Home » Musica » Dischi perfetti per la primavera (parte II)

7 Maggio 2021

Dischi perfetti per la primavera (parte II)

Da Sufjan Stevens a Le luci della centrale elettrica, altri suggerimenti musicali ideali per questa stagione, tra synth-pop e cantautorato italiano

Aurora Saldi

Fila di cd - dischi primavera

Molti album sono perfetti per la stagione primaverile

Dopo Bob Dylan, Cosmo e i Beatles, continua la nostra selezione di dischi per celebrare i risvegli, gli innamoramenti e i prati luminosi della stagione primaverile.

SEVEN SWANS (2004) – SUFJAN STEVENS
Si tratta del quarto album dell’artista statunitense che ha raggiunto la celebrità con la composizione della colonna sonora del film Call me by your name di Luca Guadagnino.
È un disco timido e sensibile con un’andatura profonda e mistica, il cui fulcro è la narrazione sacra, particolarmente esplicita in pezzi come In the devil’s territory, Abraham (un pezzo che commuove nella sua nudità di sole voce e chitarra), He woke me up again. La base sonora di Seven swans è un folk apparentemente semplice, declinato con toni leggeri e spensierati in tracce come The dress looks nice on you, nella bellissima We won’t need legs to stand, o nella traccia che dà il nome all’album.
Tuttavia Sufjan Stevens riesce a compiere scelte musicali anche più complesse: ne è un esempio A good man is hard to find, in cui sono presenti inserti dalle movenze quasi prog, e la più riflessiva To be alone with you. Le tracce che aprono e chiudono il disco, rispettivamente All the trees of the field will clap their hands e The transfiguration, sono invece ridenti e luminose.
Seven swans è un disco gioioso e immaginifico che tuttavia riesce nel potente compito di trasportare in una dimensione oscura, boscosa e sacrale.

TERRA (2017) – LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA
Questo eclettico album segna la maturazione definitiva del progetto musicale Le luci della centrale elettrica del cantautore ferrarese Vasco Brondi, pioniere di una nuova generazione di cantautorato indipendente italiano che prima di Terra aveva già pubblicato tre album.
Il tratto più evidente del disco, che lo differenzia in modo sostanziale dai precedenti lavori, è la contaminazione con sonorità etniche. Grazie ad alcune precise innovazioni musicali e testuali l’album acquisisce un respiro più ampio, anche contenutisticamente. Ad essere chiaramente portatrici di queste nuove scelte sono tracce come Coprifuoco, Qui, Nel profondo Veneto e Moscerini.
Terra è un album in grado di creare un’interconnessione spirituale ed emotiva intrecciando, ancora una volta e coerentemente con tutta la produzione di Brondi, pulsioni generazionali, dimensione intima e tensioni politiche contemporanee.
Il quarto album de Le luci della centrale elettrica celebra la bellezza della giovinezza, fatta di “corse a ostacoli” e di viaggi disorganizzati, e la capacità di rinascere, come i “fiori che crescono su ogni abbandono” e gli “alberi in fiore tra le rovine”.

WOLFGANG AMADEUS PHOENIX (2009) – PHOENIX
Il quarto album della band parigina Phoenix, uscito nel maggio del 2009 e vincitore del Grammy come Best Alternative Music Album nel dicembre 2010, è un distillato di energia pura.
Già a partire dal titolo si intuisce la dimensione giocosa di questo scintillante e colorato disco di synth-pop: Thomas Mars, cantante della band, in un’intervista ha infatti affermato che Wolfgang Amadeus Phoenix (in cui il nome del gruppo è sostituito a Mozart) sarebbe da interpretare come una sorta di marachella disobbediente, paragonandolo a ipotetici baffi disegnati sul volto della Gioconda da parte di un bambino. Effettivamente questo disco è una raccolta di canzoni d’amore, ma è soprattutto un album divertente.
Tra i pezzi più interessanti ci sono sicuramente quello d’apertura, Lisztomania, con le sue tastiere martellanti, 1901 e Lasso. Tuttavia non mancano anche alcuni esperimenti virtuosi, come le due tracce quasi interamente strumentali Love like a sunset I e Love like a sunset II che attirano chi ascolta in un vortice sonoro coinvolgente e imprevedibile.
Le melodie energiche e la voce limpida di Thomas Mars rendono Wolfgang Amadeus Phoenix un album facile e godibile, da ascoltare mentre si inforca la bici in un pomeriggio assolato.

 

Tag: , , , ,

Categorie: Musica

Lascia un commento