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23 Luglio 2021

Il turismo spaziale pericoloso per l’ambiente?

Dopo i voli di Richard Branson e Jeff Bezos sono molti i progetti per portare passeggeri in orbita, ma questo nuovo settore preoccupa ambientalisti e studiosi

Sara Albanese

Partenza di razzo spaziale - turismo spaziale

Il turismo spaziale può nuocere all’ambiente

Chi non sogna di poter viaggiare nello spazio? Peccato che a oggi sia un privilegio per pochi. Ce l’hanno dimostrato i miliardari Richard Branson e Jeff Bezos, che di recente hanno realizzato i loro primi voli orbitali. L’imprenditore inglese ha viaggiato l’11 luglio con la Virgin Galactic, compagnia da lui fondata nel 2004 per realizzare voli spaziali commerciali: per i primi passeggeri il prezzo del biglietto sarà di circa 250mila dollari. Invece il fondatore di Amazon ha portato a termine il suo primo volo orbitale il 20 luglio con la sua Blue Origin, società creata nel 2000.
Sembra quindi essere un anno intenso per il cosiddetto “turismo spaziale”, ma al di là dei grandi colossi esiste un intero sistema di startup che cercano di costruire e innovare questo settore, il quale però potrebbe essere pericoloso per l’ambiente.

LE STARTUP DEL TURISMO SPAZIALE
In marcia per lo spazio troviamo la Orbital Assembly Corp, una società di costruzioni su larga scala il cui obiettivo è sviluppare stazioni spaziali. Uno dei progetti più importanti prende il nome di Voyager Station, che sarà in grado di ospitare fino a 400 persone con un albergo di lusso per accogliere i nuovi turisti. Gli ospiti potranno vivere un’esperienza simile a quella offerta da una crociera con ristoranti, bar, palestre e suite sfruttando il principio della gravità artificiale, che potrà essere attivata o “spenta” a proprio piacimento.
Un’altra startup che vale la pena menzionare è la londinese Space Perspective, che intende portare i viaggiatori nello spazio con una mongolfiera completamente arredata. La capsula, chiamata Neptune, è progettata per 8 passeggeri e il prezzo del biglietto sarà di 125mila dollari a testa.

I POSSIBILI RISCHI AMBIENTALI
Salire su un’astronave e ammirare il pianeta dall’alto sarà sicuramente un’esperienza eccezionale, ma non è da sottovalutare l’impatto che può avere sull’ambiente. Il nuovo settore spaziale potrebbe causare nel prossimo futuro enormi danni al nostro pianeta, se pensiamo ad esempio che il lancio di un razzo in orbita comporta un notevole quantitativo di emissioni di CO2 nella parte superiore dell’atmosfera, dove può persistere per almeno due o tre anni.
Ovviamente, paragonata all’effetto di grandi attività industriali attive 24 ore su 24, i viaggi spaziali non sembrano essere per ora un grosso problema. Ma se i lanci dei veicoli diventassero più frequenti? A segnalare quali potrebbero essere i costi ambientali è la dottoressa Eloise Marais, professoressa di Geografia Fisica presso l’University College di Londra, che in un articolo sottolinea: “La combustione di propellenti che fornisce l’energia necessaria per lanciare i razzi nello spazio genera gas serra e inquinamenti atmosferici”. Secondo un altro studio pubblicato già anni fa sulla rivista Nature, un migliaio di lanci di razzi potrebbe aumentare la temperatura ai poli di 1° C e ridurre la superficie di ghiaccio dal 5 al 15%.
Se immaginiamo un futuro in cui possiamo prenotare un volo spaziale con la stessa facilità con cui organizziamo un viaggio aereo, a lungo andare probabilmente non potremo più tornare sulla Terra.

 

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Categorie: Tecnologie

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