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8 Luglio 2021

Ludopatia: quando giocare non fa bene

Sempre più adolescenti cadono vittima dei giochi d’azzardo online, in cui il brivido della scommessa può sfociare in patologia

Giovanni B. Corvino

Fiche e carte da gioco su portatile - ludopatia

La ludopatia è diffusa anche tra i giovanissimi

La dipendenza dal gioco è un fenomeno in continua crescita. A confermarlo sono i dati dell’Agenzia Dogane Monopoli, che denunciano un aumento annuo dal 2017.
Il fenomeno riguarda anche i giovani poiché i casinò online attraggono sempre più adolescenti, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo in cui la chiusura di molti locali e centri di divertimento ha spostato lo svago soprattutto in rete. Secondo uno studio pubblicato nel 2018 dall’Istituto Superiore della Sanità, in Italia il 29,2% degli studenti tra i 14 e i 17 anni (670mila ragazzi) dichiara di aver praticato gioco d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l’intervista. Tra questi giovani giocatori il 3,5% è considerato a rischio (oltre 80mila soggetti) e il 3% problematico (quasi 69mila).
Il Centro Pediatrico per la Psicopatologia da web del Policlinico Gemelli di Roma già nel 2016 sosteneva la necessità di maggiori misure di contrasto a questa sempre più frequente forma di dipendenza, la ludopatia.

RICONOSCERE I SINTOMI
Come capire se qualcuno ha una dipendenza dal gioco? Il ricercatore Jeroen S. Lemmens dell’Università di Amsterdam ha individuato alcuni sintomi comuni nei giovani, affinché sia più facile comprendere quando è il caso di chiedere aiuto ai servizi territoriali.
In primis, bisogna osservare quante ore giornaliere vengono trascorse giocando o pensando al gioco.
Successivamente, è necessario constatare se il soggetto ricorre alla menzogna per quantificare il tempo passato davanti al monitor del computer.
Inoltre, se resta molto da solo compromettendo le proprie relazioni interpersonali e se anche il rendimento scolastico o lavorativo subisce un calo, allora è plausibile ritenere che la patologia abbia preso il sopravvento.
Altri elementi a cui è bene prestare attenzione sono infine il ciclo sonno-veglia e gli sbalzi d’umore: i giocatori patologici hanno maggior difficoltà ad addormentarsi e mantenere il riposo e possono passare rapidamente dalla più grande euforia a momenti di grande tristezza.

A CHI RIVOLGERSI
Quando si evidenziano più comportamenti tra quelli sopradescritti, per ulteriori informazioni o per richieste di aiuto è possibile rivolgersi al Servizio dipendenze patologiche dell’Asl della propria città. Per quanto concerne Torino, la sede competente è in via Petitti 24.
In virtù delle normative vigenti viene garantito l’anonimato (se espressamente sollecitato) e non è richiesto l’intervento del medico di famiglia per avere accesso gratuito al servizio. Inoltre possono beneficiarne anche tutti gli stranieri con regolare permesso di soggiorno in Italia.
Circa il trattamento, ogni caso è da considerarsi a sé. Ne consegue che può essere necessario l’uso di farmaci, interventi psico-socio-assistenziali, o entrambi. Da non trascurare è la presenza della famiglia, anch’essa chiamata a partecipare attivamente nella ripresa dalla patologia.
Qualora invece si cerchino altri servizi territoriali, come ad esempio i gruppi di auto-mutuo-aiuto, ci si può rivolgere all’associazione Giocatori Anonimi Italia, punto di riferimento per ridurre al minimo il rischio di ricaduta una volta combattuta la dipendenza.

 

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Categorie: Cultura

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