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18 Luglio 2013

Toro Assicurazioni, giovani precari a casa

La storica compagnia della città viene inglobata dall’universo Generali e a farne le spese sono i giovani lavoratori a tempo determinato, senza lavoro da lunedì

Matteo Fontanone

Toro Assicurazioni

Domani è l’ultimo giorno di contratto per parecchi giovani precari della Toro Assicurazioni

Dopo Telecom, Unicredit e Sanpaolo, anche la Toro Assicurazioni abbandona Torino, anzi, scompare. La storica compagnia cittadina verrà inglobata nel giro dei prossimi tre anni in Generali, colosso assicurativo veneto. L’amministratore delegato della compagnia del Leone, Mario Greco, ha infatti deciso di annettere a sé la Toro, di cui già deteneva la proprietà, seguendo una politica aziendale di semplificazione e centralizzazione, che significherà disoccupazione per parecchi giovani con contratto a tempo determinato.

LA SCOMPARSA DELLA TORO
La Toro, già da tempo satellite dell’universo Generali, è solo una delle tante compagnie che spariranno nell’immediato futuro per ordine di Greco. Questo a causa di un radicale cambiamento delle strategie di Generali: non più tante assicurazioni messe l’una contro l’altra per stimolare competizione e produttività, bensì un solo marchio forte che si assicuri l’egemonia dell’attività su scala nazionale.
Fino ad ora sono solo giochi di alta finanza, ma non è tutto. Gli uffici e la direzione della Toro, dalla Mole si sposteranno a Milano e Mogliano Veneto. La società ha già comunicato ai suoi dipendenti che il loro posto di lavoro non solo è al sicuro, ma rimarrà anche vicino a casa. Certo, in alcuni casi le mansioni saranno più basse rispetto a quelle precedenti, conseguenza della fusione della compagnia, ma per i contratti a tempo indeterminato non c’è di che temere.

CHI CI RIMETTE?
A fare le spese di questa ridistribuzione di uffici e compiti sono i dipendenti a tempo determinato, in gran parte giovani appena sbarcati nel mondo del lavoro. La Toro infatti non rinnoverà loro i contratti in scadenza trincerandosi dietro alla fusione con Generali: i giovani con un qualsiasi contratto a termine non risultano nelle cifre ufficiali degli impiegati assunti.
Si arriva alla situazione per la quale la Toro, dovendo creare nuovi uffici per i contratti a tempo indeterminato, cerca di rifarsi non rinnovando i contratti a scadenza, verso i quali non ha obblighi legali di alcun tipo. I contratti scadono nella giornata di domani: allo stato attuale delle cose possono fare ben poco anche le parti sociali, che mercoledì si sono incontrate per fare un punto della situazione.

VIVERE LA SCADENZA IN PRIMA PERSONA
Tra coloro che a fine settimana rimarranno senza lavoro c’è anche Giulia – la chiameremo così – come molti suoi colleghi nella stessa situazione età intorno ai trent’anni e una laurea in economia, impiegata da qualche anno alla Toro: «Siamo tutti molto tesi, sono anni che lavoriamo in vista di un’assunzione che i piani alti ci hanno ventilato e che molto probabilmente non ci sarà».
I giovani dipendenti che come Giulia sono destinati a rimanere a casa, si sentono «delusi e presi in giro» ma cercano comunque di «tenere alta la testa per conservare quel minimo di lucidità indispensabile a reagire come si deve».
Ma c’è poco da fare, la doccia fredda Toro spalanca a Giulia e colleghi le porte di un periodo di poche certezze e di disillusione verso il futuro, perché «con la crisi economica di adesso e la gabbia dei contratti a termine, trovare un nuovo posto di lavoro è dura».

Link utili:
La notizia della sparizione della Toro Assicurazioni sulla Stampa

 

Vi siete mai trovati in una situazione lavorativa simile? Come dovrebbe immaginare il suo futuro un giovane neolaureato?

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Categorie: Lavoro

Commenti (5)

  1. Caterina Salassa ha detto:

    Assicurare il proprio veicolo alla TORO, ha rappresentato per molti decenni una garanzia di serietà e prestigio. Cancellare questo storico marchio non è che l’ennesima, triste testimonianza di una classe imprenditoriale squallida, dalle vedute miopi. Penso con tristezza a questi giovani che forse riponevano illusioni e speranze di solidità lavorativa, all’ombra di un marchio storico.

    Caterina

  2. Entreri ha detto:

    Dispiace per queste persone che comunque sono state sbattute fuori senza avere avuto nulla in cambio, tuttavia il problema non termina qui, oltre a queste, sono presenti anche persone che lavorano in questi posti da anni come consulenti, contratti a progetto e alla mercè dei dipendenti veri e proprio di cui oltretutto fanno anche le veci e il lavoro… è l’intera politica aziendale ad essere sbagliata…e i sindacati ” protettori ” dei diritti dei lavoratori dove sono?

    Ai posteri se ci saranno (perchè fare figli ormai è pura utopia) l’ardua sentenza…

  3. Francesco ha detto:

    Ovviamente ciò che è accaduto in Toro si è verificato anche in tutte le altre compagnie del Gruppo come InaAssitalia Fata Assicurazioni e Generali. Mi chiedo perchè di questo si sia parlato così poco. Vi prego di mettere in risalto questa situazione..magari qualcuno farà qualcosa…

  4. federico ha detto:

    E’ una tragedia,
    volevo segnalare che, oltre i dipendenti a tempo determinato, perderanno lavoro anche tutti i consulenti e le persone delle società di servizio esterne. Gli ‘esterni’, tante persone che verranno rialasciate in seguito alla fusione e dei quali non si parla mai

  5. GUIDO ha detto:

    Non so perchè, ma in queste analisi sulle conseguenze occupazionali delle fusioni,
    vengono sempre dimenticati gli ‘esterni’,
    ossia tutti i dipendenti delle ditte di consulenza informatica e non, i guardiani, le ditte di pulizie,
    ossia tutte quelle persone che da anni (a volte decenni) lavorano per l’ azienda in questione e saranno i primi a pagare le conseguenze di queste ‘operazioni’ di ristrutturazione.
    Non siamo fantasmi, considerateci almeno dal punto di vista informativo, visto che finiamo in cassa integrazione o in mobilità …

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