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26 Marzo 2015

Biennale Democrazia, “Troppi muri e pochi ponti”

Da oggi il nostro speciale sulla rassegna: ieri l’inaugurazione dell’opera “Attraverso”, che riassume bene il tema di questa edizione, “Passaggi”

Veronica Minniti

Un’opera degli studenti: “Abbiamo costruito troppi muri e non abbastanza ponti”

Il primo giorno della rassegna di Biennale Democrazia è stato all’insegna della pioggia, che tuttavia non ha impedito a moltissime persone, soprattutto giovani studenti delle scuole superiori, di assistere all’inaugurazione di Attraverso, un’opera “in tre atti”, un’installazione ludica concepita e sviluppata da Ugo Li Puma, designer, scenografo e sperimentatore.
Fulcro dell’opera è un muro anticonvenzionale, lungo 40 metri e alto 4, realizzato interamente in cartone riciclato, collocato al centro di Piazza San Carlo; si tratta di una barriera onirica e semitrasparente, con allestimenti fotografici e varchi di diversa grandezza. L’opera è realizzata con il sostegno del Conai – Consorzio per il recupero degli imballaggi.

LA PAROLA A ZAGREBELSKY
All’inaugurazione era presente anche Gustavo Zagrebelsky, il Presidente di Biennale Democrazia, che ha sottolineato il valore fortemente evocativo dell’opera : «Il materiale di cui è costituito il muro è umile, e questo può essere inteso come un chiaro messaggio: bisogna partire dalle cose semplici per costruire qualcosa di complesso. Il muro è il simbolo perfetto di questa edizione di Biennale dedicata ai passaggi – ha continuato – Esso è naturalmente un ostacolo e, che sia più o meno complicato attraversarlo, indica una cosa ben precisa: noi siamo di qua, e al di là c’è un altro mondo. Quello che gli eventi ci stanno insegnando in questo momento è che noi non possiamo rimanere a lungo di qua stando tranquilli. Siamo obbligati a trovare qualche passaggio, un punto di incontro».
In questo senso, il muro inaugurato contiene dei varchi di diverse ampiezze, che diventano forti immagini simboliche: il significato è che, per quanto difficoltoso possa essere, i muri possono essere sempre superati. Bisogna solo trovare il modo giusto.

L’ARTISTA: PERCHE’ NON RIVELARE TROPPO
Ha poi preso parola l’autore dell’opera, Ugo Li Puma, che ha spiegato l’importanza di lavorare con materiale povero («perché ci avvicina alla nostra vera natura»), e, come molti altri artisti contemporanei, ha deciso di non rivelare il significato della sua creazione, nella fattispecie delle icone che si intravedono nel muro, per lasciare allo spettatore la possibilità di darne una libera interpretazione.
«L’unica fotografia che mi sento di spiegare – ha detto – è quella in cui si vedono i bambini che superano l’ostacolo del muro facendo volare dei palloncini. L’immagine rappresenta la purezza dell’infanzia. Inoltre, uno dei due bambini è mio nipote, quindi è un’icona che ha ovviamente un importante significato personale».

IL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE
Sono stati presentati, inoltre, altri due muri in cartone: uno in Piazza Carlo Alberto (che dopo essere stato montato, il giorno prima dell’inizio della Biennale, è stato distrutto da qualcuno, per poi essere ricostruito in tempo per l’inaugurazione) e l’altro davanti al Teatro Regio .
Su di essi sono stati esposte le opere d’arte realizzate dagli studenti delle scuole superiori seguiti dagli allievi dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, nell’ambito dei percorsi formativi di Biennale Democrazia. I ragazzi si sono attenuti ad alcune tematiche che sono state loro proposte (ad esempio, porsi di fronte al passato, il cibo e la democrazia, riti di passaggio), che hanno interpretato liberamente.
Su una possiamo leggere, in inglese, “Abbiamo costruito troppi muri e non abbastanza ponti”.

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Categorie: Cultura

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