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18 Maggio 2015

#SalTo15: quando il lavoro te lo inventi in digitale

Lo spazio Book to the future del Salone del Libro sabato ha ospitato un incontro dedicato alle diverse professionalità legate alla rete

Antonella Capalbi

I relatori dell’incontro

«In un mercato del lavoro che scorre velocemente come un fiume in piena agitato dal vento, è necessario imparare a fare windsurf. E c’è chi ce la fa». Sono state queste le incoraggianti parole scelte da Vito Siccastro, moderatore dell’incontro Inventarsi un lavoro ai tempi di internet, svoltosi sabato presso l’area Book to the future del Salone del Libro.
In uno scenario caratterizzato dalla necessità di reinventarsi e da continui stravolgimenti delle certezze a cui molte lavoratori erano abituati, sono diverse le storie di chi invece ha imparato a nuotare in questo fiume e, dopo essere passato da una naturale fase di apnea che va di pari passo col mettersi in gioco in nuove situazioni, è riuscito a tirare un respiro di sollievo. Le storie positive di questi naviganti hanno fatto da filo conduttore a un incontro che ha cercato di mostrare quanto la crisi proceda parallela alla rigenerazione e alla creazione di nuovi orizzonti, soprattutto se si parla di digitale.

RICOMINCIO DA ME
In effetti, alle parole di incoraggiamento di Siccastro – curatore tra le altre cose del programma radiofonico Lavoradio, cassa di risonanza per quelle voci che hanno una storia di lavoro positiva da raccontare – hanno fatto eco quelle di Mariangela Tripaldi, coach del lavoro esperta nella decostruzione dei meccanismi di resistenza che naturalmente si vengono a creare nei lavoratori a fronte di scenari di cambiamento tanto veloci quanto radicali.
Di fronte al dubbio amletico di chi si chiede se sia ancora il caso di cercare un lavoro o se si faccia prima a inventarlo, la Tripaldi ha suggerito di ripartire dalle risorse che si possiedono, da far combaciare nel modo migliore con le nuove esigenze del mercato: la soluzione sta nel ripartire da se stessi, dalle proprie capacità e dalla volontà di mettersi in gioco, tra sfide e professionalità sempre più (re)inventate.

NUOVE FIGURE PROFESSIONALI
E di (re)inventare il mercato e nuove figure professionali si è parlato nell’intervento di due esponenti di questa parte di società che del digitale ha fatto la placenta di nuove opportunità di lavoro.
Massimo Ceaglio di I3P, uno dei primi incubatori sorti a Torino, ha fatto un excursus attraverso il mondo – luminoso per alcuni e nebuloso per tanti altri – delle start-up, realtà imprenditoriali che partono da una versione beta e che i cosiddetti “incubatori” come I3p contribuiscono a creare mediante un servizio di consulenza in ogni fase della progettazione. Nelle parole di Ceaglio non è la formula della start-up a garantire il successo di una buona idea di base: è necessario costruirla passo per passo secondo un buon business plan, lavorarci sodo e credere nel progetto che si vuole realizzare.
Ingredienti che hanno fatto da sfondo anche alla ricetta presentata da Marco Cavicchioli, e-commerce manager, per riuscire a realizzare un servizio di vendita on-line di successo. In un contesto che cambia alla velocità della luce l’esperienza rimane un caposaldo di base per chi desidera lavorare in un settore che, oltre a grande creatività, richiede sempre maggiore specializzazione e competenza tecnica.

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Categorie: Lavoro

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