitta dal nostro popolo che non rinuncerà mai alla sua sovranità”.
MOSSA ELETTORALE
Con il primo dei tre divieti, circa 430 strutture ricettive dislocate nel Paese saranno inserite in una sorta di “lista nera” creata dal Dipartimento di Stato Usa e le agenzie internazionali di viaggi e turismo con base negli States non potranno effettuarvi prenotazioni.
Si tratterebbe di una strategia elettorale dello stesso Trump per ottenere i voti dei cubani-americani in Florida: inquadrato dal presidente come “lotta all’oppressione comunista”, l’annuncio segue gli esiti di un sondaggio di Abc-Washinghton Post nello stato, effettuato prima del faccia a faccia con lo sfidante democratico Biden, che vedeva il tycoon in testa con il 51% delle preferenze.
IL CONTESTO STORICO
Come nasce tutta questa situazione? Dal 1959, anno della Rivoluzione cubana, tra Usa e Cuba i rapporti si sono irrigiditi a tal punto da far temere uno scontro nucleare con la crisi missilistica del 1962.
Nell’ottobre del 1960 il presidente Eisenhower aveva imposto le prime sanzioni economiche a un paese che non accettava più un controllo esterno sulle proprie risorse petrolifere, minerarie e agricole, ma è solo con l’elezione di Kennedy che queste assumono definitivamente le caratteristiche del bloqueo, un vero e proprio blocco economico di merci e servizi.
Il portavoce di Jfk, Pierre Salinger, dichiarerà in seguito di essere stato incaricato dallo stesso presidente, poco prima che siglasse l’embargo, di procurargli qualche migliaio dei suoi sigari cubani preferiti, che presto non avrebbero più potuto essere acquistati negli Stati Uniti.
LA LEGGE HELMS-BURTON
Nell’elenco delle disposizioni attuate negli anni dagli Usa contro Cuba, vale la pena citare la legge Helms-Burton del 1996, ritenuta da molti illegittima in quanto contribuisce al mantenimento dell’economia cubana in uno stato di povertà e viola l’autodeterminazione del Paese inasprendo ulteriormente le misure introdotte dall’embargo, condannato ogni anno da una risoluzione dell’Onu.
Con l’attivazione lo scorso anno del Titolo III della legge, il presidente Trump ha autorizzato atti giudiziali nei tribunali statunitensi unicamente contro le imprese presenti nella lista di Entità Cubane Soggette a restrizioni, redatta dallo stesso Governo Usa e aggiornata annualmente.
Tra le decisioni del Dipartimento del Tesoro americano dello stesso anno figurano inoltre forti limitazioni nell’invio di somme di denaro, donazioni e transazioni bancarie U-Turn: queste ultime sono trasferimenti di fondi mediate da banche americane, che non hanno origine né destinazione ultima negli States e dove né il mittente né il ricevente sono soggetti a giurisdizione nordamericana, ma di fatto le operazioni vengono rifiutate (sito in spagnolo) se nella causale riportano il nome dello stato cubano o elementi a esso riconducibili.
Quella di Cuba è una situazione sociale ed economica assai difficile, il cui futuro dipende molto dall’esito delle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti.