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16 Aprile 2014

416 ter, lotta più dura al voto di scambio

Leonardo Ferrante, referente della campagna anti-corruzione “Riparte il Futuro”, spiega le novità legislative contro il connubio politico-mafioso

Fabio Cassanelli e Matteo Fontanone

Il nuovo articolo 416 ter del Codice Penale estenderà il reato di voto di scambio

Il 416 ter è un articolo del Codice Penale italiano la cui funzione è quella di disciplinare l’ormai tristemente noto reato di “voto di scambio” tra politica e mafia. Nella primavera dell’anno scorso, grazie anche al supporto della campagna anti-corruzioneRiparte il Futuro” promossa da Libera e Gruppo Abele, ha preso piede l’idea di riformare il 416 ter, giudicato ormai inadatto alla complessa realtà dello stato italiano.A colpi di firme e consensi sul web l’idea è diventata una solida realtà, incentrata sull’inserimento delle due parole “altra utilità” nell’articolo. Una coppia aggettivo/sostantivo che cambierebbe radicalmente la lotta alle associazioni mafiose e alle loro infiltrazioni nello Stato, in quanto allargherebbe la punibilità non soltanto allo scambio voti-soldi, ma anche a favori, promesse, influenze di ogni sorta.
Ormai è quasi un anno che il 416 ter è piombato nel vortice della burocrazia italiana, fatto oggetto di mera lotta politica tra fazioni. Rimbalzato tra Senato e Camera, modificato a più riprese, oggi potrebbe essere finalmente approvato in via definitiva. Leonardo Ferrante ha 29 anni ed è il referente scientifico di Riparte il Futuro: con lui Digi.TO ha discusso della campagna, dell’articolo e delle modalità di sensibilizzazione e divulgazione via web.

Cosa cambia con l’introduzione del 416 ter?
«L’approvazione al Senato della modifica del 416ter contiene una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l’inserimento delle parole “altra utilità”, che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato  all’erogazione di denaro. Grazie a queste due parole si potrà contrastare in maniera più efficace il “mercato dei voti”, venduti e comprati in cambio di favori, a partire dalle prossime elezioni di maggio, europee e soprattutto amministrative. L’errore, su cui Riparte il futuro ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene, che andrebbero inserite invece in un più generale inasprimento di tutti i reati di mafia, a partire dal 416 bis, oggi sanzionato con condanne inferiori a quelle previste per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’auspicio, già sottolineato prima del voto di oggi a Palazzo Madama, è che il governo intervenga quanto prima perché siano previste per i reati di mafia sanzioni più severe ed efficaci, nel rispetto del principio della proporzionalità della pena. Noi faremo di tutto affinché questo avvenga».

Quanto ha contato sull’approvazione la campagna di comunicazione online e sui social network?
«Moltissimo. Poter dire “siamo in centinaia di migliaia a volere questo cambio e a guardare che cosa viene fatto a riguardo” è fondamentale. Ogni buona battaglia ha bisogno di essere condivisa e incoraggiata e ogni spazio, reale o digitale, deve essere “occupato”. Non esistono quindi spazi buoni o meno buoni, ma buone o cattive campagne. Inoltre, per la prima volta si usa lo strumento della petizione online per farne una comunità, meglio ancora una “community”».

Altre battaglie che Riparte il Futuro sta portando avanti?
«Appena ieri abbiamo rilanciato la nostra azione sia “verso l’alto” che “dal basso”: stiamo infatti chiedendo trasparenza e impegno contro la corruzione a tutti i candidati di Parlamento europeo, Regioni, Comuni per l’election day del 25 maggio. Si può firmare su www.riparteilfuturo.it e scoprire le nostre richieste tarate su ciascuno. In generale, non smetteremo di domandare alle istituzioni di fare la loro parte fino a quando ce ne sarà bisogno. Alla politica nazionale chiediamo di fare tutte quelle riforme per dotare l’Italia di una legge anticorruzione efficiente e in linea con gli standard europei. A quella locale di contribuire alla causa attraverso la trasparenza a 360 gradi».

Esiste comunque l’ANAC, autorità indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche: secondo voi andrebbe potenziata?
«Ci aspettiamo che alla nomina di Raffaele Cantone a presidente segua un pontenziamento dell’Autorità. Il rischio è quello di lasciar solo chi ha tutte le carte in regola per far bene la propria parte. Ci auguriamo quindi che la squadra dei commissari sia degna di fiducia, così come crediamo fortemente che debbano essere fornite tutte le risorse, tecniche, economiche e umane, per garantirne la piena operatività. Occorre pensare che ogni euro speso nella prevenzione e contrasto torna 2 volte, perché impedisce lo spreco di risorse nei circuiti corruttivi. Perché quindi frenare la lotta alla corruzione, specie se “conveniente”? La vera spending review è quella sui costi dell’illegalità».

Link utili:
Campagna “Riparte il futuro”         
Libera
           
Gruppo Abele
       

 

Avete seguito l’iter del 416 ter? Secondo voi il testo modificato potrà dare finalmente una spallata decisiva alla corruzione?

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Categorie: Cultura

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