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4 Settembre 2015

Megabus, un bilancio dopo la prima estate low-cost

Prezzi accessibili, promesse mantenute e tempi dilatati, un salto nell’estate dei pullman le cui tariffe partono da 1 €

Matteo Fontanone

Megabus è la compagnia di pullman low-cost attiva da luglio anche in Italia

La notizia, ormai, è di due mesi fa. È metà giugno e la pianificazione estiva di molti ragazzi in cerca d’avventura viene sconvolta con un annuncio destinato a cambiare molte cose. Da un giorno all’altro Megabus, la compagnia di trasporti low-cost famosa in tutto il mondo per le tariffe a prezzi stracciati, sbarca in Italia e rivoluziona gli spostamenti sulla lunga distanza via terra. Partenza dei servizi il 24 giugno. Non solo: per la prima settimana una speciale promozione ha permesso di viaggiare verso qualsiasi destinazione al costo fisso di 1 €. Un viaggio a Roma, insomma, pagato quanto un caffè al bar o un quotidiano in edicola.
Oggi, ai primi di settembre, è possibile stilare un primo parziale bilancio dell’esperienza low-cost.

UN’ESTATE DI FUOCO
Pur non essendo ancora disponibili dati e numeri certi sull’estate di Megabus, la sensazione è che la nuova compagnia abbia sbancato. Code alle stazioni dei pullman, corsa alla prenotazione del biglietto, boom di like e contatti sui social network. Molti dei giovani che nei mesi estivi hanno viaggiato in Italia, per farlo hanno scelto Megabus, e i motivi sono presto spiegati. «Siamo in un’epoca di transizione – dice Giulia, studentessa calabrese di ritorno a Torino dalle vacanze a casa – se ho bisogno di un passaggio uso BlaBlaCar, se viaggio in aereo non perdo nemmeno tempo a controllare ciò che non è low-cost, quando dormo fuori scelgo Airbnb o addirittura il couch-surfing, non mi dispiacerebbe nemmeno avere Uber. Viviamo sempre più all’insegna della condivisione e del risparmio. Le compagnie di trasporti non potevano non adattarsi, i prezzi erano davvero troppo alti».
La chiave del successo, insomma, sono le tariffe promozionali, che continuano anche a mesi dall’inaugurazione. Prima si prenota e meno si spende, questa è l’altra grande colonna portante. A oggi, per esempio, un Torino-Roma, passando per Genova, La Spezia e Siena, si stanzia sui 25 €. Prenotarlo adesso per metà dicembre, invece, costa soltanto 1 €.
«Per risparmiare con Megabus serve pianificazione, bisogna avere le idee chiare su quando ci si vuole muovere e prenotare tutto per tempo – dice Emanuele, in arrivo da Venezia per salutare alcuni amici – io il mio ticket l’ho pagato soltanto 1 €, è impareggiabile».

PREGI E LIMITI
Risparmio totale e anticipo nelle prenotazioni, eccovi servita l’equazione fondamentale di Megabus. Come ciliegina sulla torta, connessione wifi gratuita – a sentire chi l’ha utilizzata, anche piuttosto stabile – aria condizionata e prese elettriche.
Certo, c’è anche l’altra faccia della medaglia: Federico, ad esempio, ha qualche appunto da fare: «Il wifi a bordo è senz’altro una gran cosa, ma a che serve se non ci sono limitazioni di navigazione come su Italo? Il risultato è che ogni volta in cui mi sposto con Megabus c’è sempre qualche compagno di viaggio maleducato che scarica, guarda film in streaming e lascia agli altri utenti una connessione lenta e inutilizzabile». Gli appunti non finiscono qui: «Le valigie in partenza sono ammassate nella stiva disordinatamente, senza un criterio. Quando si tratta poi di recuperarle si perde un’infinità di tempo».

IL TEMPO DI VIAGGIO
Il vero grande problema quando si parla di Megabus, quell’elemento topico a cui tutti gli utenti non possono evitare di fare riferimento, è la durata dei viaggi. Vuoi perché la benzina ha un prezzo e, a fronte del biglietto stracciato, in autostrada gli autisti hanno l’imperativo categorico di andare il più piano possibile; vuoi per le soste nelle città, in cui i lavori di sbarco-imbarco durano circa il doppio delle altre compagnie; vuoi per le soste nelle aree di servizio, in molti casi esagerate (che senso ha fermarsi in un Milano-Genova?), in altri semplicemente troppo lunghe. Così per raggiungere Bologna da Torino si impiegano sei ore, per arrivare a Firenze ce ne vogliono otto, mentre chi dalla Mole viaggia alla volta di Roma dovrà pazientare per ben dodici ore.
Nonostante i tempi dilatati, sembra che comunque per i più il gioco valga la candela. Come sostiene Jacopo, infatti, «il risparmio esagerato vale le ore trascorse sul pullman, che non sono nemmeno così spiacevoli». Con una connessione internet e posti mediamente comodi, insomma, le lamentele stanno quasi a zero. Senza contare le possibilità di interazione: «I viaggi con Megabus durano talmente tanto che è matematicamente impossibile non fare amicizia, dopo 8-9 ore insieme il pullman è una festa». Provare per credere.

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