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23 Settembre 2021

Quando l’uomo è vittima di violenza domestica

In un recente libro due studiosi norvegesi esplorano questa forma poco conosciuta di maltrattamento familiare

Giovanni B. Corvino

Uomo in penombra con mani sul volto - violenza domestica

Anche l’uomo può essere vittima di violenza

Il libro Men’s Experiences of Violence in Intimate Relationships, scritto dai ricercatori dell’Università di Oslo Marianne Inéz Lien e Jørgen Lorentzen e scaricabile gratuitamente online, analizza la violenza fisica e psicologica subita dagli uomini norvegesi all’interno di relazioni eterosessuali e omosessuali.

UN TEMA SCOMODO
Questo tema non ha mai ottenuto grande interesse da parte della comunità accademica, a causa di pregiudizi e stereotipi che considerano gli uomini perpetratori di atti violenti, piuttosto che vittime.
Il volume cerca di confutare tale falsa credenza proponendo, attraverso analisi statistiche circa i maltrattamenti domestici, una nuova visione della violenza: anziché considerarla legata alla mascolinità e femminilità di chi la subisce, il testo propone di osservarla in termini di supremazia psicologica, a partire da un’indagine empirica.
Di conseguenza il libro si pone interrogativi a cui risponde attraverso le storie di vita delle vittime che hanno partecipato allo studio. Come viene vissuta dagli uomini una relazione intima violenta? Di quale tipo di aiuto hanno bisogno e come lo richiedono? Quali sono i servizi pubblici disponibili per contrastare la violenza all’interno di una relazione di coppia?

RICONOSCERE LA VIOLENZA
Le forme di violenza note sono quelle legate alla sfera sessuale, fisica, psicologica ed economica ma, dai racconti di chi ha partecipato allo studio, emergono anche la violenza materiale e quella latente. Con la prima si intende il distruggere o danneggiare oggetti cari al partner, mentre la violenza latente concerne il timore che un episodio violento possa verificarsi nuovamente. Ad esempio, sbattere la porta con una certa forza può far presagire che un atto aggressivo – psicologico o fisico – stia per compiersi, poiché è già avvenuto allo stesso modo in passato.
Dall’intervista a Fredrik, contenuta nel libro, è più facile comprendere questo meccanismo. L’uomo, da piccolo vittima di abusi, ha problemi di autostima che ha cercato di risolvere con l’aiuto di sua moglie. Egli si è reso però conto che la donna, anziché essere di supporto, compieva micro-atti di aggressione di cui era difficile accorgersi, perché anticipate anche solo dal cambio di tono della voce. Questa nuova percezione circa una violenza imminente suscitava subito in lui ansia e disperazione, tanto da spingerlo quasi al suicidio.

I CENTRI IN ITALIA
Chiedere aiuto è l’unico modo per uscire da un circolo vizioso di violenze, di cui spesso si ignora l’impatto sulla propria vita. In Italia l’attenzione su questo tema è cresciuta sensibilmente a seguito del lockdown, periodo durante cui il 1522 – numero nazionale per le richieste di aiuto e sostegno per le vittime di violenza domestica e stalking – ha ricevuto molte telefonate.
Oggi è possibile rivolgersi a diverse realtà che aiutano in modo specifico gli uomini vittime di violenze, offrendo a seconda dei casi supporto psicologico, legale ed economico. Tra i centri italiani troviamo Ankyra operante a Milano, l’Associazione Perseo con sedi a Milano e Chieti e l’Avu – Associazione Violenza sugli Uomini di Catania. È possibile contattarli telefonicamente o tramite mail per esporre il proprio malessere e valutare insieme la migliore tra le soluzioni possibili.

 

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Categorie: Cultura

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