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12 Novembre 2014

Si può cambiare un ricordo?

Gli scienziati del MIT dicono che quanto accade nei film Inception e Se mi lasci ti cancello potrebbe diventare realtà, per curare la depressione o altre malattie

V.M.

La trottola è uno dei simboli del film Inception, dove si modificano i ricordi, tecnica che potrebbe presto diventare realtà

Vi ricordate di Dom Cobb, il protagonista di Inception, interpretato da Leonardo di Caprio? Era un abilissimo ladro dell’inconscio: riusciva a rubare i segreti delle persone nei momenti di massima vulnerabilità, ovvero i sogni. La sua abilità non consisteva solo in questo: infatti era anche in grado di provocare un innesto, ovvero impiantare nell’inconscio di qualcuno un’idea scelta da lui, senza che la “vittima” se ne rendesse conto, e in modo che pensasse che quell’idea fosse sua e che fosse sempre stata tale. E vi ricordate di Joel, il protagonista di Eternal sunshine of the spotless mind (titolo tradotto in italiano con il discutibile Se mi lasci ti cancello) , interpretato da Jim Carrey? Dopo la rottura con la fidanzata Clemetine (Kate Winslet), l’uomo aveva deciso di sottoporsi a un macchinoso processo che gli permettesse di cancellare dalla mente tutti i ricordi legati a lei e alla loro storia, di fare come se lei non fosse mai esistita, per non soffrire più.
Avete mai pensato a che cosa succederebbe se queste manipolazioni della mente fossero possibili?  Ma soprattutto: potrebbero mai essere possibili? L’Università del Massachussets dice di sì.

LO STUDIO
Sembrerebbe esistere una connessione neurale tra la risposta emotiva e il ricordo, così come un metodo per manipolare la memoria: questo è quanto emerso dallo studio condotto dagli scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology). La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, ha un grande valore sotto molti punti di vista: potrebbe essere utile, infatti, nel trattare pazienti affetti da depressione o disturbi post traumatici da stress.
Susumu Tonegawa, a capo dello studio, ha dichiarato: «Speriamo che in futuro, grazie a queste conoscenze, si possano aiutare le persone a ricordare maggiormente le cose positive rispetto a quelle negative. Le connessioni neurali di ippocampo e amigdala, come sappiamo, sono caratterizzate da notevole plasticità, e grazie a questo è possibile modificare la valenza di un ricordo, e renderlo positivo da negativo, o addirittura eliminarlo».
Infatti la valenza di un ricordo (con essa intendiamo la sua positività o negatività) dipende da due fattori combinati: la parte “fisica” della memoria, che risiede nell’ippocampo, e la parte emotiva con tutte le sue implicazioni, dipendente dall’amigdala. Se si manipolano le connessioni tra queste due aree sarà dunque possibile intervenire sulla memoria e quindi modificarla.

LA SPERIMENTAZIONE
Fino a oggi tutto ciò non è stato possibile, perché solo grazie agli scienziati del MIT è stato reso noto l’esatto punto d’incontro delle connessioni fra le due aree celebrali, grazie a una tecnica innovativa – l’optogenetica – che utilizza la luce per controllare l’attività dei neuroni.
Le condizioni sperimentali hanno visto i topi come cavie da laboratorio. Venivano indotte delle associazioni tra l’animale e determinati luoghi, alcuni con connotazione positiva, altri con connotazione negativa. In seguito gli scienziati hanno provato a invertire queste associazioni, intervenendo, appunto, tra le connessioni di ippocampo e amigdala, rendendo positiva l’associazione negativa e viceversa. Ci vorrà molto tempo prima che questa manipolazione sarà resa possibile sugli uomini, ma quel che è certo è che potrà succedere.
È un fatto positivo modificare i ricordi, o tutto deve restare al proprio posto? Su quali tipi di ricordi sarà lecito intervenire? È forse presto per rispondere a queste domande; quel che è certo è che questo studio è molto importante, perché se usato adeguatamente potrebbe aiutare a migliorare la salute mentale di molte persone.

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Categorie: Tecnologie

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