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9 Luglio 2024

L’opera di Margaret Bourke-White in mostra a Torino

La rassegna ripercorre la carriera della fotografa attraverso immagini potenti e incisive, dalle realtà industriali agli orrori della guerra

Mara Mattioda

donna seduta in cima a un grattacielo fotografa New York dall'alto - Margaret Bourke-White

Margaret Bourke-White in cima al Chrysler Building

Fino al 6 ottobre Camera – Centro Italiano per la Fotografia ospita la mostra Margaret Bourke-White. L’opera 1930-1960, che con 150 immagini celebra l’opera dell’artista americana, una delle fotografe più influenti del XX secolo.

Si parte nel 1936, quando la Bourke-White realizza la copertina del primo numero della rivista Life, sulla costruzione della diga di Fort Peck in Montana. Queste immagini non solo immortalano la maestosità dell’opera, ma documentano anche la vita quotidiana degli operai e delle loro famiglie nei villaggi e nelle baraccopoli circostanti.
Nelle sale sono presenti anche altri reportage significativi, come quello sull’alluvione del fiume Ohio in Louisiana (1937) e su una comunità di eschimesi nel Canada nord-occidentale, che evidenzia il forte legame tra le persone e il loro ambiente.

Non mancano le fotografie industriali, tema centrale per l’artista, che nel 1926 ritrae l’acciaieria Otis a Cleveland. Le immagini raccontano la grandezza degli Stati Uniti e la fiducia nel progresso rappresentata anche dalle vedute audaci di New York: queste sono spesso ottenute da posizioni rischiose, come dimostra la celebre fotografia che ritrae la Bourke-White in cima al Chrysler Building per uno scatto.

La mostra ospita anche le opere dell’artista in Unione Sovietica: è la prima fotografa occidentale a entrare nel paese, oltre a essere la prima a ritrarre Stalin, catturando un raro sorriso del dittatore. La Bourke-White è a Mosca nel giugno del 1941 durante l’invasione tedesca, dove fotografa l’attacco notturno alla città, creando una delle sue immagini più iconiche: la sagoma della capitale illuminata dalle esplosioni.

Viene poi esplorato il lavoro svolto durante la Seconda Guerra Mondiale: i suoi scatti documentano la devastazione in Italia, la liberazione della Germania e l’orrore dei campi di concentramento, mostrando la sensibilità della fotografa nel ritrarre la sofferenza umana.

Successivamente si può osservare il lavoro svolto in India durante il periodo dell’Indipendenza. Le fotografie di Gandhi, delle violenze tra indù e musulmani e dell’esodo di massa conseguente alla partizione con il Pakistan sono tra le più celebri della carriera della Bourke-White. Queste immagini catturano la drammaticità degli eventi, ma anche la dignità e la forza delle persone coinvolte.
La mostra esplora anche il tema del razzismo, molto caro alla fotografa: in Sud Africa ritrae la brutalità dell’apartheid e la vita dei minatori sfruttati, mostrando la cruda realtà della segregazione razziale.

L’esposizione si conclude con gli ultimi anni di carriera dell’artista, segnati dalla sua lotta contro il morbo di Parkinson: quando la malattia le impedisce di continuare a fotografare, la Bourke-White decide di raccontare la sua stessa battaglia, mostrandosi sulle pagine di Life, grazie agli scatti realizzati dall’amico Alfred Eisenstaedt.

La mostra è un viaggio emozionante attraverso immagini che hanno definito un’epoca: ogni scatto è una finestra aperta su un mondo in continua trasformazione. L’esposizione non è solo un tributo alla carriera, ma anche un invito a riflettere sulla potenza della fotografia come mezzo di comunicazione e testimonianza.
Non perdete l’occasione di scoprire il mondo attraverso gli occhi di Margaret Bourke-White.

 

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Categorie: Cultura, Primo piano

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