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19 Marzo 2021

Voci da riscoprire per la Giornata Mondiale della Poesia

Il 21 marzo si celebra uno dei generi letterari più antichi, ecco una selezione di tre poetesse da conoscere: Audre Lorde, Fernanda Woodman e Alice Diacono

Aurora Saldi

Graffito con scritta Poetry - Giornata Mondiale della Poesia

Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia

Dal 1999 il giorno dell’equinozio di primavera, il 21 marzo, coincide con la Giornata Mondiale della Poesia. Istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco, la ricorrenza celebra la forma poetica perché, come spiega il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco Giovanni Puglisi, «tra le diverse forme di espressione, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica».
Diventa chiaro allora perché celebrare questa Giornata insieme all’inizio della primavera: la poesia è il germoglio da cui lasciar fiorire la creatività umana. Abbiamo quindi raccolto di seguito tre poetesse che ci sembra importante conoscere o riscoprire: Audre Lorde, Fernanda Woodman e Alice Diacono.

AUDRE LORDE
Autrice statunitense nera e lesbica, Audre Lorde (1934–1992) ha scritto poesie politiche che parlano di antirazzismo e femminismo, di identità e di militanza politica. Ha vinto il National Book Award con la sua pubblicazione del 1973 From a Land Where Other People Live ed è stata leader del movimento femminista e omosessuale: le sue poesie sono innervate da questo spirito di lotta. Lo stesso con cui ha affrontato un cancro al seno, raccontato nel saggio The Cancer Journal (1980) e che la spinse a rifiutare la definizione di vittima, preferendo quella di guerriera.
Tra le sue poesie più famose, c’è sicuramente A Litany for Survival (traducibile in italiano con Litania per la sopravvivenza), in cui canta, commossa e determinata, con la voce di chi “vive sul margine” e di tutte quelle soggettività silenziate che “non era previsto che sopravvivessero”. In Italia è stata tradotta nel 2018 dalla casa editrice Le Lettere, con il volume D’amore e di lotta. Poesie scelte.

FERNANDA WOODMAN/FRANCESCA GENTI
Fernanda Woodman nasce il 13 ottobre 2012 verso le cinque del pomeriggio, sopra un tavolo da cucina, nel selvaggio nord est di Milano. […] È un eteronimo di Francesca Genti”: così l’autrice è presentata sul sito di Sartoria Utopia, la casa editrice di cui è anche co-fondatrice insieme a Manuela Dago. Una realtà editoriale che “progetta, stampa e cuce libri di poesia dei più interessanti autori della scena contemporanea”, quindi sarebbe già sufficiente come suggerimento per scoprire autori poco conosciuti.
Con il nome di Francesca Genti sono state pubblicate Poesie d’amore per ragazze kamikaze, che parla dello sconvolgimento che provoca l’amore (“una rivoluzione fatta di parole e di emozioni, di corpi che si incontrano e di visioni destinate a sconvolgere il paesaggio circostante. Solo con la poesia vi sentirete al sicuro”, recita l’abstract del libro) e L’arancione mi ha salvato dalla malinconia. Mentre con il nome di Fernanda Woodman (forse sintesi di Fernanda Pivano, celebre traduttrice di poesia, e Francesca Woodman, fotografa statunitense) l’autrice ha pubblicato Più misteriosa della morte è la domenica, in cui compare “il fantasma di qualcosa di perduto. Infanzia, paesaggio, divinità e generazioni si srotolano dolcemente al suono della musica minima di un carillon”.

ALICE DIACONO
Giovanissima (classe 1987), astigiana di nascita ma bolognese di adozione, Alice Diacono ha pubblicato il suo primo libro di poesie, Veniamo dal basso come un pugno sotto il mento, nel 2019 per i tipi di Battaglia Edizioni. Si tratta di un libro autobiografico che tiene insieme tensioni individuali e collettive, storie private e politiche: “un viaggio lungo dieci capitoli dove si parla di presa di coscienza della propria femminilità, respiro, cadute dai pattini, buchi neri, incapacità di amare, Antropocene, file alle poste, precariato emotivo ed economico, sradicamenti, clamori, pensamenti, euforia e disforia, morti e rinascite”.
Lo stile delle poesie di Alice Diacono è spezzato, aggressivo, intimo: un inno alla fragilità e alla rinascita, non solo individuale ma anche generazionale. Veniamo dal basso come un pugno sotto il mento è un libro che parla di cosa voglia dire essere giovani oggi, senza retorica e senza abbellimenti.

 

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Categorie: Cultura

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