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1 Luglio 2014

La pittura per “scappare dalla normalità”

Intervista a Riccardo Lazzara, 22 anni, artista torinese che si destreggia tra pennelli, tattoo e lezioni di Giurisprudenza

Rita Rapisardi e Matteo Tamborrino

“Sabina Kelley Tattoo” (particolare), opera di Riccardo Lazzara

C’è chi un tramonto, un volto umano, un’immagine suggestiva la riprende con lo smartphone, e chi invece la imprime nella mente e le dà una seconda vita artistica. Nascono così i lavori su tela di Riccardo Lazzara, giovane artista torinese che alimenta la sua passione per la pittura sin dai tempi della scuola. Classe 1992, divide le sue giornate tra i banchi di Giurisprudenza e la tavolozza.
Un talento da autodidatta – non ha infatti mai partecipato a un corso di pittura – che sogna di migliorare la propria tecnica e (forse) di trasformare questa dote in un lavoro esclusivo. Sui social riscuote già un grande successo e, grazie al sostegno dei conoscenti, ha venduto le prime opere. Digi.TO lo ha intervistato per sapere com’è la vita di un giovane pittore nel 2014.

Riccardo, com’è nata la tua avventura tra pennelli e tavolozze?
«Posso dire che la mia passione per il disegno e per la pittura sia cresciuta con me: dai primi “bozzetti” a pennarello, ai disegni sui banchi di scuola, fino alle tele che ora realizzo con i colori a olio. Mi è capitato sottomano qualche tempo fa un romanzo di Stefano Benni, Margherita Dolcevita, e mi sono incantato leggendo una frase: “L’arte è scappare dalla normalità che ti vuole mangiare. Un viaggio ipnotico, lisergico, perfino catartico, attraverso forme colori, sfumature, ombre. Un universo multiforme, difficile da esplorare, ma estremamente attrattivo”. Ecco: non posso che condividere in pieno. Credo che queste parole descrivano il motivo profondo per cui dipingo».

Finora non hai fatto corsi specifici di pittura
«Purtroppo no, ma appena avrò tempo mi sono ripromesso di farlo, per affinare le mie capacità. Insomma, sono un autodidatta al 100%. Mi piace molto scoprire le nuove tecniche e i segreti che circondano questo vasto mondo espressivo, soprattutto perché mi sento un neofita, un novellino».

Come nasce una tua tela?
«Ogni mio quadro nasce da una sensazione, un sentimento, uno stato d’animo, un’ispirazione, magari proveniente da un’immagine banale vista di scorcio sul web o per strada. Successivamente abbozzo frettolosamente questa “impressione” su un banalissimo foglio di carta, per imprimere l’idea, per fissare il ricordo. E poi riporto il tutto su tela. Di lì in poi è una full immersion che dura ore e ore, alla ricerca dei colori, delle linee, dell’equilibrio perfetto per ciò che dovrà essere il risultato finale».

A chi ti ispiri?
«Direi che non c’è un solo maestro. Cerco di osservare con attenzione, di lasciarmi influenzare e di fare mie le parti che più mi colpiscono dei diversi movimenti e correnti artistiche: l’utilizzo dei colori impressionistici, i paesaggi del Romanticismo, le figure del Realismo. C’è però, devo ammettere, un’opera che ha sempre suscitato in me uno strano fascino: La morte di Marat di Jacques-Louis David. Ma, oltre alle suggestioni pittoriche, mi è sempre piaciuto prendere spunto dal mondo dei tatuaggi. È straordinario vedere come disegni di ogni genere riescano a prendere forma e ad armonizzarsi sulla nostra pelle».

Sei riuscito a vendere alcune tue opere: a chi ti sei affidato?
«Ho diversi amici “artofili” ed è proprio grazie al loro incoraggiamento, oltre che a quello dei miei genitori, che dal settembre scorso ho iniziato a pubblicare qualche mio lavoro su Facebook e ad auto-sponsorizzarmi, riscuotendo un certo e inaspettato successo. Ma al di là dei social, sono riuscito a vendere anche alcune opere grazie al caro vecchio passaparola, perché in fin dei conti la miglior pubblicità la fanno sempre i “clienti” affezionati. Non so dire se riuscirò mai a trasformare questa passione in una vera e propria opportunità lavorativa: non so che cosa mi riservi il futuro, se una vita da artista, da avvocato, da tatuatore. Ma di certo non chiuderò mai i pennelli in un cassetto».

Link utili:
Pagina Facebook di Riccardo Lazzara

 

Anche voi avete una passione nascosta? Avete mai pensato di iniziare a dipingere?

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Categorie: Cultura

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