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11 Febbraio 2016

#TorinoaLed: la città sotto una nuova luce

È iniziato il rinnovamento del sistema d’illuminazione pubblica, con grandi vantaggi di rendimento e risparmio sia energetico che ambientale

Andrea Di Salvo

La differenza fra illuminazione pubblica a Led e con lampade tradizionali

La differenza fra illuminazione pubblica a Led e con lampade tradizionali

Sicuramente lo avrete notato: le luci a Torino stanno cambiando. Diverse zone ormai sono passate dalle tonalità giallognole a un’illuminazione con luce bianca, come piazza Risorgimento nel quartiere Campidoglio, parco Ruffini, corso Dante o corso San Maurizio.
Il cambiamento è dovuto alla sostituzione delle vecchie lampade con i più moderni ed efficienti Led (Light Emitting Diode), dispositivi basati su semiconduttori – materiali a metà strada tra i conduttori e gli isolanti – che sono in grado di emettere luce visibile se attraversati da una corrente. I vantaggi dei Led sono molteplici: hanno una lunga durata di esercizio ed elevati rendimento e luminosità se paragonati a un sistema di illuminazione tradizionale, costi di manutenzione e sostituzione contenuti, migliore concentrazione del fascio luminoso e insensibilità all’umidità, per elencarne qualcuno.

UN BEL RISPARMIO
Gli amministratori di Torino, già da diversi mesi, si sono posti l’obiettivo di portare a 55.000 i punti di luce pubblici – pari al 55% circa dei lampioni cittadini – con questa forma di illuminazione. Sul piano economico di parla di una riduzione dei consumi di energia elettrica da 75 milioni di kWh a 50 milioni, con una ricaduta ambientale non da poco: si passerebbe dalle 16.800 tonnellate annue di CO2 prodotte per illuminare la città, a 6.100 tonnellate una volta completata la sostituzione.
In aggiunta si ridurrebbe anche l’inquinamento luminoso, grazie a una migliore focalizzazione delle sorgenti verso il basso e questo si tradurrebbe in un cielo più scuro, quindi con qualche stella visibile in più. Dunque nell’arco dei 18 mesi dell’intervento, si stima un risparmio energetico pari al consumo di ben 10.000 abitazioni. Attualmente i risultati raggiunti hanno garantito alla città un risparmio di circa 5.679 tonnellate di CO2 annuali grazie alla sostituzione di quasi 29.000 lampade, economicamente equivalenti a più di 2 milioni e mezzo di euro risparmiati.

IL CONTEST
Per stimolare e coinvolgere la cittadinanza in questo processo di rinnovamento, è stato lanciato un concorso per raccontare, in 100 caratteri, che cosa sia la luce in città e quali emozioni essa sia in grado di trasmettere.
Fino a ieri si poteva votare per le cinque migliori frasi, che il 19 febbraio saranno rese note sull’edizione cartacea di TorinoSette, oltre che riprodotte su altrettanti stendardi appesi sotto i portici di Piazza San Carlo. Gli autori saranno inoltre ospiti nella serata conclusiva della rassegna musicale gratuita Note di luce per #TorinoaLed in programma dal 13 al 19 febbraio, pensata per condividere la lotta contro lo spreco e l’inquinamento.

LA LAMPADINA PIEMONTESE
Lasciamo ai più curiosi intraprendere il viaggio storico nelle profonde radici dell’illuminazione pubblica torinese, che parte addirittura dal 1675, e chiudiamo con una curiosità praticamente sconosciuta: nel 1847 nacque a Piossasco Alessandro Cruto, inventore e imprenditore che riuscì a ottenere – poco dopo Edison – un sottile filamento di grafite purissima.
All’Esposizione di Elettricità a Monaco di Baviera (1882) riscosse un enorme successo per le lampadine nelle quali lo impiegò, dal momento che avevano un rendimento maggiore e una luce più bianca rispetto a quelle dello stesso Edison, più giallognole. Diresse quindi una fabbrica di lampadine ad Alpignano fino al 1889, ritirandosi poi per forti contrasti con la direzione della società. Tornato a fare l’inventore, morì nel 1908, dimenticato da tutti.

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Categorie: Ambiente

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