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26 Giugno 2024
Allarme bullismo e cyberbullismo nelle nuove generazioni
Che siano reali o virtuali, questi comportamenti minano la salute mentale causando ansia, depressione e, nei casi più gravi, pensieri suicidi
Mara Mattioda

Il 65% dei giovani ha subito qualche tipo di abuso
Sono atti di violenza che causano danni immediati con conseguenze durature sullo sviluppo e sull’equilibrio emotivo degli adolescenti: bullismo e cyberbullismo rappresentano ormai problematiche sociali sempre più rilevanti, che incidono profondamente sul benessere psicologico e fisico dei giovani.
DEFINIZIONI
Il bullismo è una forma di aggressione ripetuta e intenzionale da parte di individui contro una vittima percepita come più “debole”. Offese verbali, maltrattamenti fisici ed esclusione sociale sono soltanto alcune delle modalità con cui si esprime e, sebbene si verifichi principalmente in contesti scolastici, può accadere anche altrove.
Il cyberbullismo, invece, si espande principalmente sul web ed è proprio questo a renderlo particolarmente insidioso perché può raggiungere la vittima ovunque e in qualsiasi momento. In entrambi i casi, le ripercussioni per chi subisce questi comportamenti sono profonde: dall’ansia alla depressione, dai disturbi del sonno e dell’alimentazione al calo del rendimento scolastico e dell’autostima, fino ad arrivare ai pensieri suicidi nelle situazioni più estreme.
I DATI DEL 2024
Secondo un recente studio dell’Osservatorio Indifesa relativo alle forme di violenza subite dalla GenZ, il 65% dei giovani ha subito qualche tipo di abuso, con il 63% coinvolto in atti di bullismo e il 19% in episodi di cyberbullismo. Le ragazze risultano più colpite da quest’ultimo (21%, contro il 16% dei ragazzi), mentre il bullismo è più diffuso tra i maschi (68%, rispetto al 60% delle femmine). I soprusi subiti variano tra i generi, eccetto per le violenze psicologiche e verbali che colpiscono allo stesso modo entrambi i sessi.
Gli abusi più frequentemente segnalati dalle ragazze includono il catcalling, cioè commenti indesiderati a sfondo sessuale fatti da sconosciuti in luoghi pubblici (nel 61% dei casi) e le molestie sessuali con una percentuale del 30% (rispetto al 7% dei ragazzi). Anche coloro che si identificano come non binari subiscono spesso violenze come bullismo (80%), catcalling (66%), molestie sessuali (36%) o cyberbullismo (27%).
Le vittime, in generale, vengono prese di mira principalmente per l’aspetto fisico (79%), l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’etnia e la provenienza geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%).
Le conseguenze riportate dai ragazzi non sono affatto incoraggianti: il 75% dei giovani ha sperimentato perdita di autostima e fiducia negli altri, il 47% soffre di ansia sociale e attacchi di panico e il 45% si è isolato dai coetanei.
COSA SI PUÒ FARE
Un terzo dei giovani intervistati nello studio dell’Osservatorio Indifesa richiede regolamentazioni più severe perché l’ambiente online risulti più sicuro.
Il Ministero dell’Istruzione ha implementato iniziative educative per promuovere il rispetto e l’inclusione e la normativa italiana prevede ora misure di protezione per le vittime e sanzioni più severe per i colpevoli, inclusa la rimozione dal web dei contenuti lesivi e l’intervento delle autorità competenti.
I dati raccolti, però, dimostrano quanto sia ancora molto lunga la strada da percorrere verso un approccio più consapevole e un’educazione adeguata delle nuove generazioni.