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17 Maggio 2016

La Jihad spiegata dal direttore della Stampa

Sabato al Salone del Libro Maurizio Molinari ha presentato il suo nuovo libro dedicato al terrorismo dell’Isis, in un’accurata analisi della geopolitica attuale

Alessia Galli della Loggia

Piero Fassino e Maurizio Molinari

Piero Fassino e Maurizio Molinari

Il 14 maggio Maurizio Molinari ha lasciato sulla scrivania il ruolo di direttore de La Stampa per presentarsi al Salone del Libro nelle vesti di autore del libro Jihad – Guerra all’Occidente.
Al suo fianco il sindaco di Torino Piero Fassino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti e la giornalista e inviata Anna Maria Esposito in un incontro per tentare di fornire delle risposte alle domande più frequenti nello scenario di un’Europa minacciata dal terrorismo.

FASSINO: ASSETTI STATUALI, RELIGIONE, EUROPA
Il Sindaco inizia dalla visione che si ha del Mediterraneo: da una parte frontiera, quindi un elemento esterno che divide, dall’altra una sorta di Sud Europa, ovvero una realtà a noi vicina. Gli assetti statuali definiti durante le guerre mondiali sono stati messi in discussione dal Califfato che, conquistando territori in Siria e in Iraq, ha radicalmente interrotto una stabilità geograficamente garantita.
Non è da sottovalutare anche il ruolo rivestito dalla religione, soprattutto per quanto riguarda le rivalità interne tra sunniti e sciiti. Ma in tutto ciò, perché l’Europa viene coinvolta? La motivazione jihadista prevede un’Europa responsabile degli effetti negativi della colonizzazione, dei regimi corrotti, dell’umiliazione dell’identità islamica.

MINNITI: INTELLIGENCE VS FOREIGN FIGHTERS, APPELLO AI GIOVANI
L’Isis è un’organizzazione terroristica capace in meno di un anno di sviluppare una campagna militare e di conquistare e governare parti della Siria e dell’Iraq. L’annuncio mondiale del Califfato ha ridisegnato a tavolino la composizione globale, basando il proprio punto di forza sull’autogestione dell’azione. Ma come si muove il terrorismo?
Per fare un esempio, la nostrana Lecco è stata sotto la supervisione dell’intelligence per studiare le mosse dei terroristi: le intercettazioni, avvenute tramite la disposizione delle cimici nelle automobili sospette, hanno rilevato una serie di messaggi vocali su Whatsapp che esortavano ad agire senza un criterio logico, senza un messaggio operativo.
Come contrastare allora un simile estremismo? E’ necessaria innanzitutto un’azione di contrasto sul territorio conquistato dai terroristi, che oggi risulta il 25% in meno. Ma il nemico più temuto è costituito dai foreign fighters, i combattenti che provengono da oltre 100 paesi nel mondo, i punti di riferimento del terrorismo. Per contrastarli non servono solo forze militari ma anche linguisti e ingegneri informatici e in virtù di queste necessità l’Intelligence italiana ha esteso le assunzioni agli studenti universitari.

MOLINARI: I CITTADINI COME NUOVI INTERLOCUTORI
Come agisce l’Isis sul terreno? Aumenta gli attacchi sul territorio altrui e moltiplica gli attentati in Iraq e Siria. Il nemico cambia tattica per sopravvivere e accumulare risorse, ma con chi ci si confronta nella ricerca di alleanze? Gli interlocutori non sono più Stati, bisogna confrontarsi con le singole realtà locali, mentre in Occidente diventa sostanziale stipulare un nuovo patto sociale tra cittadini e forze dell’ordine per garantire più sicurezza e stabilità.
La fragilità europea è l’opinione pubblica e il terrorismo sa di dover puntare su quella. Come? Attraverso l’uso estremo di una violenza che non va erroneamente collegata all’Islam in quanto religione, ma all’Isis in quanto estremismo.

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Categorie: Cultura

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