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24 Luglio 2014

Al via il Traffic Festival, tra passato e presente

“Yesterday > Today” è lo slogan scelto per l’edizione 2014 che inizia stasera, di cui abbiamo parlato con Fabrizio Gargarone, uno dei tre direttori artistici

Fabio Cassanelli e Matteo Fontanone

La mescolanza tra passato e presente, obiettivo del Traffic di quest'anno.

La mescolanza tra passato e presente è il filo conduttore del Traffic di quest’anno

Da oggi al 27 luglio il Traffic Festival torna in Piazza San Carlo, dopo una breve comparsata alle OGR nell’edizione 2013. Il motto è “Yesterday > Today“, una ricerca in cui l’anima pop cerca di abbracciare i fan di ogni epoca musicale, italiana e internazionale.
I direttori artistici Max Casacci, Alberto Campo e Fabrizio Gargarone hanno messo sul piatto un ricchissimo programma musicale e culturale ricco di inediti e di riscoperte.
Ciò che di più inedito si può trovare è il featuring più insolito dell’anno, ovvero I Cani e Max Pezzali. Un concerto che saprà unire le generazioni dei nati dal ’60 in avanti, ripercorrendo le periferie di una Pavia a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, con la Roma degli hipster e dei social network. Ci saranno poi i britannici Pet Shop Boys, uno dei gruppi leader dell’electro-pop e dopo la controversa esibizione sul palco del Concerto del 1° Maggio torna a suonare in un grande evento pubblico anche Piero Pelù con i suoi Litfiba. Vedremo sul palco un Pelù battagliero e politico o la sua versione più conciliante? In ogni caso, accompagneranno i Litfiba il giovani siciliani del Pan del Diavolo. Ultimo abbinamento: suonerà insieme ai Niagara, l’artista britannica Janine Rostron, in arte Planningtorock.

Abbiamo intervistato il direttore artistico Fabrizio Gargarone, cercando di affrontare le tematiche principali di questa edizione di Traffic.

Lo slogan adottato è “Yesterday > Today”, con l’intenzione di “mettere in corto circuito” passato e presente. Esempi pratici?
«Innanzitutto l’inaugurazione, a cura di Wu Ming 2, che metterà in scena un’opera a metà tra musica e teatro, la storia di un medico di colore ucciso durante la Resistenza. La Resistenza di ieri con i filtri interpretativi di oggi: continuiamo a discuterne, provando a dare alla memoria storica l’importanza che merita. Un’altra bella storia è quella dei Fluxus, un gruppo seminale punk hardcore riunitosi il 25 aprile dopo dieci anni di separazione: suoneranno sul nostro palco domenica. L’esempio principe, infine, è costituito dallo strano esperimento composto da Max Pezzali e I Cani: il primo raccontava la Milano da bere, i secondi ironizzano sulla Roma del 2014».

In molti, di fronte all’annuncio di Pezzali + Cani, hanno storto il naso.
«Il progetto è nato da un rapporto sincero tra artisti, senza nessuna interferenza di manager o case discografiche. Cosa che, di questi tempi, è decisamente inusuale. Abbiamo iniziato a sentirne parlare l’anno scorso, Pezzali alza il telefono e chiama Contessa, frontman dei Cani, dicendosi colpito dalla loro musica e incuriosito da ciò che potrebbe nascere facendo qualcosa insieme. Non è nata solo una collaborazione, ma un’amicizia. Dal canto nostro siamo entusiasti, miscelare l’indie snob dei Cani con il pop di Pezzali è un esperimento che ci ha convinti subito».

Si è molto discusso riguardo all’influenza che il main sponsor, Lottomatica, può aver avuto nella scelta degli artisti.
«Logicamente lo sponsor è rimasto soddisfatto dalle scelte che abbiamo preso, per loro Pezzali in un’operazione di questo tipo è strategico. Gli sponsor vendono prodotti, una serata del genere soddisfa le mie ambizioni di festival e soddisfa anche aiuta economicamente il Traffic. Non bisogna dimenticare che non si può vivere solo in funzione dello sponsor, altrimenti diventa una festa aziendale e non più un festival rivolto al pubblico. Ci tengo a dire che al giorno d’oggi è inutile e dannoso pensare al marchio cattivo che mangia in ogni caso la buona cultura, ormai nelle aziende private ci sono progettisti molto validi, persone con grandissime competenze. Pensiamo a Samsung che ha riempito Piazza Duomo per i Subsonica, o a Nokia con la musica underground dei vertical stage».

Rispetto alle precedenti edizioni, l’impressione è che Traffic abbia voluto allargare il proprio bacino d’utenza, chiamando nomi che strizzano l’occhio a un pubblico più vasto.
«Una buona componente per la scelta programmazione è il luogo dove viene fatto il festival. L’anno scorso eravamo alle OGR, un contesto che non esiterei a definire indie: il contenuto non poteva che essere di quel tipo. Siamo tornati in Piazza San Carlo, la proposta musicale sarà necessariamente diversa, i contenuti cambiano a seconda del luogo in cui vengono messi in atto. Siamo nel salotto della città e il festival va affrontato con un taglio nazional-popolare, come nel 2011. La strada all’epoca fu vincente, speriamo che lo sia quest’anno».

Piazza San Carlo è stata al centro del dibattito sulla Cena in Bianco. Da organizzatore di un festival che ogni anno fatica ad essere confermato, qual è la tua opinione?
«Che sarebbe molto più utile sostenere iniziative e festival che durano tutto l’anno e servono davvero al territorio, non delle semplici vetrine. Penso a prodotti di qualità come sPAZIALE, difficili da organizzare sotto tutti i punti di vista e interrotti per mancanza di finanziamenti».

Il futuro di Traffic resta sempre un’incognita?
«Incognita totale, partiamo sempre pensando che sia impossibile organizzarne un altro e poi, a qualche mese dall’estate, esce il coniglio dal cilindro e riusciamo ad andare avanti ancora un anno. I successi aiutano la fortuna, noi siamo stati molto fortunati e abbiamo sempre avuto molto successo. La situazione è mobile e instabile, fare previsioni diventa impossibile. Il nostro lungo termine è arrivare a domenica notte e mettere in archivio un Traffic ben riuscito, poi chissà».

Link utili:
Traffic Festival

Andrete a vedere qualche concerto di Traffic? Che cosa pensate dei connubio tra generi diversi?

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Categorie: Musica

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