Home » Cultura » Ascrizzi: poeta del neoverismo

5 Marzo 2014

Ascrizzi: poeta del neoverismo

Una chiacchierata con il poeta di origine calabrese, pioniere del Neoverismo, che vive ormai da 60 anni a Torino

Veronica Minniti e Tommaso Portaluri

Il poeta Francesco Antonio Ascrizzi

Francesco Antonio Ascrizzi ha capito fin da giovanissimo che la poesia sarebbe stata la sua strada. Nato nel 1934 a Sant’Eufemia di Aspromonte, in Calabria, a sei anni viene iscritto direttamente alla seconda classe perché molto più avanti dei compagni, e a nove compone la sue prime liriche. Arrivato a Torino nel 1954, deve convivere con i pregiudizi verso gli immigrati e pertanto viene isolato dagli intellettuali, nonostante lo straordinario talento.

STORIA DI UN POETA
«Certo, è stato difficile – ci ha raccontato – ma non mi sono fatto fermare da queste delusioni.  In qualche modo le mie poesie mi hanno salvato dai momenti bui. Ho continuato a scrivere, certo che prima o poi sarebbero state apprezzate e riconosciute nel loro valore». E le soddisfazioni sono arrivate: negli anni sessanta sono state pubblicate una sua raccolta, dal titolo “Versi”, e altre poesie, su giornali e riviste. Recentemente, durante un viaggio a New York, ha visitato il Metropolitan Museum. La sua descrizione di un quadro di Van Gogh ha attirato l’attenzione del funzionario del museo che lo stava accompagnando nelle visita, che gli ha chiesto di trascriverla, per esporla. Inoltre gli viene riconosciuta la paternità di un genere letterario, il Neoverismo.

IL NEOVERISMO
«Il Neoverismo è una corrente letteraria che celebra l’uomo, in tutte le sue sfaccettature», ha raccontato Ascrizzi.  È composta da tre principi: poesia, amore («inteso come sentimento potentissimo, irresistibile, per appianare ed accompagnare l’iter del dialogo nelle divergenze ed avviare alla convergenza») e azione. «Utilizzo un verso nudo, spogliato da significati nascosti, in completa opposizione all’ermetismo», ha spiegato. «Parlo di Natura, di Libertà, di gioie e dolori. Una grande musa ispiratrice è sicuramente mia madre. È morta quando io ero piccolo, e non l’ho mai dimenticata».

POESIE DI CONCETTO
Alcune delle più innovative opere di Ascrizzi sono le cosiddette “poesie di concetto”. «Sono composizioni concise e semplici. Le più originali sono quelle “grafiche”, in cui cerco di spiegare un concetto, o di destare un sentimento o un’idea, non con le parole ma con un segno di interpunzione o un simbolo». E così, il testo della poesia “Le arti” è un semplice punto esclamativo (!),  mentre quello di “La Libertà” un provocatorio punto interrogativo (?). Dio, invece è descritto con un chiarissimo simbolo: quello di uguale (=).

Hai mai scritto poesie? Che opinione hai delle cosiddette “poesie di concetto”?

Tag: , ,

Categorie: Cultura

Commenti (3)

  1. anna actis dato ha detto:

    Talora anch’io scrivo poesie, ho conosciuto personalmente Francesco Antonio Ascrizzi nel 2003, quando frequentavo la scuola di giornalismo Carlo Chiavazza. Non amo la verbosità neppure in poesia, apprezzo per esempio le liriche essenziali di Emily Dickinson; perciò ho avuto modo di leggere alcune poesie di concetto dell’Ascrizzi, che rendono in pochi versi un’intuizione lirica: “Alacrità” (Mi adopero per accorciare un giorno eterno), “Tu Vita” (Tu, la vena,/il sangue che vi scorre,/il cuore che palpita,/gli occhi miei,/gli arti e l’intelletto/che li guida./Se tu non ci sei/tutto si ferma/ed io non esisto.), “E’ sicuro” (E’ sicuro il morire./Io devo morire./Fatemi vivere./Chi non vive non può morire./Il tempo per ogni cosa/datemi il tempo/utile,/ed io avrò tempo/per vivere e morire.), “Impellenza” (L’Italia scalza/è ferma./Ha calcato/strade impervie./Urge calzolaio.). La concisione può giungere a ridursi a segno grafico, rivoluzionario ed espressivo modo di poetare, perché anche i segni d’interpunzione hanno un significato pregnante; il creato, elenco di cose, è allora espresso con :, la Vita che non si ferma mai è rappresentata da una ,

    • Prof. Renato Demo ha detto:

      La risposta al “perchè” Poesia di Concetto si trova nell’introduzione del libro che Francesco Antonio Ascrizzi scrive:
      Al Lettore

      Nell’arte del comporre la poesia è opera, derivante dalla realtà, in genere descrittiva e dimostrativa con gusto estetico, che commuova, esalti ed elevi lo spirito.
      Nei vari tempi e modi può essere proposta in altre forme, ma deve essere sempre chiara, semplice e memoriale, evitando con il “coperchio” dell’originalità di affogare nelle stramberie ed offrire al lettore prodotti intelligibili.
      Questo libro, intitolato “POESIA di CONCETTO”, presenta composizioni poetiche concise, semplici e chiare, con gusto e stile, ed originali inventive.
      I segni ortografici di interpunzione usati come simboli esprimono concetti chiari e compiuti, e, possono essere una forma lessicale utile ai disabili.
      L’Autore

      • L’opera omnia ECCE CARMEN del poeta Francesco Antonio Ascrizzi è anche classificata in CARMI, LIRICHE, POESIA DI CONCETTO, SONETTI, VERSI D’AMORE. Nel libro CARMI la poesia LIBERTÀ dimostra che LA LIBERTÀ ? (punto interrogativo) non è una provocazione, ma un concetto perfetto come LA MORTE . (punto)- LIBERTÀ Vessillo acromatico che ognuno / Del proprio colore tinge, /Policromo poi, vedi “Cose Nostre” /Promosse dall’oligarchia / A “La Cosa bianca”, La Cosa nera, / La Cosa rossa”, /Dilagando ed allagando / Senza ritegno o tema La Libertà /Impudica il vero aspetto mostra, / Sadica si nutre del sangue / Di chi crede nel Rispetto. / Libertà, nome astratto, / Anarchica figlia dell’egoteismo, / È fuori luogo nella pluralità / Della comune convivenza / Basata sulla Legge del Dovere. / Rispetto! Ecco il termine / Giusto e concreto, / Non libertà, libertà è veto. / Rispetto, cammeo nobile, netto / Da fronzoli, merletti o mostrine, / Da indossare con orgoglio / Qual distintivo del Partito VITA, / È l’habitat che impone imbelle / Il vivere dignitoso e quieto. / Non libertà, libertà è il retro. / Libertà si se figlia del Rispetto.

Lascia un commento