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15 Gennaio 2014

A spasso per il Sistema Totale

Intervista a Stefano Valente, giovane blogger: un bilancio dei primi tre anni del suo sito di musica, cinema e videogame e le sue prospettive professionali

Tommaso Portaluri 

Stefano Valente, tra i fondatori del blog “Sistema Totale”

SistemaTotale è un blog di recensioni di musica, film e videogiochi, ha un migliaio di visitatori al giorno ed è stato fondato da un giovane torinese, Stefano Valente. 26 anni, laureando magistrale in Teoria della Comunicazione, lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua creatura più recente.
L’intervista si apre con una fortunata coincidenza: «Proprio oggi, tre anni fa, mandavamo online la nostra prima recensione. Si può dire che sia il “compleanno” di SistemaTotale». Ci spiega che la redazione è tutta al maschile ed è composta da tre persone: «Dei fondatori sono rimasto solo io. Ci sono dunque Simone, che si occupa essenzialmente di cinema, e Giuseppe, che possiamo definire il “tuttofare” del blog».

LA GENESI
«Ho iniziato a scrivere di musica perché ne ascoltavo davvero tantissima, ne ascolto ancora ma forse un po’ meno di qualche anno fa». Il blog, ci racconta Stefano, alla nascita aveva un altro nome: «Dopo circa un anno, abbiamo effettuato il passaggio a SistemaTotale, registrando il dominio. Nelle nostre intenzioni, il nome doveva richiamare il sistema solare». È questa la ragione del particolare sistema di gradimento dei contenuti adottato dal blog: al posto di un voto in cifre, 10 simboli astronomici, del sole e dei suoi nove pianeti.
«Il blog nasce come hobby: tra amici ne parlavamo tantissimo e ci piaceva l’idea di mettere per iscritto semplicemente quello che ci dicevamo ogni giorno». Stefano scrive più di musica che di cinema, anche se ci confida: «Mi sento più a mio agio quando parlo di film, perché si tratta di qualcosa che ho studiato. È così anche per i videogiochi: ne faccio uso praticamente da sempre e adesso li sto anche studiando».

LA MUSICA: SCRIVERE E ASCOLTARE
«Io non faccio critica musicale», tiene a specificare Stefano. Le ragioni sono due: «Anzitutto, è una questione di competenze e io non ho mai studiato musica; in secondo luogo, ritengo che la critica abbia più o meno senso a seconda dei settori. I videogiochi e il cinema forse possono essere valutati più oggettivamente di quanto non sia possibile con la musica». Stefano ci dice che questo è il fraintendimento più comune: capita di ricevere commenti con insulti tra i più fantasiosi da parte di chi non condivide le recensioni, «ma alla fine si tratta un blog personale, in cui rivendichiamo la possibilità di esprimere opinioni».
Il modo di fare la musica sta cambiando: il 2013 sarà ricordato come l’anno di Spotify, questo è il primo trimestre in cui le vendite iTunes non sono cresciute e il disco fisico vende sempre di meno; eppure, il vinile è tornato di moda. Gli chiediamo che cosa ne pensi: «Credo che Spotify sia un ottimo strumento per conoscere nuovi artisti, che sia utile agli artisti poco conosciuti e non troppo dannoso per i “big”. Il disco fisico è destinato a essere soppiantato dal digitale e la corsa al vinile la vedo più come una moda del momento. Confesso però che io ho ancora il feticcio del possesso del disco».

FUTURO E DISINCANTO
Nel corso dell’intervista, Stefano ci fa una confessione inaspettata: «Scrivere di musica è stato un ripiego per non poter scrivere di altro. All’inizio pubblicavo racconti, ne ho pubblicato qualcuno, ma mi sembrava assurdo dire a me stesso: “Da grande voglio fare lo scrittore”». Alla domanda su quello che gli piacerebbe fare dopo la laurea, Stefano non sa bene che cosa risponderci e non è molto ottimista, per dirla eufemisticamente; due le esperienze che hanno contribuito a questa visione: una lavorativa, con il Comune di Rivoli, e una collaborazione artistica con il Castello di Rivoli.
Rispetto all’università, Stefano si dice deluso, però ricorda però con piacere i suoi compagni di corso al primo anno: «Quando studiavo Scienze della Comunicazione, ci siamo appassionati alla scrittura e lì è iniziato tutto». Gli chiediamo se nella scuola, invece, la sua passione avesse trovato accoglienza e incoraggiamento: «Ricordo un docente di storia e filosofia, che mi spronava tantissimo a scrivere – dice – in realtà, è stato solo un supplente per pochi mesi, con cui però sono rimasto in contatto».
Daniel Pennac scriveva: “Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se non tre o quattro insegnanti?”. Regaliamoci una nota positiva: anche quando la fiducia nell’istituzione vacilla, quella nelle persone che la abitano resiste.

Link utili:
Sistema Totale
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Conoscevate il sito “Sistema Totale”? Avete anche voi un blog in cui scrivete delle vostre passioni?

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Categorie: Musica

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