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14 Ottobre 2020

ITⱯLIA, il progetto che sfida la negatività

La fotografa Irene Ferri racconta il paese che riparte: i ricordi e le parole positive degli italiani diventano scatti e immagini

Vincenza Di Lecce

Persone sedute a un tavolo vicino a una casa e una Panda bianca - Progetto ITⱯLIA

Una fotografia del Progetto ITⱯLIA

Pensando positivo, per dirla alla Jovanotti. È così che nasce ITⱯLIA, il progetto di Irene Ferri, fotografa di viaggio e ritratto, content creator e visual strategist internazionale, scelta come una dei giovani talenti dell’iniziativa Nikon Creators. Quello di Irene è un progetto personale che è anche collettivo e che trasforma in immagini quello che gli italiani dicono con le parole.

IL PROGETTO
Una vera e propria chiamata alle armi, dove però servono belle parole: i ricordi, le emozioni, le sensazioni uniche e irripetibili. Gli italiani sono invitati a inviare il proprio racconto sul motivo per cui amano il proprio paese: Irene Ferri attraverserà la penisola con in mano le sue Nikon Z7 e D5 e tradurrà in fotografia le storie raccolte.
Per partecipare al progetto è sufficiente compilare un form rispondendo alle domande “Quale ricordo o storia ti lega all’Italia? Cosa vuol dire per te Italia?” o, se si vive all’estero “Cosa ti manca di più dell’Italia?”. Le immagini e le storie più significative saranno poi raccolte in una mostra finale e in un libro. Un archivio fotografico che si pone l’obiettivo di ribaltare la prospettiva (da cui la “Ɐ” rovesciata di ITⱯLIA) e far riemergere il bello del nostro Paese e delle persone che lo abitano.

LA SFIDA
L’Italia è tutta bella: una sacrosanta verità, certo. Ma anche un luogo comune di cui troppo spesso ormai dimentichiamo il significato profondo. Tutti concentrati come siamo a disinnamorarci delle piazze, delle strade, delle coste, della gente di provincia e di quella di città. Dell’italianità, per farla breve.
«Non so voi – afferma Irene Ferri – ma questo è quello che mi si presenta davanti agli occhi quotidianamente sul mio feed di Facebook e, molto spesso, anche nella vita reale: italiani arrabbiati. Delusi. Frustrati». Mai come in questo momento, invece, quello di cui il nostro bel Paese ha bisogno sono la positività e la voglia di ripartire: «Questa lente peggiorativa – continua Irene – ci impedisce di apprezzare tutta la bellezza di cui siamo circondati in Italia». La sua, infatti, è una sfida che coinvolge l’intero stivale, da nord a sud. Una sorta di brainstorming nazionale: «Facciamo emergere quello che l’Italia rappresenta davvero, ciò che ci fa essere perdutamente innamorati del nostro Paese. Proviamo a cambiare punto di vista?».

LE STORIE
Non solo Colosseo e pizza: l’Italia è fatta di storie, di gesti, di oggetti che fanno ormai parte della nostra quotidianità. Irene ha già raccolto alcune testimonianze. Mariachiara ricorda la madre seduta al tavolo in cucina con la Settimana Enigmistica proprio come sua nonna prima di lei. Per Stefania l’Italia è «l’odore di bucato steso al sole misto ai profumi inebrianti del forno, e del pranzo della domenica che dalle finestre delle case invade le piazze». Per Chiara, invece, Italia è il ricordo dei viaggi in macchina da bambina «con il profumo di pino silvestre dell’Arbre Magique e la cassetta di Lucio Battisti».
E per Irene Ferri, che cos’è l’Italia? «Il rumore delle tazzine al bar ogni mattina. Il Magnum double caramel mangiato ogni estate a Finale Ligure tra le cabine. Ascoltare Marracash, mangiarmi un pezzo di parmigiano reggiano a Los Angeles e sentirmi immediatamente a casa. E la certezza che – conclude – sotto ogni ponte, troverò un poster di Moira o della famiglia Orfei».
È forse il momento di tornare a essere fieri. Dell’Italia, delle sue bellezze e della sua (incredibile) storia.

 

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Categorie: Cultura

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