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25 Maggio 2021

Vasco Brondi e Cosmo guardano al futuro con due nuovi album

Il mese di maggio ha visto il ritorno sulla scena di due fra gli artisti italiani che hanno segnato l’ultimo decennio

Aurora Saldi

Vasco Brondi sul palco

Paesaggio dopo la battaglia è il nuovo album di Vasco Brondi

Tra cantautorato, sperimentazioni e musica elettronica, Vasco Brondi e Cosmo sono state tra le personalità musicali più influenti dell’ultimo decennio in Italia. Dopo qualche anno di silenzio ora sono tornati con due dischi musicalmente diversi tra loro, ma significativi per la rispettiva storia artistica.

VASCO BRONDI – PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA
Con Paesaggio dopo la battaglia Vasco Brondi firma il suo primo album dopo la fine del progetto Le luci della centrale elettrica.
Al centro del disco ci sono i temi della rinascita e del cambiamento, di come il respiro umano possa allinearsi a quello cosmico, del pianeta che nonostante tutto va avanti. Alcune tracce, come 26000 giorni, Luna crescente e Il Sentiero degli Dei sono molto vicine alla produzione di Brondi precedente, soprattutto quella di Terra (2017). Anche Ci abbracciamo – uno dei singoli che ha anticipato l’uscita dell’album – è un pezzo che, per quanto innervato da una spinta vitale contagiosa e urgente, non si allontana troppo dai sentieri già percorsi in passato dal cantautore ferrarese.
L’aspetto più interessante del disco è senz’altro quello sonoro, come dimostrano Città aperta e Due animali in una stanza che, a fronte di testi non troppo originali, propongono una base quasi orchestrale, o Adriatico, un vero e proprio valzer cantato. Anche Mezza nuda è una traccia interessante, che per certi versi ricorda alcune sonorità r&b degli anni Novanta, ma non è altrettanto forte sul piano testuale.
Purtroppo, l’impressione di tutto l’album è infatti quella di una discreta sperimentazione sonora, spesso anche molto lontana dal passato di Brondi, che fa però da base a testi a volte un po’ retorici. A esclusione di Chitarra nera – traccia finalmente intima e profonda e vero capolavoro del disco – sembra che Paesaggio dopo la battaglia manchi di una reale identità musicale e tematica, aspetto invece molto forte nella produzione de Le luci della centrale elettrica.
Resta comunque un buon disco da ascoltare per immaginare un futuro nuovo, soprattutto dopo la pandemia, come accade nella festosa title track, nelle cui sonorità riecheggia la grande tradizione cantautoriale italiana di Lucio Dalla e Rino Gaetano.

COSMO – LA TERZA ESTATE DELL’AMORE
Tre anni dopo il grande successo di Cosmotronic (di cui avevamo già parlato) proprio quando sembrava che la sua maturità artistica fosse giunta al culmine, Cosmo ci ha stupiti di nuovo.
La terza estate dell’amore è un album rigenerante, balsamico, politico e tecnicamente brillante, capace di concretizzare quel “Batto i piedi sulla schiena di una civiltà in declino” che l’artista cantava nell’album precedente con Ho vinto. L’immagine alla base del disco è infatti quella di un gruppo di persone che balla tra le macerie della civiltà, mentre la natura selvaggia si riprende lo spazio urbano e lo contamina.
Così veniamo trascinati in “scantinati, boschi, isole d’amore”, come Cosmo canta in La musica illegale: un’atmosfera magica e psichedelica pervade l’album, che è anche pregno di istanze politiche. Nel manifesto che ha accompagnato l’uscita del disco, Cosmo scrive infatti: “Questo messaggio è dedicato a chiunque si sia visto rubare tutto il tempo migliore della propria vita, a chi crede nell’aggregazione e nello spirito di comunità, a chiunque voglia prendere questa grande macchina e sedersi accanto al pilota per farla rallentare, sostare, ripartire quando è il momento. Verso destinazioni ed esperienze altre. Verso il futuro”.
Al contrario del disco di Vasco Brondi, l’identità de La terza estate dell’amore è molto forte: Cosmo dimostra la sua crescita anche a livello tecnico, con un album di musica elettronica ancora più raffinato del precedente. Tra le tracce, sicuramente interessanti sono la già citata La musica illegale, la divertente Mango e l’eccezionale Vele al vento, senza dubbio il pezzo più curato e riuscito dell’album, ma anche il dichiarato omaggio a Lucio Battisti, Fresca. A proposito dell’ordine delle canzoni, Cosmo ha rivelato: «Comincia con il conflitto, con pezzi bellicosi e quasi di protesta come Dum dum e Antipop, e si conclude con Noi, un invito a immedesimarsi completamente negli altri e a ritrovare un contatto con la natura».
La terza estate dell’amore immagina il domani, ma lo fa abbracciando mondi ancora sconosciuti, dimensioni nuove: non spinge a ricostruire ciò che è perduto, ma a ballare tutti insieme sulle rovine, ritrovandoci e scoprendo il futuro.

 

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Categorie: Musica

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