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13 Maggio 2024

Giovanni Allevi al Salone del Libro: la riscoperta della fragilità

Abbiamo partecipato all’incontro con il musicista che, con ironia e sincerità, ha intrattenuto e commosso il pubblico con un racconto molto personale

Mara Mattioda

uomo con capelli ricci e grigi vestito di nero parla ad una conferenza - Giovanni Allevi

Giovanni Allevi al Salone del Libro

Una chiacchierata tra libri e musica diventa una profonda riflessione sulla forza della fragilità, sulla malattia e sull’importanza della cultura: venerdì l’incontro con il Maestro Giovanni Allevi al Salone del Libro di Torino comincia con una standing ovation da parte del pubblico che si alza per accogliere l’artista, visibilmente commosso.

Il ritorno sul palco dopo la malattia (ad Allevi nel 2022 è stato diagnosticato un mieloma) è il primo argomento di cui parla il musicista: «Mi sono ritrovato davanti al pianoforte con il dolore alla schiena e il tremore alle mani», dice, spiegando anche quanto tutto questo lo abbia influenzato psicologicamente, tanto da fargli pensare di dichiarare il suo addio alle scene. «Perché non l’ho fatto? Perché c’era un affetto del pubblico incredibile», confessa specificando quanto la psicoterapia lo abbia aiutato ad affrontare il problema. Allevi spiega anche come questo tour sia l’occasione per portare la propria fragilità sul palco e trasformarla in forza, con l’obiettivo di trasmettere questo messaggio anche ai suoi fan.

Si parla poi del monologo portato quest’anno al Festival di Sanremo e di quanto sia stato per lui sinonimo di grande responsabilità: «Volevo andare a distruggere i capisaldi del modo di pensare comune della società contemporanea», come l’idolatria del numero per cui «tutto ciò che facciamo risulta di valore se rapportato a dei numeri». Allevi tocca l’argomento dell’importanza di riuscire ad essere liberi dal giudizio esterno: «Sono tutti concetti che in 30 anni di carriera ho vissuto sulla mia pelle in maniera negativa: la pressione dei numeri, il fatto di essere continuamente giudicati, allora ho voluto liberarmi anche di questo». Il musicista aggiunge anche di aver voluto manifestare vicinanza a chi si trovava in una situazione di dolore fisico o psicologico, portando con sé idealmente tutte le persone che soffrono – o come li definisce lui, eroi – sul palco dell’Ariston.

Il discorso sulla malattia è il filo conduttore del talk, ma il pianista si sofferma in particolare su come la meditazione lo abbia aiutato ad accogliere il dolore: «Perché se lo accolgo fa meno paura».
Allevi racconta poi di come, nonostante le difficoltà, la sua creatività non abbia subito alcuna battuta d’arresto: «Mi viene un po’ da ridere perché durante il lungo periodo della degenza in ospedale ero sotto effetto di potenti farmaci antidolorifici, non specifico di più perché poi diventa diseducativo quello che sto per dire – scherza – ma questa situazione ha liberato totalmente la mia ispirazione, quindi ho scritto tantissima musica». Aggiunge di aver composto, in pochi mesi, 7 ore di musica per pianoforte che nella sua “vita passata” gli avrebbero richiesto almeno 14 anni di lavoro. Parla anche del brano Mieloma, un concerto per violoncello e orchestra dedicato alla malattia, che Allevi ha cominciato a creare nell’esatto momento in cui gli è stata comunicata la diagnosi: «La prima cosa a cui ho pensato è stata: a quali note musicali corrisponde la parola mieloma?».

Per ultimo viene toccato il tema dell’importanza della cultura e, a proposito della fragilità, Allevi cita l’Iliade di Omero facendo riferimento ai guerrieri vicini alla sconfitta, i cui occhi si coprivano di una coltre di buio, lo stesso buio che ha visto in se stesso e in molte persone durante le visite all’Istituto dei tumori di Milano: «Poco dopo una chemioterapia, nella stanza di ospedale, guardandomi allo specchio ho visto quello sguardo. Leggendo le parole di Omero io ho percepito una grande forza».

L’incontro con Giovanni Allevi si è rivelato un prezioso momento di riflessione: gli applausi che hanno salutato le parole del musicista non erano soltanto un segno di apprezzamento per la sua arte, ma anche un ringraziamento per aver condiviso con sincerità e ironia momenti così intensi e significativi della sua vita.

 

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Categorie: Musica

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