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13 Aprile 2021

Adottiamo una mucca (o un alveare, un clementino…)

Nell’ultimo anno molte cooperative agricole hanno messo in adozione bestiame o alberi da frutto per aiutare un settore colpito dalla crisi e sostenere la biodiversità

Adriana Scatolone

Collage immagini di api, mucca, pecora e mandarini

Molte aziende agricole permettono di adottare un animale, un albero da frutto o un alveare

Quando si vive un periodo di crisi, la mossa vincente per cercare di non affondare è provare a reinventarsi e a sviluppare progetti che possano portare nuove opportunità.
Tra i molti settori in difficoltà, anche le piccole realtà agricole hanno tentato una strada innovativa per tenersi in piedi. Di che cosa si tratta? Dall’aprile 2020 si registra un boom di adozioni a distanza di mucche, altri capi di bestiame, o addirittura alberi da frutto.

L’iniziativa è la seguente: l’azienda agricola permette di adottare, grazie a diverse forme di abbonamento, un animale allevato nella loro stalla o un albero coltivato nei loro campi, in cambio di alcune prelibatezze da essi prodotte.
Il compratore può così godere di alimenti di prima qualità, sostenendo allo stesso tempo piccoli allevatori e agricoltori che possono continuare la loro attività. In questo modo, inoltre, eccellenze del panorama agroalimentare della nostra penisola continuano a essere vendute.
Vediamo alcuni esempi.

In Piemonte, nella Val Curone (AL), da fine marzo scorso la cooperativa Vallenostra ha lanciato un appello chiedendo di adottare una pecora al costo di 85 € in cambio dei formaggi del caseificio. Con questo gesto si ottiene un certificato di adozione, si evita che il latte venga sprecato e si salvaguarda il raro formaggio Montébore, presidio Slow Food dal 1999.

Spostandoci in Veneto, un altro piccolo allevamento che ha avuto molto successo con il suo appello social è stato Peralba Costalda, la cui sede è a San Pietro di Cadore, non molto distante da Cortina. I giovani allevatori che lo gestiscono hanno deciso di dare in adozione le loro 40 mucche: sul sito ci sono tutte le loro foto con i nomi.
Si può scegliere la durata dell’adozione, da un minimo di un mese a 46 € a un massimo di 6 mesi. Chi adotta riceverà il formaggio, il burro e il latte prodotto dalla sua mucca e inoltre sarà aggiornato sui suoi spostamenti estivi tra i pascoli e le meravigliose malghe della Val Visdende.
L’idea è piaciuta molto e l’azienda ha dichiarato di aver ricevuto migliaia di richieste, tanto che per certi periodi sospende la possibilità di sottoscrivere nuovi abbonamenti, in attesa che il bestiame sia di nuovo produttivo.

Oltre a ovini e bovini, è diventato un trend degli ultimi mesi adottare un alveare. Non c’è bisogno di dire quanto sia importante salvaguardare le api, fondamentali per l’impollinazione, e senza le quali la biodiversità del nostro pianeta sarebbe a rischio.
La start up 3Bee sviluppa sistemi per migliorare la gestione e la salute delle api grazie a nuove tecnologie che permettono agli apicoltori di monitorare la situazione dei loro alveari, così da intervenire tempestivamente in caso di necessità ed evitare la perdita di numerosi esemplari. Per sostenere il progetto, il cliente può scegliere tra i migliori apicoltori italiani e adottare un alveare: per fare un esempio, con 21 € si riceve mezzo chilo di miele e l’accesso all’app che ti permette di osservare e monitorare dallo smartphone l’alveare adottato. Con questa cifra viene garantita l’impollinazione di un milione di fiori.

Come abbiamo detto, non solo animali possono essere presi in adozione, ma anche alberi da frutto. Il principio è sempre lo stesso: si paga un prezzo standard, si riceve in cambio un certificato di partecipazione, le foto della pianta scelta e un quantitativo di prodotto che varia a seconda del contributo donato.
Una realtà che esiste da diversi anni, ma che ha avuto una crescita di visibilità negli ultimi mesi, è Adotta un clementino: nel periodo del primo lockdown, sui social diversi vip condividevano immagini con cassette di agrumi o di olio prodotto nei frutteti e negli uliveti di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza.
Infine BiorFarm è la prima azienda agricola completamente digitale: gli utenti possono adottare un albero della frutta che più preferiscono e ricevere il primo raccolto a domicilio. Da arance a kiwi ad albicocche, ce n’è per tutti i gusti. In questo modo si può gustare frutta fresca, seguire da smartphone la crescita dei propri frutti e supportare i piccoli agricoltori italiani facendo una spesa biologica.

Oltre a queste, in Italia vi sono numerose altre realtà che offrono servizi simili. Non resta dunque che ricercare la soluzione che più si addice alle proprie esigenze.
L’adozione può anche essere intestata a un’altra persona e risultare quindi un’idea regalo originale, sostenibile e sicuramente apprezzata.

 

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Categorie: Ambiente

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