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25 Giugno 2013

Grattacieli sì, grattacieli no

Le opinioni di un docente e di alcuni studenti di Architettura circa la questione “skyscraper” a Torino: modernità o tutela del paesaggio?

Matteo Tamborrino

grattacielo

Il cantiere del Grattacielo dell’Intesa Sanpaolo, nei pressi di Porta Susa

Da alcuni mesi, ormai, si fa un gran parlare degli «scheletri d’acciaio» (usando un’espressione cara al celebre architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe) che presto si imporranno nel paesaggio torinese. I grattacieli in questione sono quello di Intesa Sanpaolo, firmato Renzo Piano, in corso Inghilterra, e quello della Regione Piemonte, progettato da Massimiliano Fuksas, la cui inaugurazione è prevista per l’autunno 2015. Dalla fondazione di origine romana, Torino ha sempre mantenuto il suo caratteristico disegno urbano a griglia ortogonale. Che cosa rischia ora di cambiare con l’introduzione di questi skyscraper?

MODERNITA’ O PROFITTO?
«Nella nostra città, come in tutte le città storiche italiane ed europee, la costruzione di grattacieli avrebbe dovuto essere esaminata con molta attenzione in rapporto al tema del paesaggio, in relazione con le preesistenze storico-artistiche e con l’ambiente naturale circostante. Purtroppo a Torino, nessuna di queste considerazioni è stata tenuta presente». Così si pronuncia il professor Guido Montanari, docente di Storia dell’Architettura contemporanea presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. «Si è provveduto – continua – all’autorizzazione di un grattacielo in funzione delle esigenze esclusivamente di immagine e di profitto di una banca».
Tuttavia, non solo il grattacielo della Sanpaolo causa problemi: «Per altre destinazioni previste si è genericamente sostenuto che i grattacieli sono “moderni”, senza approfondire un termine usato in modo molto provinciale, cioè senza avere consapevolezza che il tipo del “grattacielo” data almeno 150 anni e che nelle forme banali e ripetitive proposte per i due esempi citati non ha assolutamente niente appunto di “moderno”, né in termini urbanistici, né morfologici, né tecnologici, né di sostenibilità energetica».

IL NO ACCADEMICO
«Soltanto negli ultimi anni – ricorda il professor Montanari – con il prevalere di un’urbanistica dettata da interessi privati, a Torino si sono abbandonate le attenzioni alla qualità degli spazi e del paesaggio». Non sono state tenuti in conto, solo per citare alcuni esempi, «i cannocchiali visivi della tradizione barocca, come la basilica di Superga e il castello di Rivoli, o i belvedere naturali come il Monte dei Cappuccini e la cerchia delle residenze reali».
Date queste premesse, l’opinione del docente riguardo la decisione di introdurre edifici alti in città non può essere che negativa: «Un grattacielo a Torino non ha senso di esistere nelle forme progettuali  fino a oggi adottate, cioè nel totale spregio delle caratteristiche del paesaggio fisico e sociale. Potrebbe essere invece utile discutere e progettare un’integrazione nel disegno urbano di nuove funzioni; altre sono comunque le priorità: realizzare spazi verdi, aumentare i servizi, eliminare le auto, riqualificare le aree degradate».

IL PARERE DEGLI STUDENTI
Marta, 23 anni, è una studentessa di Architettura, approdata in questo mondo grazie ai consigli e all’esempio del suo professore di disegno tecnico del liceo: «La costruzione dei grattacieli – spiega – è un discorso molto dibattuto in università; quelli in cantiere o in progetto nella nostra città mi sembrano lontani dal nostro usuale panorama, ma è sempre difficile esprimere un giudizio su ciò che non c’è mai stato. La domanda dovrebbe essere: a che cosa servono questi immensi spazi verticali, non rischiano di rimanere vuoti o inutilizzati, come il The Shard di Londra? Senza dimenticare poi la questione non indifferente dell’ombreggiamento».
Di differente avviso è Mariapaola, 20 anni:  «Sono molto onorata di avere un’opera di un architetto di fama mondiale a soli tre passi dalla mia facoltà, nella mia città: si tratta certamente di un grande cambiamento, ma non condivido la polemica sul gioco delle altezze. Le tendenze si evolvono, non possiamo pensare che il volto di Torino rimanga sempre lo stesso, sarebbe controproducente e innaturale. Questo progetto è il progresso e può dare una nuova sfaccettatura al tessuto urbano senza oscurare, come qualcuno crede, le meraviglie che ogni cittadino conserva nel cuore».

Link utili:
Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura

 

Qual è la vostra opinione riguardo la costruzione di grattacieli? Credete siano una risorsa oppure un danno ambientale?

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Categorie: Cultura

Commenti (1)

  1. MAURO ha detto:

    Riguardo la situazione del The Shard a Londra, vorrei rimandare alla celere risposta di Renzo Piano all’articolo sul corriere: http://www.corriere.it/esteri/13_maggio_28/londra-shard-scheggia-no-flop-risposta-piano_442dba4a-c7b0-11e2-803a-93f4eea1f9ad.shtml

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