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11 Maggio 2021
Le canzoni al telefono di Didie Caria
Negli ultimi sei mesi il cantautore torinese ha fatto oltre 300 dediche a distanza, raggiungendo il pubblico nonostante lo stop degli spettacoli dal vivo
Gabriele Costa
In un periodo in cui live e concerti sono fermi da più di un anno a causa della pandemia, la musica arriva a casa. E lo fa letteralmente, grazie all’idea di Didie Caria, il cantautore torinese che regala… canzoni al telefono. «È un dono enorme, la musica va oltre il semplice significato delle parole – ci racconta – perché si creano degli incontri speciali, brevi ma intensi».
Attivo dal 2004, il cantautore ha pubblicato il suo ultimo album Blume nel 2019, prima che ogni possibilità di fare concerti venisse di fatto annullata: «In questo periodo essere artista vuol dire avere il coraggio di reinventarsi – prosegue – e di guardare alle cose in modo creativo, bisogna trovare degli spazi in questo enorme vuoto musicale e sapere come riempirli».
Ecco allora Canzoni al telefono, progetto attivo dal novembre dello scorso anno. «L’idea nasce cinque anni fa, ma ho deciso di riprenderla quando mi sono trovato in questo periodo con un vuoto lavorativo enorme. Con degli amici – ci spiega Caria – abbiamo sviluppato un sito e da lì si è aperta per me una grandissima avventura. Prendo il telefono, chiamo una persona che non conosco e le dedico una canzone».
Come funziona? Basta compilare l’apposito form con i propri dati, la dedica per la persona a cui si vuole “regalare” la canzone e i suoi contatti.
Sarà possibile scegliere il pezzo da un repertorio molto vasto. Si va dai classici della musica italiana agli artisti di fama internazionale come i Beatles, David Bowie e Bob Marley: «Sono brani adatti a qualunque tipo di orecchio – spiega – ma anche dal mio repertorio originale» .
Solo dopo che la canzone sarà stata donata si potrà effettuare un’offerta libera per sostenere l’iniziativa, che sta raccogliendo un numero di consensi sempre maggiore.
«Mi ricordo tante delle persone che ho chiamato – ci rivela il musicista – perché si tratta di incontri speciali: mi hanno raccontato come si sentivano, come andava la loro vita… Ormai sono più di 300 dediche».
Ci sono state esperienze diverse, anche molto toccanti: «Mi è capitato di cantare per persone in ospedale. La potenza di questa piccola idea così semplice può andare a toccare veramente fasce della società deboli – prosegue un emozionato Caria – come i malati terminali e le persone in carcere. È uno strumento che porta non solo la musica, ma anche l’artista a casa della persona che riceve la chiamata».
Le iniziative di Caria, che è in cerca di nuovi cantautori volontari per ampliare il progetto, non finiscono qui: «L’11 e il 12 giugno sarò in scena alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino per Luce26692, uno spettacolo ideato e diretto da Barbara Altissimo – conclude l’artista – per il quale ho collaborato ideando la colonna sonora».
L’opera segue le testimonianze di Elena Recanati, torinese nata nel 1922, ebrea deportata e sopravvissuta agli orrori della guerra, con un filo narrativo che si intreccia a una grande storia d’amore vissuta in quel periodo così difficile.