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21 Maggio 2012

Vengo anch’io? Perché no!

All’Informagiovani, per l’ultimo aperitivo informativo della stagione, si è affrontato per la prima volta il rapporto fra turismo e disabilità

Roberto Mazzone

Esiste un nutrito ventaglio di possibilità per i viaggiatori disabili, a patto che, armati di buona volontà, prima di partire ci si informi sulle reali possibilità per organizzare al meglio una vacanza “a mobilità ridotta” per quanto costi, accessibilità delle destinazioni e trasporti. Se ne è parlato giovedì 17 maggio all’Informagiovani di Torino, durante l’ultimo aperitivo informativo della stagione, intitolato “Vengo anch’io? Perché no!“.
All’incontro, organizzato in collaborazione con il Servizio Passepartout della Città di Torino e condotto dai suoi volontari in Servizio Civile, sono intervenuti esperti del settore e persone con disabilità che hanno viaggiato all’estero in occasione di eventi sportivi internazionali o per vacanza: Massimo Micotti, operatore turistico da oltre vent’anni e ideatore del sito Mondo Possibile; Silvia Bruno, giornalista, presidente della sezione provinciale del CIP (Comitato Paralimpico Italiano); Nadia Bravo, coordinatrice del Progetto TurismAbile, che si occupa di promuovere il turismo accessibile per tutti sul territorio piemontese, iniziativa voluta dalla Regione dopo l’esperienza delle Paralimpiadi del 2006 e realizzata dalla Consulta per le Persone in Difficoltà; Enrico Giorge, atleta di sci della Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici.

ACCESSIBILITA’ E INFORMAZIONE
L’accessibilità è un requisito essenziale per tutti quei giovani con disabilità che decidono di mettersi in viaggio, anche se «disabile, però, non è solo la persona in carrozzina, ma anche quella con disabilità sensoriale o intellettiva, oppure i soggetti colpiti da intolleranze alimentari, non classificabili come disabilità, ma pur sempre esigenze specifiche», ricorda Nadia Bravo. Tra il pubblico dell’incontro c’è chi lamenta il costo eccessivo dei trasporti, con particolare riferimento all’aereo o alla sistemazione in alberghi, che spesso, per necessità, devono essere superiori alle tre stelle. A questo riguardo Massimo Micotti ricorda però che «a parità di qualità del servizio, i costi sostenuti da un viaggiatore normodotato risultano pressappoco equivalenti a quelli affrontati da un viaggiatore diversamente abile».
Alla base di tutto non devono mai mancare comunque «una buona organizzazione personale e una corretta informazione prima di qualsiasi partenza» sottolinea Enrico Giorge. Attraverso Internet è ormai possibile richiedere assistenza alla maggior parte delle compagnie aeree (il trasporto aereo delle persone a mobilità ridotta è tutelato attraverso un Regolamento europeo in applicazione dal 26 luglio 2008), ma soprattutto è importante rivolgere le giuste domande all’albergatore prima dell’arrivo a destinazione, così da evitare scomodi e spiacevoli “contrattempi” in loco, che rendano difficoltosa la permanenza nelle strutture ospitanti.

LA CULTURA DELLA DISABILITA’
La differenza sostanziale di accessibilità tra i vari Paesi del mondo riguarda non tanto l’adeguamento delle strutture ricettive, quanto lo sviluppo più o meno avanzato di una cultura della disabilità, come ricorda Silvia Bruno, a Pechino in occasione delle Paralimpiadi 2008: «Per tutto il periodo di svolgimento delle gare era raro vedere in giro persone in carrozzina che non fossero atleti». La città sostanzialmente non era ancora pronta per accogliere un flusso consistente di turisti con disabilità. «Diversamente, a Vancouver, nel 2010, mi muovevo tranquillamente in taxi – continua – non ho avuto difficoltà a trovare vetture monovolume. Per quanto riguarda Londra 2012 so già che l’accesso alle linee metropolitane presenta qualche difficoltà: vorrà dire che prenderò l’autobus!», conclude.

Link utili:
Mondo Possibile
Progetto TurismAbile

Se siete persone con disabilità, viaggiate spesso? Avete voglia di raccontare le vostre esperienze?

 

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Categorie: Formazione

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