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28 Ottobre 2015

A caccia di Zombie per salvare il mondo

Intervista alla pr di Dimensione Eventi in vista del lancio della Zombie Experience

Tommaso Portaluri

Zombie experience

Parte il 30 ottobre la Zombie Experience  versione indoor, un live action game nel quale il giocatore diventa protagonista. Alla Promotrice delle Belle Arti (viale Crivelli 11), una location di oltre 1500 mq su tredici stanze e due livelli, i giocatori dovranno attraversare un percorso con effetti speciali, trucchi, stanze da sbloccare, in un videogioco che si fa realtà. In squadre da otto sopravvissuti, i partecipanti dovranno cercare il paziente zero a cui iniettare l’antidoto e salvare così il mondo; a loro disposizione, 180 minuti – salvo penalità.
La Zombie Experience è stata già organizzata in versione outdoor a Chivasso, nell’estate scorsa, riscuotendo un grande successo. In occasione dell’imminente lancio del game indoor abbiamo intervistato Lara Martinetto di Dimensione Eventi, la società che ha ideato e organizza la Zombie Experience.

Come nasce l’idea della Zombie Experience e qual è lo scopo del gioco?
«L’idea della Zombie Experience nasce da Roberto Indiano, il responsabile di Dimensione Eventi che è stato ispirato da eventi analoghi all’estero nati sulla scia del successo di serie come The walking dead. Esistono, in Inghilterra, ad esempio dei format simili di Zombie Experience, sebbene ci siano state delle rielaborazioni dovute tanto alla regolamentazione italiana quanto al gusto italiano.
Per i giocatori, gli scopi sono molteplici: lavorando in squadra, dovranno superare ostacoli e risolvere enigmi per passare al livello successivo, facendo attenzione agli zombie! Da parte nostra, lo scopo è quello di accontentare un pubblico che non aveva ancora la possibilità di fare un experience simile, calandosi in prima persona nel ruolo di un videogioco reale. Abbiamo pensato a quelle persone che non hanno più voglia di sedersi a teatro (dove anche lavoriamo) ma hanno voglia di salire sul palcoscenico e giocarsela!»

Quali sono le principali differenze con le altre esperienze estere e quale è stata la partecipazione?
«Come dicevo, c’è una Zombie Experience in Inghilterra con l’uso di pallini veri di soft air che ha avuto decisamente successo, una tecnologia quasi impossibile da attuare in Italia. Guardando invece ai nostri numeri, vi sono stati quasi 2000 partecipanti allo Zombie Experience a Chivasso: sono arrivate persone da tutta Italia e abbiamo visto tante situazioni particolari (addii al nubilato/celibato e anche una proposta di matrimonio vestiti da zombie!). La versione indoor si mescola con il concetto di un canovaccio teatrale poichè ci sono una storia e una regia. Fa tesoro anche un’ulteriore esperienza estera: le escape room nata nell’Europa dell’Est.  Quindi il successo della Zombie Experience e quello delle escape room si sono fusi per diventare il successo della Zombie Experience indoor».

Come mai si parte proprio da Torino? Saranno previste altre città?
«Parte da Torino anzitutto per patriottismo locale e per comodità (i nostri uffici sono nel torinese). Lavoriamo già in tutta Italia, ma organizzare la Zombie Experience non è semplice, richiede un know-how forte e uno staff numeroso: lo abbiamo verificato nell’esperienza outdoor e vale ancora di più per la versione indoor. Inoltre, Torino è città magica per eccellenza, la Promotrice delle Belle Arti ha una storia unica alle spalle: è stata un lazzaretto tanti anni fa ed è stata data alle fiamme. Tutto ciò conferisce un alone di mistero ideale. Il lancio della Zombie Experience sarà di due settimane tra ottobre e novembre e riprenderà poi tra gennaio e marzo.  Nel mezzo, sempre nella stessa location, si terrà la mostra di “mistero”. Per altre città bisognerà attendere ancora uno/due anni per creare un know-how che consenta di mettere in atto il gioco.»

Quali sono le abilità che deve avere un giocatore? È un gioco aperto a tutti o ci sono delle restrizioni?
«Non ci sono restrizioni se non quelle classiche dei giochi action e dei giochi in cui sei chiuso in una stanza, ossia: se hai problemi di cuore, attacchi di panico, se sei in stato di gravidanza, lo sconsigliamo. L’indoor, inoltre, è vietata ai minori di 14 anni; non servono abilità particolari, né si richiede una particolare prestanza fisica: verranno sì usate armi con sistema integrato laser-tag (che non è né soft air né laser game), ma ci sono anche molti momenti in cui bisognerà trovare delle formule e risolvere degli indovinelli per poter passare alla stanza successiva.»

Un consiglio per i futuri giocatori
«Costanza, dinamismo e soprattutto voglia di mettersi in gioco: vuoi vedere che ce la faccio con la mia squadra a salvare il mondo, a trovare l’antidoto per poter salvare il paziente zero? Senza mai dimenticare che si tratta di un gioco.»

 

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