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10 Marzo 2016

Per la musica locale con il Premio Andrea Parodi

La Fondazione intitolata al musicista sardo fondatore dei Tazenda indice il nono concorso di World Music, a cui si può partecipare fino al 31 maggio

Ivan Lagrosa

Il musicista Andrea Parodi, a cui è intitolato il concorso di World Music

Il musicista Andrea Parodi, a cui è intitolato il concorso di World Music

Da nove anni esiste un contest musicale che ha come fine la promozione delle nuove tendenze in atto nell’ambito della musica dei popoli o “World Music”. È il Premio Andrea Parodi (scadenza iscrizioni il 31 maggio), promosso dall’omonima fondazione e intitolato al musicista sardo fondatore dei Tazenda, scomparso nel 2006. Abbiamo raggiunto Valentina Casalena, Presidente dell’ente, per qualche domanda.

Innanzitutto, per i non addetti ai lavori, cosa intendiamo con l’espressione “World Music”?
«Per World Music si intende molto, nel senso che è una definizione molto vasta: non è solo folk sebbene attinga dal folk. Il World Music è quel genere che si usa spontaneamente nel mondo dell’arte quando ci si rifà ai propri cannoni folcloristici, nell’utilizzo della proprio lingua dialettale o minoritaria, o nell’utilizzo delle ritmiche della propria provenienza».

Quali sono quindi i generi solitamente più rappresentati o addirittura gli strumenti più curiosi che nel passato avete visto utilizzare?
«Una matrice comune dei nostri iscritti è proprio l’utilizzo delle lingue: ci arrivano brani in ogni tipo di lingua italiana. In Italia ci sono infatti tantissime lingue minoritarie e moltissimo dialetti. Gli artisti solitamente ci mandano brani nella propria lingua locale e arriva quindi una varietà infinita di culture di questo tipo. Poi ognuno porta con sé anche strumenti tipici: i tamburi a cornice dalla Sicilia, le batterie pugliesi, vari strumenti a corda dal Friuli. Grazie a questo concorso si riscopre una cultura ricchissima, vissuta, ma spesso sommersa».

Quindi l’idea del concorso nasce volontà di dare spazio a queste forme alternative e locali di musica?
«Anche. L’idea del concorso nasce principalmente dalla figura di Andrea Parodi che per primo è stato quello che, a discapito della sua fama e del suo successo, ha scommesso nella ricerca riuscendo a fare lavori che affondano le radici nella cultura sarda e ligure e che saranno sempre attuali. Dopo che è scomparso, abbiamo voluto quindi rendergli omaggio non solo celebrando ciò che lui aveva già fatto ma anche ciò che avrebbe fatto: aiutato e incoraggiato i giovani e non».

Oltre al premio in denaro, quali i vantaggi che si possono ottenere partecipando a questo concorso?
«Il premio in denaro fa sempre comodo ma è la parte meno importante. Noi siamo infatti collegati con tutta una serie di festival partner in Italia e non, che danno la possibilità ai nostri artisti di esibirsi presso i loro festival: dal Friuli alla Campania, i nostri vincitori sono ospitati in giro per l’Italia. Si offre quindi una notevole visibilità con la possibilità di essere ascoltati da critici, giornalisti e produttori».

Dati questi vantaggi, quali i consigli per i concorrenti, aspiranti vincitori?
«Il primo consiglio è: iscrivetevi! Dopodiché, la cosa più bella è avere la fortuna di essere selezionati fra i 10 finalisti, su circa 200 iscrizioni ogni anno. Chi arriva tra i primi dieci in un certo senso ha già vinto e avrà la possibilità di esibirsi a Cagliari».

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Categorie: Musica

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