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23 Aprile 2015

La memoria scientifica dell’Università di Torino

Alla scoperta dell’Astut, l’archivio che dal 1992 cataloga e custodisce strumenti e oggetti della storia tecnologica e didattica dell’Ateneo

Andrea Di Salvo

L’Astut è l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino

Qualche studente dell’Università di Torino si è forse chiesto che fine faccia la strumentazione in uso nei laboratori, specie quella più datata. Molto probabilmente, e altrettanto semplicemente, si sarà risposto pensando che vada buttata via, come qualsiasi rifiuto, ma non è così. L’Archivio Scientifico e Tecnologico (Astut) dell’ateneo torinese si occupa della catalogazione e della conservazione delle “cose vecchie” utilizzate nelle varie sedi universitarie.

NASCITA DI UN ARCHIVIO
Situato presso l’ex Manifattura Tabacchi in corso Regio Parco 134, a Torino, l’archivio è frutto di un’esperienza maturata nel 1991 dal prof. Marco Galloni, che in quell’anno organizzò la mostra Strumenti ritrovati presso l’Archivio di Stato di Torino. L’occasione rivelò l’importanza e la ricchezza della strumentazione scientifica e degli oggetti legati alla storia scientifico-tecnica in possesso dell’Università. Un anno dopo nacque l’Astut.
La tipologia dell’ente scelta, cioè l’essere un archivio e non un museo, derivò da necessità economiche: un museo avrebbe richiesto fondi, strutture e personale fuori da ogni concreta possibilità di ottenerne. Un archivio invece si sarebbe mostrato più adatto al ruolo di conservazione e studio di strumenti antichi o obsoleti con un impatto economico più contenuto. Così i reperti della storia scientifica e didattica dell’Ateneo trovano spazio nei magazzini di oltre 3.000 mq e coprono con alcuni pezzi la storia universitaria di fine ‘700, con un numero maggiore quella dell’Ottocento, mentre al ‘900 è riservata una cura speciale tramite quegli apparecchi erroneamente considerati buoni solo per prendere polvere.
Una nutrita raccolta di video permette di farsi un’idea della ricchezza della collezione: possiamo trovare vecchi microscopi di varie tipologie, motori elettrici, spettroscopi, apparecchi per la chimica, calcolatori, oggetti per la didattica come spaccati delle strutture muscolari o altre parti del corpo umano, strumenti odontoiatrici.
Oltre alla variegata raccolta di oggetti, vi è quella degli sforzi delle persone che hanno collaborato, e continuano a farlo, alla realizzazione dell’archivio: i suoi primi 20 anni di attività sono stati riassunti con efficacia in un documentario di pochi anni fa.

L’ARCHIVIO OGGI
Finiti gli apparecchi del passato, che cosa ha da archiviare oggi l’Astut? Semplicemente il presente: oggetti dismessi da poco vengono raccolti nei magazzini perché tra alcune decine di anni essi rappresenteranno un’ulteriore testimonianza dell‘evoluzione scientifica e tecnologica. Degli strumenti del passato, inoltre, si è cercato di recuperarne anche foto e filmati nel loro ambiente di lavoro originario, altro aspetto importante del processo di conservazione della memoria storica. Memoria che non proviene solo dai reperti interni all’Università: non mancano infatti donazioni da parte di privati che intendono depositare presso l’Archivio quegli oggetti simbolo dell’attività lavorativa di un familiare. Analoghi depositi sono stati effettuati da alcune importanti aziende per testimoniare i propri lavori.
L’esperienza maturata in questo ambito di raccolta e conservazione ha permesso di stringere collaborazioni anche al di fuori dell’ambito universitario, con richieste di riconoscimenti, catalogazioni e riordini di fondi storico-scientifici. Parallelamente a questi, non mancano le attività legate a mostre tematiche (una trentina in tutto), convegni di storia della strumentazione scientifica e adesione alle manifestazioni cittadine di divulgazione scientifica come la Notte dei Ricercatori e Le Settimane della Scienza.

UN GIRO NELL’ARCHIVIO
Dal 2014, l’Astut fa parte del Sistema Museale di Ateneo (SMA), la struttura nata nel luglio dell’anno scorso che raccoglie in sé le principali realtà museali dell’Università di Torino e il cui presidente è il il prof. Giacomo Giacobini. Il già citato prof. Marco Galloni e la dott.ssa Mara Fausone sono rispettivamente il Direttore Scientifico e il Conservatore dell’Astut.
La sede dell’archivio è aperta su appuntamento e visitabile gratuitamente previo accompagnamento; non sono presenti barriere architettoniche, quindi le visite sono godibili anche dalle persone disabili.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni occorre scrivere a astut@unito.it oppure chiamare al 335 7785195.

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Categorie: Tecnologie, Università

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