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12 Maggio 2014

Le mille trappole del diritto d’autore sul web

A Book to the Future si è parlato di blogger, self publishing e creazioni dell’ingegno. Come si fa a proteggere la propria creatività nell’era del web?

Valentina Esposito

Salto14

Proteggere il proprio diritto d’autore sul web, si può?

Non è facile comprendere l’entità e l’importanza delle informazioni rilasciate ogni giorno su internet, da ogni utente. A maggior ragione quando queste informazioni sono documenti creativi, originali. Motivo per cui al Salone del Libro, sabato mattina, nell’area Book to the Future si è aperto un dibattito anche su questo tema, molto caro a chi si autopubblica o a chi usa internet per lanciarsi, per tentare la scalata alla vetta del successo. La domanda alla base del discorso era: si è davvero anonimi quando si naviga su internet?

PRIVACY E DIRITTI
La risposta è no: Marco Giacomello, avvocato specializzato in materia, ha posto l’accento sul fatto che internet ormai sia il mezzo principale dell’utente per esprimere la propria libertà di pensiero, cadendo nel tranello del finto anonimato. Anzi, visto che ormai il web non è di “sola lettura“, ma ormai ogni utente crea i cosiddetti UGC, User Generated Content, bisogna stare attenti a capire a chi si cedono i diritti per poter essere tutelati al meglio.
Per esempio, quando si caricano contenuti sui social network, come Facebook, concediamo la licenza di usare ogni contenuto pubblicato, non esclusiva e priva di royalties. Difficilmente i contenuti saranno removibili, poiché basterà una condivisione per evitare che il contenuto venga cancellato.
L’autore quindi perde il controllo materiale sulla diffusione della propria opera d’ingegno nel vasto mare del web. Così si diventa responsabili dei propri contenuti e anche quando ci si trova a gestire un blog o un sito bisogna stare attenti, perché in caso di scorrettezze c’è la chiusura immediata, come è già successo con svariate piattaforme di blog o social.
I consigli dati dall’avvocato riguardano ovviamente il leggere attentamente le clausole di ogni contratto – che sia di una casa editrice digitale o un termine di servizio di un sito – e di stare attenti, di non cedere i diritti a nessuno gratuitamente, di controllare le percentuali di royalties dovute, i diritti di recesso ecc.. Anche quando i tratta di plagio o pirateria, nella maggior parte dei casi non si sa nemmeno di star commettendo un reato, come nel caso di utilizzo delle immagini o di canzoni, solo perché magari sono disponibili sulla rete.

PIRATERIA ED ETICA
Al dibattito sono intervenuti anche Tommaso Grotto, che ha presentato il progetto startup Kopjira, e Luca Leonardini, famoso blogger e “business evangelist“, come si definisce lui, diventato famoso proprio per la sua etica web.
Kopjra è una piattaforma che permette di sapere quanto e dove un contenuto è scaricato e fornisce una stima più o meno del bacino di utenza che effettua download di quel singolo prodotto. Ogni dato può essere usato per fare una stima del danno economico, o addirittura dell’indice di preferenza di un determinato file. Sono stati fatti esempi pratici, come un’analisi sul download pirata dell’ebook di “Doctor Sleep”, l’ultimo libro di Stephen King, e i dati sono davvero impressionanti.
Dalla parte opposta, invece, Leonardini ha fatto dell’etica il suo punto forte, raccontando di come cita in ogni articolo del suo blog fonti sicure, certe come Wikipedia, e ha persino scritto un libro su tecniche di management alternativo, su un modo di pensare in modo trasversale avendo come centro di evoluzione la creatività del singolo. Questo è per educare all’etica del web anche chi, solitamente, non fa caso a mille minuzie, che spesso possono trasformarsi in veri e propri disastri.

Link utili:
Salone del Libro
Kopjira
Blog di Luca Leonardini

 

Avevate mai pensato a questi temi? Avete fatto caso alle vostre azioni sui social network?

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Categorie: Tecnologie

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