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18 Maggio 2016

L’ho letto su Wikipedia

La più famosa enciclopedia digitale si basa davvero su principi di neutralità e libero contributo da parte degli utenti? Ecco un piccolo viaggio virtuale per capire meglio

Andrea Di Salvo

Wikipedia non sembra essere così affidabile e democratica come appare

Wikipedia non sembra essere così affidabile e democratica come appare

Quando è morto l’imperatore Adriano? Cos’è un polimero? Chi erano i Macchiaioli? Chi non lo sa andrà ormai per una specie di istinto digitale su un motore di ricerca fermandosi molto probabilmente alla prima voce che, con una probabilità ancora maggiore, sarà una pagina di Wikipedia. Una volta letto il contenuto, o addirittura il suo riassunto, si potrà anche scordare, limitandosi a sapere che quella risorsa si trova lì, su Wikipedia, in qualche server nel mondo.
La fiducia nella più famosa enciclopedia online è pari a quella che qualche decennio fa si dava alla televisione. Ma davvero abbiamo la garanzia di una qualità delle informazioni nettamente migliore rispetto alla tv?

L’OLIGARCHIA DI WIKIPEDIA
Libero accesso ai contenuti, modifica degli stessi a opera degli utenti per eventuali correzioni e, soprattutto, neutralità. La formula su cui si basa Wikipedia è come un rassicurante mantra digitale, che garantisce libertà, uguaglianza e conoscenza ai suoi lettori, decentralizzando qualsiasi forma di potere.
Uno studio condotto da due ricercatori dell’Università dell’Indiana però ha mostrato una realtà ben diversa: l’enciclopedia più cliccata al mondo sembra essere una struttura burocratica e conservativa, governata da una stretta oligarchia. La ricerca trae le sue conclusioni da un’analisi di ben 15 anni di dati provenienti dal sito, includendo più di 5 milioni di articoli redatti da decine di migliaia di collaboratori. La struttura è governata da un rigido sistema oligarchico, storicamente detto iron law of oligarchy. I dati hanno mostrato che la comunità si è rapidamente ingrandita fino a contare 30.000 collaboratori. A regolamentarne l’attività, vi è una serie di norme che però sono state stilate solamente da 100 utenti nei primi giorni di attività del sito, molto prima del 2004, quando è decollato. Inoltre i ricercatori hanno trovato che l’89% di tali regole è rimasto immutato, evidenziando come i primi utenti abbiano stabilito un percorso e i restanti si siano semplicemente adeguati.
Questo non è il primo studio ad analizzare l’evoluzione di Wikipedia. In un altro articolo è stato mostrato che un ristretto numero di editor del sito esercita l’influenza maggiore sul progetto. Ma la sua struttura non è l’unico punto debole.

GUERRE DI MODIFICHE
Oltre ai principi, Wikipedia è ovviamente caratterizzata dai suoi contenuti. La sola versione italiana è curata da 2.367 editor al momento, ma sono essi stessi garanzia di qualità degli articoli? Il numero di voci da controllare è enorme – attualmente superiore a 1.200.000 solo nella nostra lingua – e proprio per la loro quantità vi sono due aspetti di cui tenere conto.
Innanzitutto la natura collaborativa dell’enciclopedia la rende soggetta alle guerre di modifiche: si tratta di continue variazioni a una voce effettuate di più editori in una sorta di guerra virtuale. Questo fenomeno è inevitabile in quanto dietro ogni contributo vi sono individui con pensieri diversi su una stessa voce. Quando però la divergenza è su dati oggettivi, allora se ne mina la veridicità: nel 2009 David Cameron, durante uno scambio di battute con Gordon Brown, fece un’affermazione sull’età del pittore Tiziano in punto di morte. Poco dopo un membro dello staff di Cameron modificò in suo favore – e pure sbagliando – la pagina di Wikipedia relativa all’artista. L’accaduto è stato scoperto e la situazione si è risolta con una gaffe politica, ma esistono altre voci, meno note, modificate in modo simile o del tutto inventate e con una resistenza di diversi anni.
Il secondo aspetto riguarda chi mette i contenuti. A parte la cerchia numericamente ristretta, un altro fattore di preoccupazione riguarda la quota di editor “mercenari”: si tratta di persone al soldo di aziende il cui scopo è sponsorizzare il prodotto che l’azienda stessa fornisce sul mercato. Nel 2013 James Heilman, un medico e uno dei più attivi editor wikipediani, si è accorto di una modifica effettuata alla voce inglese sulla cifoplastica, una pratica inerente le fratture vertebrali che non ha mai prodotto evidenze scientifiche tali da preferirla alla vertebroplastica la cui efficacia, per altro, rimane controversa. La modifica riguardava appunto l’aggettivo “controversa”, sostituito dall’espressione “dall’efficacia ben documentata”. Dopo aver ripristinato la versione originale, il medico ha scoperto che chi l’aveva modificata era pagato da un’azienda che produce strumenti per effettuare proprio… cifoplastiche.

LA RESPONSABILITÀ COME LETTORI
Dobbiamo dunque rigettare i contenuti di Wikipedia in blocco? Non è la conclusione a cui vuole arrivare questo articolo, che invece è un invito a esercitare – online e non – del sano spirito critico, domandandoci se ciò che stiamo leggendo corrisponda effettivamente alla realtà, tramite il confronto con altre fonti. Quando possibile, occorre abbandonare quella pigrizia intellettuale che ci fa accontentare del risultato immediato perché se chi scrive ha delle responsabilità, chi legge non ne ha di meno.
Comunque Adriano è morto il 10 luglio del 138 d.C., un polimero è una catena di gruppi molecolari ripetuti e con il termine Macchiaioli si indicano gli esponenti di una corrente pittorica italiana della seconda metà dell’Ottocento. Ma sarà tutto vero?

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Categorie: Tecnologie

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