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13 Giugno 2014

Acqua bene comune

“Dalla rappresentanza alla partecipazione” è la proposta del Comitato di Acqua Pubblica di Torino che organizza domani un convegno sul tema

Rita Rapisardi

Il Comitato di Acqua Pubblica organizza per domani un convegno sul tema

A tre anni esatti dal referendum che con due quesiti ha espresso chiaramente la volontà dei cittadini a una gestione pubblica dei servizi, sono ancora molti i passi da fare in questa direzione per rispettare la volontà popolare.
Facciamo un passo indietro, 12 e 13 giugno 2011. L’Italia è chiamata a rispondere a due quesiti abrogativi: il primo chiede di abolire la possibilità che la gestione dei servizi locali sia determinata tramite gara pubblica; il secondo, nato sulla spinta del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, domanda se eliminare la formula contrattuale “remunerazione del capitale investito dal gestore” e con essa i cosiddetti costi di gestione, in favore di un pagamento calcolato esclusivamente sul servizio.
I in tutta Italia sono quasi 26 milioni per entrambi i quesiti – il 95% dei votanti, con un’affluenza del 54,8% – percentuali simili anche nella provincia Torino con oltre un milione di sì pari al 95% dei votanti.
Una risposta decisa dell’elettorato, in controcorrente rispetto alla credenza degli ultimi anni per cui “privato è meglio”, che preferisce una gestione dei servizi pubblici, e idrici in particolare, affidata ai comuni, e la cancellazione di alcun profitto sull’acqua.

L’ATTIVITA’ DEL COMITATO
Oggi poco è cambiato e alcune realtà locali stanno aprendo le porte a investimenti privati, anche esteri, nonostante il risultato del referendum.
Da allora il Comitato Acqua Pubblica di Torino, sul campo da oltre 10 anni, si batte perché il risultato del voto sia rispettato e organizza domani 14 giugno, dalle 10 alle 17 al teatro Vittoria, il convegno “Il bene è comune se la sua gestione è partecipativa”.
La coordinatrice dell’associazione, Mariangela Rosolen, ci racconta come sin dal giorno dopo il referendum il Comitato ha indetto una campagna di “obbedienza civile”, di cui Digi.To ha parlato, per fare in modo che venissero applicate le giuste riduzioni sulla bolletta idrica.
Ma non si è fermato qui. Obiettivo imprescindibile è la trasformazione di Smat da S.p.A, società per azioni, ad Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico.
Fresca del suo premio come Top Utility italiana 2014, per la miglior performance operativa nei settori acqua, energia, gas e rifiuti, la Smat garantisce il servizio idrico a 286 comuni in Piemonte. Torino e altri sette maggiori centri detengono il 90,45% del capitale sociale.
Nel 2011 il Comitato ha raccolto con una delibera di iniziativa popolare, oltre 11mila firme in tutta la regione, decreto poi approvato dal Comune di Torino nel luglio 2012. Rimane però ancora incerta la strada verso la variazione dello statuto sociale di Smat. Oggi il Comitato ha iniziato a raccogliere adesioni da parte dei comuni stessi per far sì che l’esito del referendum sia rispettato e fin’ora quasi venti centri hanno aderito.

DALLA RAPPRESENTANZA ALLA PARTECIPAZIONE
Una soluzione contro la mercificazione dell’acqua, servizio e non fonte di guadagno, è mettere al centro tutti, spiega la Rosolen. Contro i consigli d’amministrazione il Comitato d’Acqua Pubblica propone una realtà senza scopo di lucro in cui i cittadini sono i veri proprietari e dove la gestione è “trasparente come l’acqua”.
Alla rappresentanza deve essere sostituita la partecipazione degli abitanti in tutti gli aspetti dell’azienda: un’amministrazione basata su solidarietà, equità e tutela della risorsa naturale e ambientale.
Esempi positivi di cui si parlerà durante il convegno, arrivano da Parigi, Berlino, Grenoble, Cordoba e dal Sud America, con Porto Alegre in Brasile e Cochabamba in Bolivia. Anche in Italia iniziano i primi cambiamenti con una città importante come Napoli.

Link utili:
Comitato d’Acqua Pubblica
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Smat

Parteciperete al convegno? Cosa pensate a riguardo?

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Categorie: Ambiente

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