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17 Giugno 2024

Il Pride di Torino riempie le strade “D’Amore e di Lotta”

Il 15 giugno abbiamo marciato con il corteo per l’orgoglio Lgbtq+: ve lo raccontiamo

Sara Masella

Bandiere arcobaleno e un cartello che dice "la prima volta fu rivolta" - Torino Pride 2024

Voi avete partecipato?

Sabato 15 giugno il Torino Pride ha dipinto la città di tutti i colori dell’arcobaleno ricordandoci – nel mese dell’orgoglio Lgbtq+ – l’importanza di battersi per i diritti della comunità.

Prima ancora della partenza, al punto d’incontro in corso Principe Eugenio – dove si sente subito la musica provenire dai carri che sfileranno per le strade – la folla è già numerosissima.
In tanti approfittano dell’attesa per mettere a punto le ultime preparazioni: c’è chi si avvolge una bandiera attorno alle spalle, chi si disegna un arcobaleno sulle guance, chi si sistema una bandana sulla testa con l’aiuto di qualche amico e chi, nel trovare finalmente il proprio gruppo tra la marea di persone, si stringe con loro in un abbraccio.

Alla partenza tutti avanzano con allegria, ballando, cantando, chiacchierando e riempiendo la città di colore nonostante il pomeriggio grigio. Si prosegue in via Cernaia, dove il corteo – indifferente alla pioggia, che dura per qualche minuto – prosegue fino a raggiungere piazza Castello, subito invasa dalla folla.
L’atmosfera è gioiosa e accogliente, ma non dobbiamo dimenticarci perché siamo qui: a ricordarcelo sono le centinaia di slogan e bandiere che spuntano sopra la fiumana di persone. Inni all’amore, ovviamente, ma non solo: “La prima volta fu rivolta”, dice un cartellone affisso su uno dei tanti mezzi che guidano la marcia. Il tema del Pride torinese 2024 – D’Amore e di Lotta – viene così tenuto vivo per tutta la durata della parata.

A marciare sono migliaia di persone, di ogni genere ed età: coppie giovani e adulte, anziani, bambini, giovani e animali; sono centinaia i cani che zampettano accanto ai propri padroni indossando un guinzaglio arcobaleno.
Sono coinvolti tutti, persino chi osserva il Pride da casa propria: dall’alto, affacciati da finestre e balconi, alcuni genitori cantano tenendo i figli in braccio, qualcuno saluta la folla che ricambia entusiasta, una signora si mette a ballare e dalla strada tutti iniziano a muoversi a ritmo insieme a lei.

Camminando raggiungiamo il lungo Po – una novità nel percorso – fino all’arrivo in piazza Vittorio, che ci accoglie con un cielo limpido. Qui, sul palco dei discorsi, un’interprete Lis (quest’anno il Pride è all’insegna dell’accessibilità, tra zone di sosta e defaticamento, punti acqua, un bus con posti a sedere per chi ha difficoltà motorie e tanto altro) traduce i discorsi degli ospiti invitati: tra questi il cantante Michele Bravi, diventato simbolo di coraggio e autenticità per la comunità Lgbtq+.

Per alcuni la giornata finisce qui, mentre per altri prosegue al Centralino Club, con il party ufficiale della manifestazione.
Una cosa è certa: tutti tornano a casa con il cuore colmo di un senso di unione e solidarietà che solo il Pride sa dare e che vorremmo percepire tutti i giorni.

 

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Categorie: Cultura, Primo piano

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