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17 Novembre 2020

Tre serie tv, tre donne alla scoperta di se stesse

In Chewing Gum, Dear White People e She’s Gotta Have It le protagoniste trovano la propria strada nella società che le circonda, tra identità di genere e coscienza razziale

Aurora Saldi

Ragazza di colore che guarda in camera - serie tv

Michaela Coel in Chewing Gum

Cos’hanno in comune Tracey Gordon, Sam White e Nola Darling? Sono le protagoniste di tre serie tv di ottima qualità, ragazze alla ricerca della propria strada nel mondo. Si muovono in contesti completamente diversi ma sono tutte curiose di esplorare la società in cui vivono e di analizzare a fondo il proprio essere donne nere nel mondo contemporaneo.

CHEWING GUM (Regno Unito, 2015)
Questa spassosa serie di sole due brevi stagioni, ideata da Michaela Coel (anche interprete della protagonista) racconta le esilaranti avventure della 24enne Tracey Gordon, alle prese con la scoperta della sessualità e del proprio posto nel mondo.
Cresciuta in una famiglia nera ultra religiosa e nella zona popolare londinese di Tower Hamlets, Tracey cerca di ascoltare il proprio corpo e si muove, curiosa e impacciata, nell’improbabile mondo che la circonda. I personaggi intorno a lei compongono un mosaico di comicità: la madre e la sorella rigidamente osservanti e credenti e i numerosi inquilini del palazzo in cui vive, tra cui la sua migliore amica Candice e la particolarissima nonna di quest’ultima, il poeta di strada Connor di cui s’innamora e il suo amico gay Ola.
Tra un improbabile matrimonio combinato, una svendita di sex-toy di seconda mano nell’appartamento di Candice e un finto appuntamento romantico con il rapper Stormzy, Chewing Gum racconta in modo divertente e leggero la crescita di Tracey e l’evoluzione dei suoi desideri, del suo corpo e del microcosmo sociale intorno a lei.

DEAR WHITE PEOPLE (USA, 2017)
Questa serie, ideata da Justin Simien, si apre con una citazione dello scrittore James Baldwin che ne suggerisce il contenuto: “Il paradosso dell’educazione è che non appena si comincia a diventare consapevoli, si inizia a esaminare la società in cui si riceve l’educazione”.
Dear White People racconta la vita di un gruppo di ragazzi afro-americani in un campus statunitense, la Winchester University. La difficile convivenza con i compagni di corso bianchi, il rapporto con il potere, il sessismo interno alla stessa comunità nera e le discriminazioni nei suoi confronti, che intrecciano più livelli di privilegi: questi sono solo alcuni dei temi della serie tv. Quando un gruppo di studenti bianchi decide di organizzare un blackface party e la comunità nera insorge, gli equilibri nella Winchester University si incrinano e prende avvio un’escalation di episodi razzisti… Ogni puntata della serie è dedicata a un personaggio, anche se l’indiscussa protagonista è la combattiva studentessa Sam White, che conduce un programma radiofonico all’interno del campus, intitolato proprio Dear White People.
Le scelte registiche e fotografiche rendono questa serie un prodotto molto interessante, soprattutto perché sono funzionali al contenuto: un vortice di eventi e storie in cui nulla viene lasciato al caso. Se è vero che la prima stagione è un indiscusso capolavoro, anche le altre due meritano, perché problematizzano a fondo il tema del razzismo senza mai banalizzarlo e suggerendo continui spunti di riflessione.

SHE’S GOTTA HAVE IT (USA, 2017)
Il soggetto di She’s Gotta Have It è l’omonimo cortometraggio d’esordio del regista afro-americano Spike Lee, uscito nel 1986.
Nola Darling è una giovane artista nera che vive nel quartiere di Fort Greene, a Brooklyn. I suoi tre amanti, Mars Blackmon, Greer Childs e Jamie Overstreet sono uomini molto diversi tra loro, che vorrebbero una relazione esclusiva con lei. Tuttavia, rifiutando la monogamia relazionale, Nola cerca di scoprire se stessa, la sua sessualità fluida, la propria strada professionale, il tutto in rapporto con la società razzista e patriarcale che la circonda.
Con una colonna sonora eccezionale e una regia d’autore, She’s Gotta Have It è una serie tv che intreccia la tematica di genere con quella razziale, esplorando diverse declinazioni dell’attivismo antirazzista e antisessista (da quello libero e anticonformista di Nola a quello molto istituzionalizzato della severa direttrice della scuola per cui lavora, Raqueletta Moss, che trova ispirazione nell’icona di Michelle Obama) e racconta anche altre tematiche sociali. Una di queste è il tema della gentrification a cui sta andando incontro il quartiere di Brooklyn, su cui vogliono investire i grandi imprenditori della città, rincarando gli affitti e rendendo la zona sempre più inaccessibile.

 

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Categorie: Cultura

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