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8 Settembre 2021

Morning, il podcast per capire i giornali

Quali sono i meccanismi dietro le scelte redazionali dei quotidiani cartacei? Li svela la rassegna stampa del giornalista Francesco Costa

Fabiana Re

Scritta Morning Il Post su sfondo sfumato

Morning è il podcast del giornalista Francesco Costa

Caffè, fette biscottate e… «Questo è Morning, cominciamo». La voce di Francesco Costa dà un nuovo senso alla routine mattutina. Dallo scorso maggio il giornalista e vicedirettore della testata online Il Post conduce il podcast Morning: un episodio al giorno dal lunedì al venerdì, sfornato puntuale prima delle otto, per accompagnare il risveglio con le notizie della giornata. Lo si può ascoltare sull’app del giornale e, da questa settimana, anche sulle classiche piattaforme dedicate ai podcast. Resterà gratuito fino al 15 ottobre, data in cui entrerà a far parte dell’abbonamento al giornale (8 euro al mese).
Morning è, in due parole, una rassegna stampa. Ogni mattino Francesco Costa sfoglia per noi i principali quotidiani e ne legge gli estratti delle notizie più rilevanti. Si può ascoltare il podcast semplicemente per restare aggiornati su quanto accade nel mondo, ma sarebbe uno spreco limitarsi a ciò. Morning è infatti anche un corso di giornalismo sotto mentite spoglie, che illustra magistralmente il rapporto tra realtà e informazione nelle redazioni di oggi.

LEGGERE LA REALTÀ ATTRAVERSO I QUOTIDIANI
Episodio dopo episodio, Costa aiuta i suoi ascoltatori a leggere con occhio critico le notizie sui giornali cartacei. Non si tratta solo di conoscere le vicende più importanti, ma soprattutto di capire perché sono accadute e come se ne parla sui quotidiani. Ogni testata ha il suo tono narrativo, il suo approccio, la sua posizione politica (più o meno esplicita): informarsi con uno sguardo trasversale permette di riconoscere le questioni nella loro complessità e problematizzarle, andando oltre la retorica e i toni altisonanti dei titoli in prima pagina.
Il podcast è poi l’ideale per “unire i puntini”, per dirlo alla Francesco Costa, e seguire i fatti sui giornali come fossero una serie tv. Le storie evolvono come vicende seriali: bisogna conoscere gli episodi precedenti per interpretare gli avvenimenti del presente e calarli nel giusto contesto.

QUALCHE PILLOLA DI GIORNALISMO
L’informazione sui giornali cartacei può essere fatta molto bene o “molto meno bene”. Morning aiuta ad apprezzare i pezzi ben scritti e a scovare quelli tendenziosi, svelando il dietro le quinte delle scelte redazionali.
Tra i meccanismi giornalistici più problematici della carta stampata vi è la scelta dei titoli. Questi devono avere una certa lunghezza: il margine della pagina è un confine che non può essere valicato. Il ridotto numero di caratteri disponibili però spesso porta a semplificare eccessivamente il messaggio, talvolta a banalizzarlo e appiattirlo. Quante volte i titoli sbandierano la frase “È polemica”? Come fa notare Costa, l’esigenza di sintesi va a danno di storie con sfumature complesse, che inizialmente di polemico avevano ben poco.
Tra i cavalli di battaglia delle redazioni vi sono anche i virgolettati fasulli. Fanno bella mostra di sé come titoli, attirano l’occhio… Ma talvolta leggendo l’articolo si capisce che le parole originarie sono state manipolate per diventare più accattivanti. Il vicedirettore del Post ha inoltre inaugurato l’Osservatorio degli Anniversari celebrati in anticipo: pur di dare la notizia prima degli altri, spesso i giornali ricordano compleanni e ricorrenze con giorni, se non settimane, di preavviso.

ALLA RICERCA DELL’INDIPENDENZA VENDUTA?
In diversi episodi Costa ha parlato della delicata situazione economica delle aziende editoriali. I giornali cartacei non attraversano un periodo fiorente, tra la riduzione delle copie vendute, la spietata concorrenza delle testate online e il calo degli introiti pubblicitari. Ed è quando il margine di profitto si fa più risicato che si rischia che la voce di una testata diventi sempre meno indipendente. I rapporti di forza con i suoi inserzionisti cambiano: pur di non perdere il supporto delle aziende che investono in promozione, un giornale può essere disposto a far uscire pezzi con pubblicità occulte, o a usare toni molto cauti quando quelle stesse imprese sono coinvolte in inchieste o vicende giudiziarie.
Ciò, ovviamente, va a scapito della qualità dell’informazione. Si può discutere se una testata giornalistica possa vivere sugli introiti pubblicitari, o se invece il miglior modo per preservarne l’indipendenza sia qualche forma di sussidio pubblico. Quel che è certo è che ciò che leggiamo – o non leggiamo – sui giornali plasma la nostra idea della realtà.

 

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Categorie: Tecnologie

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