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20 Agosto 2024
App per la sicurezza, uno scudo digitale per le donne
Da Pinkroad a ViolaWalkHome, questi strumenti non solo aiutano a sentirsi più sicure, ma tentano di promuovere un cambiamento culturale
Mara Mattioda
Nel buio delle notti in città, siamo costrette ad affrontare quotidianamente un problema sempre più pressante: la paura di camminare sole per strada. È un timore profondo, radicato in esperienze di molestie e aggressioni di cui si è sentito parlare troppo spesso e che sono state più volte parte del nostro ritorno verso casa.
Non potendo fare affidamento sull’educazione di chi assume questi atteggiamenti, fortunatamente viene in soccorso la tecnologia, che può accompagnarci a ogni passo trasformando lo smartphone in uno scudo virtuale contro il pericolo.
COME FUNZIONANO QUESTE APP?
Le app progettate per la sicurezza delle donne hanno guadagnato terreno come alleati indispensabili negli ultimi anni. Da Pinkroad a ViolaWalkHome, queste applicazioni non solo forniscono un senso di sicurezza maggiore, ma lavorano per promuovere anche un cambiamento culturale importante e necessario.
Pensiamo a Giulia Sorriento – fondatrice di Pinkroad e project manager dell’Università degli Studi di Torino – che ha trasformato la sua rabbia personale in azione, creando una piattaforma che spera, un giorno, non debba essere più necessaria. Anche Laura De Dilectis – psicologa clinica di Roma – con ViolaWalkHome offre quotidianamente non solo un’assistenza diretta attraverso videocall e allarmi Sos, ma anche mappando punti sicuri nelle città e promuovendo la consapevolezza attraverso iniziative educative come la docuserie #Scrivimiquandoarriviacasa.
Esistono anche applicazioni come Guardian Safely Around ed EchoSos, ognuna con caratteristiche uniche che vanno dalla valutazione della sicurezza delle strade all’invio automatico della posizione alle forze dell’ordine in caso di emergenza.
Anche enti e istituzioni stanno giocando un ruolo importante, con idee come l’app della Polizia YouPol o il progetto Sicurezza Vera. Quest’ultimo, creato in collaborazione con la Polizia di Stato e una serie di attività commerciali associate alla Fipe (Federazione italiana Pubblici Esercizi), è attivo in diverse città italiane e trasforma questi locali in rifugi sicuri insegnando al personale a riconoscere segnali di pericolo.
IL PANORAMA ATTUALE E LE SFIDE FUTURE
Nonostante questi progressi tecnologici, il quadro generale rimane allarmante: i dati del rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile (2023) ci mostrano come 3 uomini su 4 si sentano a proprio agio a camminare da soli quando è buio, mentre fra le donne soltanto 1 su 2 si sente sicura nella stessa situazione. Molte quindi modificano i percorsi, cambiano abitudini o addirittura rinunciano a uscire di notte per evitare rischi.
Le app create per garantire la sicurezza delle donne rappresentano una risposta tecnologica a un problema radicato: in un contesto dove la cultura patriarcale normalizza le molestie come semplici apprezzamenti o scherzi innocenti, strumenti come questi offrono alle donne un senso di protezione.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che la vera soluzione si può trovare soltanto in un cambiamento culturale: la tecnologia può essere un valido alleato, ma la battaglia contro le molestie da strada si vince con l’educazione, la consapevolezza e un impegno collettivo verso l’uguaglianza di genere.