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24 Luglio 2013

E dopo la laurea?

La parola ad alcuni neolaureati torinesi, che esprimono le proprie incertezze riguardo le prospettive offerte dal mercato del lavoro

Matteo Tamborrino

inseguimento tesi

Il futuro dei giovani laureati è sempre più precario

La fine di luglio non è soltanto l’occasione propizia per le tanto attese settimane di vacanza; è anche la fine della sessione estiva, il momento in cui, ogni anno, nuovi studenti giungono al capolinea del proprio percorso universitario. Tuttavia, di questi tempi, avere una laurea in mano non è condizione sufficiente per trovare una buona collocazione nel mondo del lavoro: la disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto livelli davvero drammatici e tutti i giovani della penisola si dicono preoccupati. Qual è la situazione dei neolaureati torinesi? Ce lo raccontano alcuni (ormai ex) studenti dell’Università degli Studi di Torino.

IL TERRORE DEL “RIPIEGO”
Oggigiorno le opportunità offerte ai giovani nel mondo del lavoro sono vacillanti, scarse, per non dire inesistenti. Lo racconta Martina, 24 anni, futura psicologa: «Trovare lavoro come psicologo clinico o più in generale come psicologo oggi non è semplice, sia perché i tagli sono consistenti, sia perché la formazione non termina con l’università. Lavorare a contatto con le persone – spiega Martina – richiede  competenza ed esperienza, elementi che si possono acquisire soltanto dopo anni di pratica. Spesso però ci si trova a doversi accontentare di occupazioni distanti da quella desiderata che comportano l’assunzione di ruoli impropri, ad esempio, nel mio campo, quello dell’educatore».
La paura di “ripiegare” su professioni poco stimolanti è purtroppo un dramma abbastanza diffuso fra i giovani che hanno terminato gli studi universitari: «Il mio sogno è sempre stato quello di insegnare – racconta Angela, 22 anni, studentessa che ha da poco concluso il proprio percorso triennale in Lettere – ma oggi questo è un sentiero molto accidentato: il mio terrore è quello di dover sprecare l’intera vita in un’occupazione che odio, sempre che la trovi, aspettando di ottenere una cattedra!».

TRA SPERANZE E PRECARIATO
Anche dal fronte delle facoltà scientifiche l’umore degli studenti non è certo più rilassato. «Mi sono laureato pochi giorni fa e già ho ansia per il futuro –  esordisce Andrea, 26 anni, neodottore in Fisica, che ha dovuto rifiutare una buona opportunità all’estero per via di problemi personali – Sono stato obbligato a dire di no e ciò che ora temo di più è di non poter avere altre opportunità, dato il periodo di crisi generale».
Ma, concretamente, in che modo si potrebbe combattere questa situazione di scoraggiamento? «Impegnarsi politicamente per cambiare le cose» è la proposta di Angela; Andrea invece confida nelle borse di studio e infine Martina si augura che «si abbattano alcune barriere e che si propongano progetti multi-disciplinari e multi-professionali che possano coinvolgere anche giovani e inesperti».
Ad ogni modo, il vero nemico a cui i giovani dovranno far fronte è il famigerato precariato: «Quando sento il termine “precari” – dice Martina, riassumendo il pensiero di tutti – provo emozioni di paura e rabbia. Paura perché temo di far parte anche io della grossa fetta di popolazione che svolge lavori saltuari o con contratti a progetto; rabbia perché dopo gli anni dedicati alla formazione trovo inammissibile che non ci siano offerte e possibilità».

Link utili:
Università degli Studi di Torino
Politecnico di Torino

 

Anche voi avete da poco terminato il vostro percorso di studi? Quali sono le difficoltà che temete di incontrare nel mondo del lavoro?

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Categorie: Formazione

Commenti (2)

  1. Maurizio ha detto:

    e dopo la laurea (se non hai le spalle coperte) vai in un call center a vendere pacchetti di telefonia per 3-400 euro al mese, a scadenza, ovviamente…
    Mi sono laureato in conservazione e restauro dei beni culturali nel 2005 con lode, contando sul fatto che l’Italia ha un abnorme patrimonio storico e che quindi ci sarebbero state molte occasioni di lavoro. Ma putroppo non è stato così, dolo la laurea vecchio ordinamento ho svolto un lavoro in un ditta con un co.co.pro. di 3 mesi a 700 euro full fime, scaduto il contratto, tanti saluti. Ho poi trovato in un altra ditta per un mese a ritenuta, poi più nulla. Dopo ho fatto una specialistica sulla conservazione dell’arte contemporanea, magari avrei avuto più occasioni di lavoro, e invece, dopo aver terminato brillantemente non ho più trovato nel mio settore, solo call center a ritenuta e pagato a provvigioni per un mese, volantinaggio, rappresentante porta a porta di prodotti dimagranti, adesso a quasi 35 anni neanche più questi lavori trovo, sono a casa da diversi mesi senza nessuna indennità… morale della storia: se non avete le spalle coperte da qualcuno studiare tanto non serve proprio a nulla, meglio fermarsi alla 3 media e fare l’imbianchino o l’idraulico. Tanti saluti

  2. Sonia ha detto:

    Mi sono laureata da poco in lettere, la mia specializzazione è in storia dell’arte… lavoro non ce n’è e ora dopo 20 anni di studio mi ritrovo tutte le sere a fare l’ aiuto pizzaiolo in una pizzeria per 500€ al mese. Quali sono le paure? Fare la fine che ho fatto. Sono una persona qualificata e che potrebbe dare un apporto abbastanza importante al proprio campo, a nessuno importa però… morirò sapendo di non fare ciò che è nella mia naturale inclinazione e oltretutto avendoci dedicato molti sforzi e fatiche.

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