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18 Maggio 2016

Leonardo Di Minno, un torinese a Notre Dame De Paris

Intervista all’interprete del re dei gitani Clopin nel musical di Cocciante, che da domani a domenica torna al PalaAlpitour

Claretta Caroppo

Leonardo Di Minno in Notre Dame de Paris

Leonardo Di Minno in Notre Dame de Paris

Dopo 4 anni di pausa e un grandissimo successo Notre Dame De Paris, l’opera popolare tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo con le musiche di Riccardo Cocciante, ritorna in scena sui palchi italiani con gran parte del cast originale (ad esempio Lola Ponce come Esmeralda e Giò Di Tonno come Quasimodo), oltre a 30 ballerini e acrobati. Fra gli interpreti dei personaggi principali troviamo anche il torinese Leonardo Di Minno, classe 1979, che nei panni del re dei gitani Clopin canterà nei cinque spettacoli previsti al PalaAlpitour da domani a domenica.

Come è nata la tua passione per la musica?
«La passione smodata per la musica di solito è collegata a qualche mancanza e per me la musica è stata una compagna sin dalla tenera età. Il passaggio da essere un ascoltatore a provare a fare musica io stesso è stato breve».

Quale è stato il tuo percorso professionale?
«Come per molti ragazzi della mia età, ho iniziato a far musica nei garage, esibendomi con le band del quartiere. Poi ho messo in piedi una vera e propria band attraversando vari generi, dal rock più estremo al soul e blues. Poi sono arrivati i festival e la possibilità di aprire i concerti di grandi artisti, dagli Afterhours ai 99 posse. La tv con il talent Saranno famosi, il primo con Maria De Filippi, mi ha naturalmente aperto molte porte, così come il mondo dei musical, a cui sono approdato dal 2003 e che tuttora mi appartiene».

Cosa ti è rimasto dell’esperienza televisiva?
«Mi sembra sia passato un secolo! Mi è rimasta la dignità artistica, quella che solo certi traguardi riescono a fornirti. Ho imparato a scegliere le cose che davvero desideravo fare. Ricordo con piacere quando sono tornato come ospite al serale di Amici del 2013 per la presentazione di Romeo e Giulietta, esibendomi nello stesso studio che mi aveva ospitato nel 2003. Una bella emozione».

Come sei arrivato a Notre Dame de Paris?
«Come accade per ogni musical, attraverso tanti provini!».

Cosa consiglieresti a un giovane che vuole intraprendere la carriera di cantante?
«Dico di non improvvisarsi tale. Di avere una storia da raccontare, di possedere un senso musicale sviluppato per le cose di qualità e un gusto ben definito. Inoltre, studiare e molto, impegnandosi nel proprio lavoro. In ultimo, ma fondamentale, tanta umiltà».

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Categorie: Musica

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