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9 Giugno 2014

Giacomo Pisani e il reddito di esistenza universale

Questa sera al Circolo dei Lettori il giovane filosofo presenta il suo libro su una nuova forma di intendere la cittadinanza oltre il mercato

Fabio Cassanelli

Giacomo Pisani

Il giovane filosofo Giacomo Pisani

Oggi alle 21 il Circolo dei Lettori di Torino ospita la presentazione del libro “Le ragioni del reddito di esistenza universale” del giovane filosofo Giacomo Pisani, a cui parteciperanno anche Gianni Vattimo, Ugo Mattei e Luigi Pannarale. Classe 1989, laureato in filosofia dottorando di ricerca in Diritti e Istituzioni presso l’Università degli Studi di Torino, Pisani collabora con la cattedra di Sociologia del Diritto del prof. Luigi Pannarale presso l’Università degli Studi di Bari. Abbiamo scambiato due parole con l’autore per conoscere meglio le sue proposte.

Ci descrivi l’idea dietro il reddito di esistenza? Quali sarebbero i vantaggi?
«Il reddito di esistenza, strappando la sopravvivenza al mercato, riconosce la dignità della persona al di là della sua collocazione economica e sociale. Solo riconoscendo a tutti un reddito minimo è possibile favorire spazi di elaborazione del mercato e impedire che esso si configuri come l’articolazione inespugnabile della realtà. Una società che  dà a tutti la possibilità di esistere è una società libera e plurale, che pone le basi per il suo miglioramento e la sua ristrutturazione, a partire dalla decisione degli individui».

In un periodo di difficoltà per la finanza pubblica, non sarebbe troppo oneroso? Come finanziareresti il reddito di esistenza?
«Ci sono degli studi di importanti economisti come Andrea Fumagalli circa la sostenibilità economica del reddito universale, ma penso che preliminare rispetto al discorso economico sia quello riguardante la costruzione di una sovranità politica tale da rendere attuabile un provvedimento come quello del reddito. Oggi i processi economico-finanziari avvengono a livello trans-nazionale, mentre la politica è legata ancora ai singoli stati. Il reddito minimo solleva con forza il problema della sovranità e si inserisce quindi in una battaglia per il riconoscimento dei diritti fondamentali e della dignità della persona, mette in gioco la politica nella partita col mercato. Le soluzioni tecniche, che mirano trovare aggiustamenti all’interno stesso delle categorie e delle regole della finanza, si sono rivelate cieche rispetto ai bisogni delle persone in carne e ossa, oltre che fallimentari. E’ necessario ripartire dai bisogni e dalla materialità dei rapporti sociali per riconoscere i diritti e renderli sostanziali».

Per alcuni il reddito di esistenza non potrebbe essere un incentivo a non lavorare?
«Il problema è: di che lavoro parliamo? Oggi il lavoro è per lo più precario e sottopagato, e il capitale ha disposto una serie di meccanismi di sussunzione del valore che produciamo attraverso le relazioni che intratteniamo ogni giorno, anche attraverso i media. Il reddito risponde all’inadeguatezza del welfare classico, che aveva come soggetto di riferimento il cittadino lavoratore eterosessuale, padre di famiglia. Oggi quel lavoratore garantito non è più il soggetto paradigmatico e c’è una generazione e oltre che chiede diritti e forme di riconoscimento sociale. Il reddito minimo non si pone, inoltre, in antitesi rispetto al lavoro, ma costituisce uno strumento di umanizzazione di quest’ultimo, permettendo all’individuo di rifiutare un lavoro alienante o sottopagato, aumentandone la capacità contrattuale e rilanciando il conflitto rispetto a tali processi».

Quali sono i prossimi obiettivi per diffondere la proposta che hai sviluppato?
«Sto avendo il piacere di portare l’idea di base di questo libro in giro per l’Italia e alcuni ne stanno facendo una rivendicazione politica. Credo che adesso sia importante sviluppare le idee espresse nel volume per strutturare un modello di welfare che sia al passo con i mutamenti del modello di produzione e dei processi sociali».

Link utili:
Circolo dei Lettori

Voi andrete all’incontro? Sareste favorevoli al reddito di esistenza?

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Commenti (1)

  1. Anna Teatino ha detto:

    Mai letto un approccio al reddito universale tanto qualunquista, demagogo e superficiale.
    Ero in dubbio se acquistare o meno il libro: ma se i contenuti di questa intervista sono un breve estratto della tesi esposta nel libro, sono molto soddisfatta di non averlo comprato.

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