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4 Maggio 2021

L’uomo che salva i gatti di Fukushima

Un cinquantasettenne giapponese ha deciso di dedicare la vita agli animali della sua città, sconvolta dieci anni fa dall’esplosione nucleare

Giovanni B. Corvino

Collage immagini uomo che vive con gatti a Fukushima

Sakae Kato con i suoi gatti

Dal 21 marzo 2011 la prefettura di Fukushima, in Giappone, non è più la stessa. Un incidente nucleare provocato da uno tsunami conseguenza di un terremoto ha cambiato irreversibilmente il territorio, costringendo 160.000 persone ad abbandonare l’area a causa delle radiazioni. A pagarne le spese sono stati però anche molti animali domestici, abbandonati dai loro padroni e obbligati così a diventare randagi.
Un ex-imprenditore edile, Sakae Kato ha deciso di dedicare la sua vita al benessere di questi animali, i quali altrimenti non avrebbero avuto vita facile. Nonostante siano passati oramai molti anni, ancora sicuramente fino a poco tempo fa si occupava dei 41 gatti, cani (e cinghiali) che vivevano insieme a lui nella zona rossa ancora contaminata.

LE PAROLE DELL’UOMO
Sakae Kato non è scappato insieme ai suoi concittadini dopo quanto successo. Non avrebbe mai potuto, poiché come lui stesso ha dichiarato: «Voglio essere in giro quando muore l’ultimo gatto, poi voglio morire dopo, non importa se ci vuole un giorno o un’ora, voglio prendermi cura dell’ultimo gatto qui prima di morire. Altrimenti sarebbe crudele lasciarlo solo».
Negli ultimi dieci anni il cinquantasettenne ha vissuto insieme a un cane e numerosi felini; ventitré di quest’ultimi li ha seppelliti nel suo terreno, di proprietà da ben tre generazioni.
In realtà non potrebbe vivere nella sua abitazione, proprio a causa degli effetti delle radiazioni. Per legge gli sarebbe solo consentito fare delle visite, ma non dormire. Inoltre, la casa è senza acqua e in condizioni fatiscenti per via di un terremoto successivo che ne ha danneggiato la struttura portante. Secondo Kato «[…] potrebbe durare altri due o tre anni, i muri hanno iniziato a pendere», ma nonostante ciò, non si è dato per vinto e ha continuato quotidianamente il suo “volontariato” a Fukushima.

IL SUO ARRESTO
Tutto questo fino al 25 febbraio scorso, quando Sakae è stato arrestato poiché ha liberato dei cinghiali – destinati a morte certa – da alcune trappole piazzate dal governo giapponese per contenerne la riproduzione. In seguito a ciò, numerose persone si sono fatte carico del lavoro dell’ex-imprenditore, mentre diversi gruppi di attivisti ne hanno chiesto l’immediata scarcerazione. A prendersi cura degli animali sono ora dei volontari che però non vivono nella zona e pertanto non possono controllare continuamente le necessità degli animali.
Prima del suo arresto Kato aveva denunciato la difficoltà nel continuare il suo proposito: «Sta diventando sempre più difficile prendersi cura di loro, quindi penso che sarà ancora più difficile tra 10 anni». Ha inoltre rivelato di spendere circa 7.000 dollari al mese per il cibo e le cure sanitarie degli animali, stimando di averne spesi oltre 750.000 negli ultimi dieci anni.
A oggi non si hanno notizie certe circa lo stato detentivo di Sakae Kato. Non si sa se sia in carcere o sia stato rilasciato, né se eventualmente gli sia permesso tornare per alcune ore al giorno a Fukushima, da quella che lui considera la sua famiglia.

 

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Categorie: Ambiente

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