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20 Gennaio 2015

Diventare professionisti del non profit

Sabato a Torino le prime lezioni di un corso innovativo dedicato al terzo settore, che prepara figure specializzate con competenze manageriali

Giulia Porzionato

Il corso che inizia sabato prepara professionisti del terzo settore

Il 24 gennaio a Torino prende il via la prima edizione di Non profit professionals, percorso formativo utile a diventare professionisti del terzo settore, un ambito in forte crescita che necessita di figure specializzate, i cosiddetti “manager sociali”.
Ma in cosa consiste questo progetto, che si articola in 15 giornate di formazione presso il Centro culturale Pier Giorgio Frassati? Ne abbiamo parlato con Alberto Robiati, uno degli ideatori del corso che, almeno per la prima edizione, sarà a numero chiuso.

Com’è nata l’idea di questo corso di formazione?
«Di mestiere io faccio il consulente e il formatore per la crescita personale e professionale nei settori profit, pubblico e non profit. Inoltre ho una lunga esperienza come “imprenditore sociale”, diciamo così, nel terzo settore. Da tempo in questo ambito collaboro con Christian Foti, infermiere e docente universitario e coordinatore di A Proposito di altri mondi Onlus, che come esperto di cooperazione internazionale ha realizzato numerosissimi progetti, soprattutto in Africa. La nostra iniziativa nasce da una necessità che abbiamo toccato con mano, lavorando nel campo: il non profit ha bisogno di vedere crescere le competenze professionali, manageriali, organizzative, relazionali, progettuali, culturali, comunicative, amministrative, fiscali delle persone che ci lavorano. Questa è, secondo noi, la chiave per rendere realmente efficaci le tante iniziative di utilità sociale che nascono ogni anno, frutto di una spiccata dimensione vocazionale di milioni di cittadini, secondo l’Istat 5 milioni di volontari e 1 milione di lavoratori, che va affiancata anche da una dimensione professionale più “matura”. Noi ci proponiamo per portare un piccolo contributo in questa direzione».

Per quanto riguarda i destinatari, a chi è rivolto il corso, in particolare?
«Il percorso vuole coinvolgere naturalmente chi di “non profit” già si occupa per lavoro e che ha la volontà di rinforzare le proprie competenze e di ampliare il proprio bagaglio culturale sul tema. Ma vogliamo coinvolgere anche chi ha l’idea di lavorare in futuro nel campo e vuole formarsi; pensiamo perciò a laureati, studenti universitari e diplomati, meglio se in materie specialistiche relative all’educazione alla cultura, all’ambiente, alla sanità e così via. Infine, abbiamo pensato anche di allargare la proposta ai non professionisti, perciò ai tantissimi volontari che sono il pilastro fondante di decine e decine di attività e progetti non profit».

Quali sono i contenuti principali e le materie d’insegnamento?
«In sintesi diciamo che abbiamo scelto di strutturare questa prima edizione in quattro moduli. Il primo riguarda la “governance”, cioè la direzione di un’organizzazione non profit con tutte le sue articolazioni: gestionale, amministrativa e fiscale, ma anche strategica e organizzativa, compresa per esempio la dimensione del coordinamento delle persone, la leadership e la collaborazione, la gestione dei gruppi di lavoro e così via. Un altro modulo è focalizzato sugli aspetti promozionali, di marketing, di comunicazione e pubbliche relazioni e, soprattutto, vitale per il terzo settore, sul fundraising. Il terzo è dedicato alla progettazione, dunque alla definizione di progetti in funzione di bandi pubblici e privati per finanziare gli interventi di utilità sociale. Infine, l’ultimo modulo concerne importanti aspetti più “culturali” relativi al settore come i diritti e la cittadinanza. Abbiamo anche previsto una formazione specifica, a fine percorso, sulla “spendibilità professionale” dell’esperienza formativa, dedicando un workshop alla progettazione di sé come professionisti del terzo settore».

Quali sono le figure professionali “in uscita”?
«Vorremmo contribuire a formare persone preparate a 360 gradi sul terzo settore, in grado quindi di dirigere o di ricoprire ruoli di coordinamento e responsabilità in una organizzazione non profit. A seconda del tipo di modulo, poi, l’idea è di aiutare i partecipanti a specializzarsi in ruoli specifici come il manager amministrativo, esperto di gestione di bilanci e contabilità, ma anche di materia fiscale, di normativa; oppure come il manager della comunicazione, chi ricopre ruoli di PR e in particolare di fundraiser, figura richiestissima; o il progettista, cioè chi scrive e gestisce progetti per la richiesta di finanziamenti pubblici o privati e infine il project manager, cioè chi poi i progetti li deve realizzare, pianificando attività, gestendo relazioni, coordinando collaboratori e volontari, rapportandosi con finanziatori, istituzioni, politica, media, gestendo tempi e scadenze, organizzando e riorganizzando in funzione delle necessità. Si tratta, come evidente, di un taglio trasversale del nostro percorso formativo, proprio perché crediamo sia utile, in un settore da sempre basato sulla volontà dei “tuttofare”, aumentare il livello di cultura e consapevolezza generale. Noi ci metteremo passione, creatività, esperienza, sensibilità, cercheremo di progettare con i diversi docenti, tutti esperti e professionisti nei loro ambiti del terzo settore, interventi didattici fondati su metodologie attive e innovative».

L’idea di questo corso si espanderà al di fuori di Torino e del Piemonte?
«Intanto partiamo da qui, dove non esiste una proposta analoga, nella quale si mettono insieme contenuti e materie tra loro complementari. Vogliamo sperimentare un percorso formativo in questa prima edizione “pilota”,grazie al dialogo con le istituzioni come l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Gianna Pentenero, che ci ha concesso il patrocinio per quest’anno e la disponibilità a progettare insieme per il futuro. Inoltre siamo in collegamento con il mondo accademico piemontese, ma anche con le Università di Pisa e di Roma, dove il tema del sociale è esplorato anche attraverso specifici Master tematici o sulla comunicazione».

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Commenti (2)

  1. Nicola Caputo ha detto:

    Sono interessato a frequentare questo corso.

  2. Silvia Bruno ha detto:

    Bene, può contattare lei stesso gli organizzatori dal sito linkato all’inizio dell’articolo.

    Silvia Bruno
    Coordinatrice di Digi.TO

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