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8 Novembre 2021

Insegnare nella scuola pubblica: piccola guida per aspiranti docenti

Qualche consiglio per destreggiarsi fra requisiti, concorsi, graduatorie e la cosiddetta Mad (Messa a disposizione)

Adele Geja

Docente in classe con alunni - aspiranti docenti

Per diventare docenti occorre orientarsi fra requisiti, concorsi e graduatorie

Se avete sempre sognato di stare dall’altro lato della cattedra o se avete considerato quest’opportunità solo recentemente, vi sarete sicuramente imbattuti in astruse procedure burocratiche, modulistica incomprensibile e noiose tabelle ministeriali. La cosa migliore è armarsi di un’infinita dose di pazienza: proviamo a fare chiarezza sui passaggi principali per orientarsi in questo mondo.

I REQUISITI
Per prima cosa occorre consultare la tabella A del DM 259 del 09/05/2017 del Ministero dell’Istruzione, verificando a quali classi di concorso si può aspirare a seconda del proprio percorso universitario, prestando molta attenzione anche agli specifici requisiti curriculari richiesti: spesso infatti bisogna integrare nel proprio piano di studi alcune materie che consentono di accedere alla cattedra desiderata.
Poi c’è un altro passaggio formativo da completare, ovvero l’acquisizione dei famosi quanto temuti 24 Cfu nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, tramite i crediti liberi o sovrannumerari del proprio piano carriera, oppure mediante un unico corso erogato dagli enti universitari preposti alla formazione dei docenti – per UniTo il Cifis – o privatamente, spesso in università telematiche.
Norma transitoria in attesa di una procedura definitiva di formazione dei docenti e nonostante le recenti discussioni sulla loro effettiva utilità, questi Cfu attualmente sono ancora requisito obbligatorio insieme alla laurea magistrale per partecipare al concorso ordinario per la scuola secondaria e per iscriversi nelle graduatorie per le supplenze.

IL CONCORSO
La procedura di reclutamento dei docenti della scuola pubblica negli ultimi anni è cambiata più volte, creando molta confusione soprattutto per quanto riguarda gli aspiranti insegnanti della scuola secondaria. Si è passati infatti da percorsi di formazione post-universitaria come la Siss (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario) e il Tfa (Tiricinio Formativo Attivo) al mai avviato Fit (Formazione Iniziale e Tirocinio), proposto dalla Buona Scuola del governo Renzi.
Attualmente invece, per partecipare al concorso ordinario non sono necessari ulteriori abilitazioni post-laurea ma semplicemente il titolo di studio magistrale, con tutti i crediti specifici per la propria classe di concorso – ovvero il codice che identifica i requisiti accademici utili per accedere ad una certa cattedra di insegnamento – e il possesso dei 24 crediti.
Nel 2020 erano stati banditi dal Ministero dell’Istruzione due grandi selezioni per il personale scolastico, che, rimandate per via della pandemia, saranno probabilmente fatte partire nei prossimi mesi, anche se non si sa ancora nessuna data ufficiale. I candidati che supereranno la selezione accederanno a un percorso annuale di formazione iniziale e prova al termine del quale, previa valutazione positiva, saranno immessi in ruolo.

LE GRADUATORIE PER LE SUPPLENZE
A causa della scarsa frequenza dei concorsi, la maggior parte dei docenti lavora per molto tempo in modo precario tramite supplenze, “riempiendo” i vuoti lasciati nell’organico in seguito alle immissioni in ruolo.
Gli insegnanti supplenti vengono reclutati tramite graduatorie ministeriali di diverse tipologie. Quelle accessibili anche ai neolaureati dotati dei requisiti curriculari e dei 24 Cfu sono le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (Gps), procedure digitalizzate di assegnazione delle cattedre scoperte, avviate nel luglio 2020 dall’allora Ministra dell’istruzione Azzolina. Hanno validità biennale e riapriranno nella primavera-estate 2022. Il punteggio è basato su diversi criteri di merito come il voto di laurea, il possesso di master, dottorati, corsi di perfezionamento o certificazioni linguistiche e informatiche oltre ai titoli di servizio, ovvero le ore di supplenza già svolte per la propria classe di concorso.
Ogni docente potrà iscriversi alle Gps per una sola provincia ma per più classi di concorso e può presentare domanda anche per l’inserimento nelle graduatorie di istituto, indicando fino a 20 istituzioni scolastiche nella medesima provincia scelta. Mentre le Gps servono per coprire contratti di supplenza annuali, le graduatorie di istituto sono maggiormente utilizzate per supplenze brevi.

LA MESSA A DISPOSIZIONE
Ci sono poi casi – soprattutto per alcune province o per le classi di concorso scientifiche – in cui per “tappare i buchi” nell’organico non sono sufficienti le graduatorie e il reclutamento dei supplenti avviene quindi tramite la Messa a disposizione (Mad): si tratta di un’istanza informale inviata dagli aspiranti docenti direttamente alle scuole, tramite piattaforme online o posta elettronica, che certifica la propria disponibilità a prestare servizio in caso di necessità.
Si tratta di un’ottima opportunità per chi è ancora studente o per chi attende l’apertura delle graduatorie: è possibile inviare il modulo in più province e non è necessario possedere tutti i requisiti richiesti per l’iscrizione in graduatoria o il concorso.

 

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Categorie: Lavoro

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