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13 Settembre 2021

Kim Noble, 13 artisti in una sola

L’incredibile storia della pittrice inglese con disturbo di personalità multipla che, attraverso l’arte, riesce a esprimere tutte le sue identità

Giovanni B. Corvino

Donna seduta con capelli lunghi castani - Kim Noble

Kim Noble convive con 20 personalità, di cui 13 artistiche

All’anagrafe si chiama Kim Noble, ma dentro di sé è 20 persone diverse, di cui 13 amanti dell’arte. Parliamo di una pittrice londinese sessantunenne a cui stato diagnosticato, quando era adolescente, un disturbo dissociativo che ha comportato l’alterazione del suo sé in ben 20 nuove individualità.
All’origine del suo disturbo mentale vi è un trauma infantile causato da una serie di abusi sessuali di cui una delle personalità, in particolare, racconta i dettagli attraverso quadri che hanno una buona vendita nel mercato dell’arte. Quando era solo una bambina, per far fronte al dolore durante uno dei tanti episodi di violenza, Kim avrebbe scisso la sua personalità, dissociandosi da quel momento e lasciando spazio a una nuova identità, che avrebbe raccolto tutta quella sofferenza. Altri traumi nella sua vita avrebbero poi dato origine ad altre personalità, tutte aventi l’obiettivo di salvaguardare il corpo e la mente di Kim da possibili atti di autolesionismo, se non addirittura dal suicidio.

LA SCOPERTA E LE PERSONALITÀ
L’artista si è resa conto che qualcosa in lei non funzionava come doveva quando, da adolescente, si è ritrovata davanti alla porta di casa un uomo che affermava di frequentarla da anni, ma lei era convinta di non averlo mai visto. Molte altre volte i suoi fidanzati la accusavano di tradimento perché spesso veniva vista intrattenersi con altri ragazzi, ma lei non aveva memoria di quegli avvenimenti.
Attraverso un processo psicoterapeutico e medico oggi Kim ha consapevolezza che in lei convivono in tutto 20 persone, di cui 13 sono dei veri amanti dell’arte. Tra di loro non avviene la condivisione della memoria, come invece la ricerca scientifica ha registrato in altri casi. Per questo motivo Kim ha avuto difficoltà ad avere una relazione stabile e tuttora la sua vita non è delle più facili.
Nonostante ciò, le sue personalità funzionano come un sistema integrato in cui ognuna ha dei compiti o dei ruoli. Tra queste sono presenti Patricia (che che si occupa di tutte le faccende quotidiane), Salome (una devota cattolica), Ken (un ragazzo omosessuale che soffre di depressione), oltre alle varie identità artistiche, come Abi e Bonny.

LA FIGLIA E IL SUPPORTO TERAPEUTICO
Malgrado le difficoltà psicologiche che questo disturbo comporta, Kim ha avuto una figlia, Aimee. In realtà, secondo l’artista londinese non sarebbe stata lei a partorirla, ma Dawn, una delle sue personalità. A tal proposito ha spiegato: «Solo uno di noi poteva esserci alla nascita. Non potevamo essere tutti lì perché solo una persona può essere al comando» e, di conseguenza, Kim non sarebbe la vera madre dell’oggi poco più che ventenne Aimee, perché in quel momento lei non era presente. Nonostante ciò, la ragazza ha dichiarato che non è stato difficile essere cresciuti da una donna con 20 personalità distinte, perché con tutte loro è riuscita a creare un legame, semplicemente parlandoci.
Questo è stato possibile anche al supporto terapeutico che Kim ha ricevuto durante gli anni. Per comunicare con lei e le altre identità il suo psicologo manda una mail a ognuna di loro, prendendo un appuntamento: l’artista ha infatti 20 indirizzi e-mail diversi.
Probabilmente il sostegno psicoterapeutico non finirà mai e Kim Noble non riuscirà a integrare tutte le sue personalità in un’unica identità data la sofferenza provata durante l’infanzia – e neanche sembra volerlo – ma oggi è un’artista di successo, felice della propria vita. Questa è l’unica cosa che conta.

 

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Categorie: Cultura

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