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17 Dicembre 2013

Baustelle “Minimal”: il tour acustico arriva a Torino

Intervista a Francesco Bianconi, leader del gruppo che suonerà domani al Teatro Colosseo, per raccontare del tempo passato e di quello che verrà

Veronica Minniti

I Baustelle

Il Baustelle saranno a Torino domani sera al Teatro Colosseo

I Baustelle saranno a Torino domani, 18 dicembre, al Teatro Colosseo. Il tour che stanno portando in giro, “Minimal Fantasma”, è completamente in acustico e il gruppo di Montepulciano ha assicurato: «Vi faremo sentire le nostre canzoni in una veste del tutto nuova, spogliate da sonorità e arrangiamenti sofisticati».
Ad accompagnarli il quartetto AltriArchi, guidato dal primo violino Daniele Richiedei. Nel concerto sarà proposto l’ultimo disco, “Fantasma”, ma non mancheranno tracce dal vecchio repertorio completamente riarrangiate per l’occasione (Come “Sergio” e “La guerra è finita”). Da segnalare l’aggiunta di due vere chicche: le cover di “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato e “Signora di una certa età” , versione in italiano di “Lady of a certain age” dei Divine Comedy. Il filo conduttore del concerto sarà lo stesso che ha caratterizzato l’ultimo album del gruppo: lo scorrere del tempo.
Per saperne qualcosa di più DigiTo ha incontrato Francesco Bianconi, voce maschile e autore di tutti i testi.

Un tour nei teatri e per di più in acustico: qualcosa di apparentemente lontano da un gruppo indie rock come il vostro. Perché questa scelta?
«Il teatro è stata una scelta quasi obbligata: “Fantasma” è un disco molto strano, poco rock, con molta chitarra acustica, pianoforte, e soprattutto carico di orchestra sinfonica grossa. Le canzoni del disco hanno un vestito che è molto adatto al contesto del teatro, che è per me una fantastica fusione di sacralità e intimità».

Si può definire il vostro ultimo lavoro come un concept album, un’idea chiaramente associata agli anni ’60 e ’70. Da che cosa nasce questo tipo di progetto discografico?
«Non sono un grande amante dei cosiddetti “concept album”; l’idea di un disco a tema è venuta fuori per necessità. Avevamo la musica di tutte le canzoni, era il momento di scrivere le parole, e, molto semplicemente, sono entrato in crisi. Crisi da foglio bianco, blocco dello scrittore. Non mi era mai successo prima. Quindi ho provato a darmi un tema. Il tema che ho scelto è stato “il tempo”. Forse perché in fondo è il tema dei temi e perché a quarant’anni viene automatico pensarci: fare bilanci, guardarsi indietro, chiedersi cos’altro ci sarà davanti…».

Quali sono le canzoni di “Fantasma” a cui ti senti più legato?
«Sicuramente “Nessuno” e “Il futuro” sono le mie due preferite».

Tolti per un attimo i panni di musicista dei Baustelle e indossati quelli di semplice appassionato di musica, quali sono gli artisti che ti piace ascoltare?
«Ascolto molte cose del passato, non necessariamente pop-rock. Di recente mi sono molto piaciuti i dischi di Bill Callahan, Flaming Lips, Daft Punk, Midlake, John Grant. Fra gli italiani Di Martino, Appino, Diaframma, Massimo Volume, Pacifico, Carnesi, I Cani, Melampus, Virginiana Miller».

Si parlava di tempo anche nella canzone  “Le rane” dell’album precedente e il testo diceva: «Il tempo ci sfugge, ma il segno del tempo rimane». Che cosa significa per te questa frase? Quali sono i “segni” che il tuo passato ti ha lasciato?
«Il tempo non ha causa, o perlomeno ce l’ha ma è poco identificabile. Ha però molti effetti. Per quello ci spaventa. Gli effetti delle trasformazioni fisiche e biologiche che incontriamo nella nostra esistenza possono far male. Si può non volerli accettare, soprattutto in una società come la nostra attuale. Io i miei segni del tempo cerco di portarli con dignità, a volte li vivo come una croce, a volte come dei tatuaggi. Scritti sia sul corpo che nell’anima».

Link utili:
Baustelle

Teatro Colosseo

 

Andrete al concerto dei Baustelle?  Vi piace l’idea del gruppo di proporre le canzoni in versione acustica?

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Categorie: Musica

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