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20 Maggio 2013

Culicchia: “Il Salone del Libro è il nostro miracolo torinese”

Il Caffè Letterario della fiera sabato pomeriggio ha ospitato il reading dello scrittore torinese, accompagnato dalle musiche di Federico Sirianni

Nicola Veneziano

Salone del Libro

Al Salone del Libro Culicchia ha letti brani del suo ultimo libro “Venere in metrò”

Letteratura e musica sono un binomio di successo garantito. Al Salone del Libro questa accoppiata vincente va in scena grazie a Giuseppe Culicchia e Federico Sirianni, in occasione di un reading di alcuni passi tratti dal libro di Culicchia, “Venere in metrò, svoltosi sabato pomeriggio.

VENERE IN METRO’
I due, sul palco del Caffè Letterario del Salone del Libro, si alternano fra canzoni e parole facendo sorridere e pensare i numerosissimi curiosi assiepati nella sala.
Il libro, uscito nel 2012 per Mondadori, racconta la storia di Gaia, “38 anni, porta la taglia 38, vive nel centro di Milano”: è protagonista della Milano Bene, anzi, era perché il romanzo si apre con un triplo dramma: licenziata, abbandonata dal marito, incapace di contattare l’amante. Durante il reading scopriamo che è madre, con un rapporto complicato con la figlia, simile a quello che Gaia aveva con la sua di madre. Scopriamo anche il rapporto con un padre fastidiosamente presente per lei.
Le canzoni di Sirianni, accompagnate da chitarra e armonica, non sono strettamente didascaliche, ma hanno dei punti in comune con i brani appena letti.

LE VOCI DEI PROTAGONISTI
Due artisti che riescono a parlare del male di vivere moderno con ironia. «Il libro di Giuseppe è una storia scura, ma ha la capacità di raccontarla con sarcasmo» ci dice Stefano Sirianni.
«Non mi definisco un artista, sono uno che scrive delle cose. Se fra 100 anni sapessi che la gente mi legge ancora, allora potrei definirmi uno scrittore» confessa Culicchia, che poi approfondisce il discorso parlando della sua lavorazione sul libro: «È il racconto di questi anni acidi. Per documentarmi mi è bastato guardarmi incontro, il dovere di ogni scrittore cercare di essere diretto». Alla domanda su quanto è stato ispirato da Brett Easton Ellis – del quale ha tradotto molte opere in italiano – risponde che «è uno dei miei scrittori di riferimento, ma ho cominciato prima a scrivere che a tradurlo. Lui raccontava le cose che scrivo io negli anni ’80, quando sono nate in America, ora che sono arrivate in Italia mi sento in obbligo a scriverne».
Per concludere, una battuta di Culicchia sul Salone del Libro: «Un piccolo miracolo: migliaia di persone che pagano per sentire parlare di libri. È il nostro miracolo torinese».

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Categorie: Cultura

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