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20 Ottobre 2021

JobAct, il laboratorio teatrale che aiuta a trovare lavoro

Alla Cascina Roccafranca è iniziato un percorso innovativo che affianca la formazione artistica all’orientamento professionale

Fabiana Re

Corso di teatro - JobAct

JobAct abbina tecniche teatrali e ricerca del lavoro

Se è vero che, come sosteneva Shakesperare, tutto il mondo è un palcoscenico, allora le tecniche teatrali possono essere d’aiuto in ogni ambito della vita, anche nella ricerca di un impiego. È l’intuizione del teatro sociale e pedagogico, utilizzato a Torino dal progetto JobAct  per preparare al mondo del lavoro.

COS’È
Si tratta di un progetto innovativo nato in Germania (e poi diffuso con successo in Spagna, Portogallo, Francia e Italia) che risponde alle esigenze del le persone disoccupate con strumenti artistici e creativi. Anche a Torino è possibile prendervi parte grazie all’impegno della Casa del Lavoro, agenzia per il lavoro che fin dal 2017 propone percorsi teatrali finalizzati all’orientamento professionale.
In questi giorni JobAct è ripartito con un nuovo gruppo di giovani alla ricerca di un impiego. Si incontreranno tre volte a settimana presso la Cascina Roccafranca: qui si terrà il laboratorio di teatro, strumento di sviluppo di abilità personali, competenze comunicative e autostima. A questo si unisce una fase di orientamento al lavoro, che sfocerà in un tirocinio retribuito in azienda a partire da gennaio 2022.

COME NASCE
Secondo Diego Coriasco, fondatore della Casa del Lavoro, è stata la frustrazione a spingere lui e i suoi colleghi ad adottare un nuovo approccio al problema della disoccupazione: «Ci siamo trovati a criticare gli strumenti che avevamo a disposizione per lavorare con le persone alla ricerca di impiego – spiega – ovvero una serie di attività codificate che riteniamo non siano complete. Sono sempre le stesse, ma spesso il target non è in grado di aderirvi». Un esempio pratico: è difficile forzare un ragazzo che ha abbandonato la scuola a seguire ore di formazione frontale, seduto a un tavolo, o a fare un bilancio delle proprie competenze: «Ha abilità di altro tipo, che vanno sprigionate in modo diverso» dice.
Entra così in gioco la formazione di Diego Coriasco, che ha studiato pedagogia e conosce il teatro come strumento educativo. Inizia a riflettere sulla sua applicazione alla ricerca del lavoro e scopre che in Germania c’è un’organizzazione che lo sta già facendo: si chiama Projektfabrik e dal 2005 unisce con successo attività di job placement e formazione teatrale. Le due realtà stringono una partnership nel 2016: da allora la Casa del Lavoro propone sul territorio torinese il metodo tedesco.

I LIMITI ISTITUZIONALI
Il primo JobAct è del 2017 e tutti i suoi 15 partecipanti nel tempo hanno trovato lavoro. Dati i buoni risultati, il percorso è stato riproposto altre sei volte, rivolto sia a giovani sia ad adulti.
I numeri sono piccoli, ma i presupposti per il successo ci sono tutti. Basta guardare all’esperienza di Projektfabrik: in questi anni il metodo è stato applicato in 110 città tedesche con la partecipazione di oltre 5mila persone. Di queste, il 40% è stato poi assunto e un ulteriore 20% ha scelto di concludere il percorso scolastico interrotto o di proseguire la propria formazione.
Coriasco ritiene però difficile che in Italia possa raggiungere la stessa portata: sebbene i suoi colleghi mostrino interesse verso il programma, il problema riguarda i processi decisionali troppo burocratici. «Provo da anni a far passare l’idea che JobAct possa entrare negli standard operativi degli strumenti delle politiche del lavoro, ma la proposta non è mai stata neppure discussa», dice.
In Germania è diverso: «Il piano politico e quello tecnico sono separati – spiega Coriasco – perché una commissione tecnica giudica le proposte delle organizzazioni private da inserire nelle politiche di ricerca del lavoro, e questa ha ritenuto quella di Projectfabrik fattibile ed efficace». A Torino, a rendere JobAct possibile è invece il contributo della Compagnia di San Paolo all’interno del progetto Net – Cerchiamo lavoro, insieme. Nonostante le sfide, Coriasco è propositivo: «Lavoriamo affinché JobAct non finisca e anzi si moltiplichi».

 

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Categorie: Lavoro

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