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13 Maggio 2016

Al Salone del Libro per la scuola del futuro

Un confronto fra importanti personalità per delineare le priorità dell’istruzione in Italia e disegnare proposte concrete, in un’ottica di valorizzazione e protezione del patrimonio culturale

Ornella Darova

CMYK baseNegli ultimi anni la scuola, in Italia, ha visto un succedersi di riforme, in un continuo mettere in discussione la qualità dell’istruzione, il modo di trasmettere il sapere ai ragazzi, la corrispondenza tra gli argomenti trattati a lezione e la realtà del mondo del lavoro.
Tra i tanti appuntamenti del Salone del Libro, quello di ieri intitolato Cultura e istruzione, scuola di visionarietà. I laboratori italiani è stato sicuramente un incontro importante, per capire dove la scuola – vero cardine della società – sia arrivata ma soprattutto a che cosa voglia puntare. A rivolgere lo sguardo verso il futuro sono stati diversi ospiti: fra tutti lo storico Luciano Canfora, il Direttore editoriale Treccani Massimo Bray, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e il Capo di Gabinetto del Miur Alessandro Fusacchia, oltre al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che ha fatto il saluto iniziale.
Chi ha affrontato concetti e principi, chi ha parlato di proposte concrete, chi ha raccontato scelte politiche che hanno fatto la differenza: ogni intervento doveva essere breve e conciso e i relatori avevano pochi preziosissimi minuti per raccontare al pubblico le loro idee, secondo la formula del TEDx.

LUCIANO CANFORA: LE FONTI
La retorica del noto filologo e storico Luciano Canfora è ben conosciuta da molti. Con la consueta eleganza ha voluto affrontare il tema delle fonti: innanzitutto, che cosa sono? Ha citato allora il diplomatico Henry Kissinger, che diceva come probabilmente le fonti più importanti non sono scritte.
Altro riferimento scelto da Canfora è stato Arnaldo Momigliano, che nel suo pamphlet Le regole del gioco nello studio della storia antica spiegò come lo storico fosse colui che dinanzi a una lettera ricrea la persona, dinanzi a un decreto intuisce l’assemblea legislativo, dinanzi ai ruderi di un vecchio tempo ricostruisce l’antica fede di un popolo. La fonte, dunque, è tutto: anche ciò che meno ci aspettiamo.

MASSIMO BRAY: LA CULTURA
L’ex Ministro dei Beni e delle Attività culturali Massimo Bray è anche direttore editoriale della Treccani, la celeberrima enciclopedia che è forse stata la massima impresa italiana di ricerca.
Bray ha voluto raccontare al pubblico del Salone la missione di un grande imprenditore, Giovanni Treccani, e di un grande filosofo, Giovanni Gentile, che si incontrarono e si posero come obiettivo quello di preservare la cultura. Per questo compito, Gentile chiamò a sé i migliori intellettuali italiani (di fatto, quasi tutti antifascisti): cominciò così a costruire l’enciclopedia come mezzo di custodia della memoria culturale.
Il sito Treccani, oggi, è un portale che viene consultato ogni giorno da 900.000 persone, soprattutto studenti. E non bisogna avere pregiudizi verso il mezzo digitale: anzi, l’Ocse ha dimostrato recentemente come proprio la rivoluzione digitale stia già e possa sempre di più arricchendo il consumo individuale di cultura. Conclude Massimo Bray: «La cultura non è solo conoscenza, ma anche impegno sociale e etico di un paese che sappia proteggere e valorizzare la propria storia».

ALESSANDRO FUSACCHIA: LA BUONA SCUOLA
Il Capo Gabinetto del Miur Alessandro Fusacchia ha voluto presentare proposte concrete per il futuro della scuola italiana. «La Buona Scuola è quella che offre ai ragazzi la possibilità di intraprendere un viaggio verso l’innovazione», ha dichiarato.
In questa ottica va vista l’alternanza scuola-lavoro, così come l’obiettivo della scuola sempre più digitale, che consenta di abbattere i muri e condividere esperienze, contenuti e idee sempre più facilmente: «Stiamo per creare 5.000 nuove biblioteche nelle scuole italiane, per le quali sono già stati stanziati 5 milioni di euro». L’obiettivo è quello di costruire la più grande biblioteca diffusa, strettamente connessa e condivisa, e una vasta comunità della scuola italiana attorno ad essa.

DARIO FRANCESCHINI: I MUSEI
Particolarmente atteso era l’intervento dell’attuale Ministro dei Beni e delle Attività culturali, che si è concentrato maggiormente sul panorama museale italiano, centro anch’esso di istruzione e cultura: «Il contrasto fra tutela e valorizzazione del patrimonio va superato. L’una non può esistere senza l’altra».
Secondo le parole del Ministro i musei, prima delle recenti riforme, erano strutturalmente deboli, non avevano autonomia di bilancio né autonomia scientifica e affidavano l’organizzazione soprattutto a concessionari esterni. Un grosso dispendio di risorse spesso poco efficiente. Il Ministro, tuttavia, è convinto del fatto che «Si è sempre posto troppo accento sulla tutela. Oggi i musei non possono più essere semplici vetrine, ma devono essere luoghi di accoglienza dei visitatori, devono accompagnarli nella visita con supporti di tipo multimediale, devono organizzare eventi e portare avanti iniziative». Interessante il dato sulle prime domeniche del mese, quando tutti i musei italiani sono gratuiti: i visitatori in queste occasioni si aggirano sempre tra i 700-800.000, e si tratta spesso di famiglie italiane, che magari scoprono i musei vicino a casa, a cui non erano mai andati prima. Valorizzazione, dunque, è la parola chiave.

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Categorie: Cultura

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