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5 Luglio 2024

Raffaella Carrà, icona di libertà e anticonformismo

A tre anni dalla scomparsa, la regina della tv è ancora oggi un esempio di emancipazione e inclusività

Mara Mattioda

Donna bionda con ombretto nero sorride e tiene le mani aperte accanto alle guance - Raffaella Carrà

Raffaella Carrà nel 1974 (Mondadori Portfolio)

Ci ha lasciato nel 2021, ma continua a essere un simbolo senza tempo: Raffaella Carrà ha dedicato una vita intera alle sue passioni, portando avanti con forza le sue idee e facendo la differenza nel mondo dello spettacolo e non solo. Celebre in Italia e nel mondo, è diventata nel tempo un emblema di emancipazione e un punto di riferimento per la comunità Lgbtq+.

LIBERTÀ ED EMANCIPAZIONE FEMMINILE

Ciò che colpisce della Carrà è la naturalezza con cui ha sempre vissuto la sua eccezionale modernità. A dispetto di ogni critica, ha scelto di affrontare tematiche importanti e scomode per il periodo storico in cui è salita alla ribalta.
Raffaella Pelloni (il suo vero cognome) esordisce come attrice negli anni Sessanta, seppur non raggiungendo la popolarità in questo ambito. Dopo aver studiato danza e recitazione la sua carriera ha una svolta radicale negli anni Settanta con il successo in televisione, aprendo la strada allo stile moderno di showgirl che l’ha resa celebre.
Partecipa a Canzonissima, sfoggiando con orgoglio e audacia il suo ombelico scoperto, allora considerato scandaloso. Sempre in quel programma, si afferma come cantante, lanciando alcuni dei suoi tormentoni più celebri: Rumore, A far l’amore comincia tu e Tuca Tuca, la cui coreografia suscita numerose polemiche perché troppo provocante.
I costumi, le movenze, i balli sensuali, i testi delle canzoni: tutto parla di una donna indipendente ed emancipata che canta di una sessualità libera, svincolata dalle regole di una società ancora poco incline a quel tipo di modernità. Frasi come “trovi un altro più bello che problemi non ha” o “l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu” incarnano un cambiamento di notevole portata e rimangono attuali ancora oggi.

UN’ICONA PER LA COMUNITÀ LGBTQ+

La Carrà si è sempre schierata dalla parte della comunità Lgbtq+. Libera da ogni preconcetto, ha sempre combattuto contro stereotipi e discriminazioni e il percorso che l’ha portata a diventare una vera e propria icona per la comunità arcobaleno è caratterizzato da gesti simbolici e concreti. Ad esempio, la sua celebre esibizione al Festival di Sanremo 2001 con un balletto che presentava coppie dello stesso sesso è stata un chiaro messaggio di inclusività e accettazione in un contesto mediatico molto seguito, rappresentando una presa di posizione importante contro l’omofobia e i pregiudizi.
La Carrà è cresciuta con una mente aperta, si è schierata per la conquista di diritti parlando al mondo di amore e libertà: «La lobby gay? Mai conosciuta. Le uniche lobby sono in politica e negli affari», dichiara in un’intervista per il Corriere Della Sera nel 2017.
Difende inoltre pubblicamente i diritti dei transessuali, sottolineando l’ingiustizia di una società che discrimina sulla base dell’identità di genere: «Nessun giudizio, né pregiudizio. Ma ti pare che un transessuale con due lauree non trovi lavoro solo perché è nato in un corpo di maschio sentendosi donna?».

UN SIMBOLO DI MODERNITÀ

L’anniversario della morte di Raffaella Carrà offre l’occasione per riflettere sul lascito di una figura che non è stata solo una showgirl, cantante e attrice, ma una vera e propria icona di modernità, un faro di libertà sessuale e un simbolo di emancipazione femminile e supporto alla comunità Lgbtq+.
In questa giornata celebriamo non solo l’artista, ma anche la donna che ha saputo rompere barriere e costruire ponti. Il suo spirito libero e la sua dedizione a queste cause rimangono un modello per chi continua a lottare per una società più giusta e inclusiva. La sua eredità vive nelle canzoni che si continuano a cantare, nelle cause che ha sposato e nei cuori di chi ha trovato in lei una fonte di ispirazione e di forza.

 

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Categorie: Cultura, Primo piano

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