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14 Gennaio 2015

Insoliti Parcheggi, a Torino il teatro si fa in macchina

Da un’idea di Marco Rezoagli della piattaforma CO.H, un nuovo format teatrale che catapulta gli spettatori nei sedili posteriori di un’auto

Matteo Fontanone

Il format teatrale “Insoliti Parcheggi” si svolge in auto

Domani e giovedì sera in via Borgo Dora vanno in scena gli Insoliti Parcheggi, uno spettacolo teatrale decisamente particolare. Ci sono quattro macchine parcheggiate lungo la via: nei sedili davanti, due attori, in quelli dietro massimo tre spettatori. Il pubblico apre le portiere, si siede, lo show ha inizio. Sebbene ogni auto metta in scena una storia diversa e autonoma rispetto alle altre, sono tutte collegate l’una con l’altra: solo dopo aver assistito alle quattro rappresentazioni lo spettatore può unire i puntini e aver chiaro il quadro unitario della storia. Lo spettacolo prevede poco più di venti minuti a macchina, per un totale di circa un’ora e mezza: il primo turno avrà inizio alle 20, il secondo alle 22,30.
L’idea di Insoliti Parcheggi è di Marco Rezoagli, lo spettacolo è stato sviluppato da una quindicina di attori, scrittori e registi all’interno di CO.H, la piattaforma artistica di progettazione partecipata facente base alla Cavallerizza. Il progetto ha avuto fin da subito un ottimo riscontro di pubblico, tant’è che con quella di domani siamo ormai giunti alla decima messa in scena, dopo San Salvario con il Greenbox e il Bunker per il Torino Fringe Festival.
Facciamo quattro chiacchiere con Marco in un vecchio caffè di via Po.

La prima domanda viene da sé. Perché in macchina?
«Il nostro è un teatro basato sulle reazioni del pubblico: nella vita di tutti i giorni la macchina è un luogo familiare, o ci si sta da soli o la si condivide, di solito, con amici e parenti. In questo caso noi ci mettiamo degli attori e diamo la possibilità al pubblico di sbirciare nelle vite dei personaggi che mettono in scena. Uno degli aspetti migliori di Insoliti Parcheggi è l’osservare le reazioni dello spettatore nel sedile posteriore. La macchina è chiaramente un luogo poco consono per recitare, si crea una sorta di cortocircuito tra l’ambiente poco teatrale e lo spettacolo in sé. Il pubblico è spiazzato, positivamente sorpreso».

Pubblico e attori, in macchina, interagiscono?
«Al pubblico è permesso, anzi, consigliato, interagire. In alcuni casi modifica addirittura l’assetto della storia. Dipende tutto da come uno spettatore interviene, dell’entusiasmo che manifesta, delle relazioni che intraprende con gli attori. Non c’è la quarta parete, è una relazione tra chi sta dietro e chi davanti: i personaggi interpretati dagli attori sanno di non essere soli, sono consapevoli di avere un pubblico».

Che tipo di esperienza è, per un attore, uno spettacolo come Insoliti Parcheggi?
«E’ difficile definirlo spettacolo, perchè non rispecchia i canoni classici del teatro che conosciamo, sia per il pubblico che per gli attori. Tutti coloro che hanno lavorato al progetto si sono detti entusiasti: Insoliti Parcheggi è una sfida che mette a dura prova la tenuta del personaggio e la capacità di improvvisazione. Il premio in palio però è alto: un pubblico attento e coinvolto per 20 minuti di fila, cosa che dal palco si ottiene con sempre più difficoltà oggi. Il grado di improvvisazione è alto, l’attore ha moltissima libertà proprio in virtù dell’interazione con il pubblico. Inoltre i canovacci sono in continua trasformazione, a seconda degli attori che cambiano di volta in volta e delle reazioni del pubblico, la storia e le battute si modificano. Si potrebbe dire che è il testo glielo si “cuce addosso”. E’ un testo vivo».

Una rapida anticipazione delle quattro storie?
«Family racconta l’attesa di due genitori, Mistica è un appuntamento con delle ragazze, per Colpo Grosso il titolo parla da solo, mentre la Cuccumella è una caffettiera tipica napoletana. Tutto il resto sarà da scoprire».

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Categorie: Cultura

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